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Messa di Natale anticipata: dopo il governo, c’è l’ok di un vescovo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/11/20

Dalla diocesi di Monreale monsignor Pennisi dice: “Non c’è nulla di strano”. La Cei valuta ma il Governo spinge per mantenere il coprifuoco alle 22 ed evitare la tradizionale messa di mezzanotte

Gesù non nascerà più a mezzanotte ma qualche ora prima: è probabile, infatti, che la messa di Natale quest’anno sia anticipata. E’ una proposta che la Cei sta valutando, sulla quale il Governo fa pressione per preservare il rispetto del coprifuoco alle 22. Qualche vescovo ha già ufficialmente aperto le porte a questa ipotesi.

Il vescovo di Monreale

Michele Pennisi, vescovo di Monreale si è espresso positivamente sulla questione messa di Natale anticipata. A causa del Covid-19 ha dovuto ridurre momentaneamente l’orario dei dipendenti dell’importante museo diocesano. Le sue parrocchie celebrano con pochi fedeli. Nel Duomo al posto dei 400 posti a sedere ne vengono occupati 150.

«Non c’è nulla di strano ad anticipare la messa di Natale di due ore – dice a La Repubblica (27 novembre) – Vorrei dire al ministro Boccia che il problema non è l’orario, ma semmai il rispetto delle regole. E noi le regole le rispettiamo. Già in Vaticano il Papa celebra due ore prima, e la vigilia di Natale nelle parrocchie c’è già chi celebra la sera alle diciotto. Dov’è il problema? Non ne farei un dramma».

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TATJANA SPLICHAL | DRUŽINA

La strategia del Governo

Anticipare di qualche ora la messa di Natale, in modo da non mettere a repentaglio il coprifuoco serale delle 22 che il governo intende far valere durante tutte le feste. Ecco un’altra delle conseguenze della linea dura che ha in mente l’esecutivo per provare ad arginare maxi cenoni natalizi e feste di fine anno.

È toccato a Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, tirare fuori la questione della messa di Natale anticipata durante un vertice con i rappresentanti delle Regioni: «Lo dico da cattolico, non è un’eresia far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia» (Sky TG, 26 novembre).


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La Via Crucis di Papa Francesco

«Eresia – avrebbe aggiunto il ministro (Il Tempo, 27 novembre) – è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia, non facciamo i sepolcri imbiancati. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede».



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La frenata di Speranza

Sulla messa di Natale anticipata di qualche ora, anche il ministro della Salute Roberto Speranza aveva spiegato che «in questo momento c’è un coprifuoco in Italia e dopo le dieci non sono possibili attività di nessun tipo, faremo una valutazione». Sulle messe di mezzanotte, insomma, ancora «non c’è stata una decisione» e la valutazione sarà fatta «sulla base dei dati epidemiologici dei prossimi giorni». «Il messaggio è ridurre tutte le occasioni in cui il virus si può diffondere (Il Messaggero, 25 novembre).



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La posizione ufficiale della Cei

Rispondendo alle richieste di chiarimento dei giornalisti, legate alle prossime celebrazioni del Natale, il Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, Vincenzo Corrado, ha dichiarato:

«La Conferenza Episcopale Italiana avrà modo nei suoi organismi istituzionali di monitorare la situazione epidemiologica e confrontarsi sulle modalità di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme, come finora avvenuto. Un segno prezioso di prossimità verso tutto il Popolo di Dio ricordato anche nel recente “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”, approvato dal Consiglio Episcopale Permanente. È desiderio della Conferenza Episcopale Italiana continuare la valida collaborazione, in ascolto reciproco, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico».