Non cambiano la dottrina della Chiesa, si legge in una lettera inviata ai vescoviPer favorire “una corretta comprensione” delle affermazioni del Papa contenute nel documentario Francesco, dello sceneggiatore Evgeny Afineevsky, che “hanno suscitato, negli ultimi giorni, diverse reazioni e interpretazioni”, su richiesta del Segretario di Stato vaticano il 30 ottobre è stata inviata una lettera ai vescovi attraverso il Nunzio Apostolico in Messico, l’arcivescovo Franco Coppola, in cui si chiarisce che non c’è affatto la modifica della dottrina della Chiesa sulla questione.
Il testo, pubblicato su Twitter anche dal biografo papale, Austen Ivereigh, si riferisce al dibattito scatenato dalla frase che viene attribuita, tramite tagli, al Papa nel documentario: «Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia… Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo [l’orientamento sessuale]. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili».
La dottrina non cambia
La lettera vaticana esclude qualsiasi cambiamento della dottrina della Chiesa sulla base di queste dichiarazioni, e accusa indirettamente Afineesky di aver scelto in modo selettivo le parole del Pontefice da varie interviste e in risposta a diverse domande.
«Più di un anno fa, durante un’intervista, Papa Francesco ha risposto a due domande diverse in due momenti diversi che, nel suddetto documentario, sono state modificate e pubblicate come una sola risposta senza la dovuta contestualizzazione, il che ha generato confusione», si legge infatti nel testo.
Il Papa aveva fatto in primo luogo un riferimento pastorale sulla necessità che nelle famiglie i figli con orientamento omosessuale non vengano mai discriminati. È a questo che si riferiscono le parole: “Le persone omosessuali hanno il diritto di stare in famiglia; sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia. Non si può cacciare dalla famiglia nessuno e rendere la vita impossibile per questo”.
Una domanda successiva dell’intervista, prosegue il testo dell’arcivescovo Coppola, era invece inerente «ad una legge locale di dieci anni fa in Argentina sui “matrimoni egualitari di coppie dello stesso sesso” e all’opposizione dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires al riguardo».
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Per il Papa il matrimonio omosessuale è una “incoerenza”
A questo proposito, «Papa Francesco ha affermato che “è un’incoerenza parlare di matrimonio omosessuale”, aggiungendo che, nello stesso contesto, aveva parlato del diritto di queste persone di avere una certa copertura legale: “Quello che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile; hanno il diritto di essere legalmente coperti. L’ho difeso io”».
«Il matrimonio è tra un uomo e una donna», ha ricordato Francesco in un’intervista del 2014. «Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolamentare diverse situazioni di convivenza, mossi dall’esigenza di regolare aspetti economici tra le persone, come ad esempio garantire l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di natura diversa, di cui non saprei dare un cast delle varie forme. È necessario vedere i vari casi e valutarli nella loro varietà».
«È quindi evidente – conclude la lettera – che Papa Francesco ha fatto riferimento a determinate disposizioni statali, non certamente alla dottrina della Chiesa, molte volte riaffermata nel corso degli anni».
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