Santa Cristina distribuisce oro e argenti di famiglia ai poveri e subisce il tentato omicidio da suo padre. Uno spirito celeste le salva la vita quattro volteAll’inizio del IV secolo un angelo custode viene in soccorso di santa Cristina di Bolsena (III-IV secolo dopo Cristo). Questa giovane ragazza si è convertita al cristianesimo, ed ella dona del filo da torcere a suo padre senatore. Cristina un giorno a riduce in pezzi le preziose statuette dei mani domestici, di cui lei distribuisce i pezzetti – dell’oro e dell’argento – ai poveri della città!
L’angelo che passava attraversava le mura
Molto in collera, papà la fa fustigare, poi la rinchiude in una torre, a pane e acqua. Che importa! L’angelo custode passando attraverso le mura viene a portare a santa Cristina, prigioniera, alcuni frutti per migliorare il suo regime, egli spinge anche la sua delicatezza fino ad offrirle dei fiori. Quelle meraviglie, lungi dal calmare l’irascibile patrizio pagano, raddoppiano il suo furore: non solamente sua figlia è cristiana, ma è una teatrante!
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La figlia gettata nel lago di Bolsena
D’altronde, è la stessa cosa, almeno i pagani ne sono persuasi. Queste storie del messaggero celeste nascondono per essi sicuramente la complicità d’un servo, che santa Cristina avrebbe sedotto. Allora egli fa gettare la sua indegna figlia nel lago di Bolsena, con una pesante pietra al collo. Non appena ella è scomparsa nelle acque oscure, un angelo si getta in acqua, taglia la corda trattenente la pietra, e riporta l’adolescente sulla sponda.
La fossa dei serpenti
Lungi dall’essere impressionato da quel miracolo evidente, il papà decide di finirla: fa piombare sua figlia in un calderone d’olio bollente: ella ne è estratta indenne dall’angelo. La fa gettare in una fossa dove vi sono serpenti, scorpioni e scolopendri: l’angelo incanta le bestie immonde, che si guardano bene dal pungere o dal mordere santa Cristina, ed egli estrae questa dalla fossa. Intrattabile, il senatore consegna sua figlia agli arcieri: l’angelo si diverte a deviare le frecce.
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Una leggenda stravagante?
Infine, stanco di quegli interventi che allontanano da lei la grazia del martirio senza pertanto convertire il suo furioso padre, santa Cristina ringrazia l’angelo custode dei suoi buoni uffici e lo congeda: questa volta, il boia non ha nessun male nel fendere il cranio con un colpo di mazza, ed ella muore rendendo grazie a Dio. Per stravagante che sembri questa leggenda, il culto della martire Cristina di Bolsena è anticamente attestato: ella è rappresentata su di un mosaico della cattedrale di Ravenna (VI secolo).
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