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Il montaggio dietro alla discussa frase del papa sugli omosessuali

L'intervista di papa Francesco con la giornalista messicana Valentina Alazraki, maggio 2019.

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Camille Dalmas - i.Media per Aleteia - pubblicato il 22/10/20
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La frase polemica di papa Francesco a proposito degli omosessuali – «Quel che dobbiamo fare è una legge di coabitazione civile: hanno diritto di essere legalmente tutelati» –, che appare nel documentario Francesco di Evgeny Afineevsky pubblicato ieri, 21 ottobre 2020, si inserisce in un montaggio di piccoli frammenti di un’intervista del maggio 2019. Quattro estratti, uno dei quali era stato tagliato, sono stati assemblati insieme producendo una certa confusione nella comprensione esatta del pensiero di papa Francesco sull’argomento.

Nel maggio 2019 compariva una lunga intervista del Santo Padre – quasi un’ora e venti – condotta dalla vaticanista messicana Valentina Alazraki, in cui vennero toccati numerosi temi sociali e di società, tra cui quello dell’omosessualità. Differenti estratti sono stati ripresi nel documentario Francesco e combinati insieme a formare questa dichiarazione:

Gli omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, sono figli di Dio e hanno diritto a stare in famiglia. Non si può cacciare qualcuno dalla famiglia e rendergli la vita impossibile per questo. Quello che dobbiamo fare è una legge di coabitazione civile: hanno diritto di essere legalmente coperti. Io ho difeso questa cosa.

Nella versione originale, papa Francesco inizia dichiarando di essersi molto arrabbiato per come i giornalisti avevano recepito la sua famosa risposta “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicare?”, frase pronunciata sul volo di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro il 28 luglio 2013. Il pontefice affermava di esprimersi «sull’integrazione in famiglia delle persone con orientamento omosessuale». Egli afferma di aver inteso: «Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, le persone con orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia», primo estratto ripreso nel documentario Francesco.

Estratto dal film “Francesco” di Evgeny Afineevsky (e prodotto da lui insieme a Afineevsky Tolmor Production;
Diamond Docs; PFX Postproduction & Visual Effects Studio; UCLA School of Theater, Film and Television;) e qui riprodotto per esigenze di cronaca.



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Un montaggio che occulta l’intenzione originale

Tuttavia, la frase completa è stata tagliata mentre questo è il suo contesto prossimo:

Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, le persone con orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia, e i genitori hanno dovere di riconoscere quel figlio omosessuale, quella figlia omosessuale. Non si può cacciare qualcuno dalla famiglia e rendergli la vita impossibile per questo.

Il tema della discussione, che verteva sul posto del figlio omosessuale in una famiglia eterosessuale, è in qualche modo occultato nel documentario Francesco.

Tra questi due primi spezzoni il montaggio ha inserito la frase “sono figli di Dio”. È stata sì pronunciata dal Primate d’Italia nella medesima intervista, ma più tardi, nel punto in cui si lamentava di un giornale che aveva titolato “Il papa manda gli omosessuali dallo psichiatra” dopo un’osservazione che riconosceva tuttavia non felicissima… ma negava comunque di aver detto quella cosa, ed affermava di aver risposto a chi gli aveva posto la domanda: «Sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia…» eccetera. Il montaggio e l’innesto della frase nel documentario è facilitato da un piano su preti che celebrano nella cappella di Santa Marta, la dimora di elezione di papa Francesco.



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Non estrapolare parole dal contesto

Fatto interessante, il Santo Padre stava proprio invitando i giornalisti – parlando con la professionista messicana – a «non estrapolare parole dal contesto». E sottolineava che il fatto che gli omosessuali abbiano diritto a una famiglia «non significa approvare gli atti omosessuali, nel modo più assoluto».

In più, la parte precedente questi tre estratti nel documentario lascia intendere che il papa parli delle c.d. “famiglie omoparentali”: vi si presenta infatti la testimonianza di un omosessuale venuto a chiedere al Romano Pontefice se i suoi figli [egli lascia che i media scrivano “adottati” mentre gli stessi sono stati ottenuti mediante utero in affitto – cioè commissionati, prodotti e comprati, pagando la disintegrazione biologica della madre] potessero essere accolti in una parrocchia. Il papa, dice l’uomo, gli avrebbe raccomandato di presentare con trasparenza la loro situazione famigliare.



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Un ultimo estratto tagliato in fase di montaggio

Il quarto estratto, montato dietro ai tre precedenti, non appare nella versione originale, e sembra essere stato tagliato dalla giornalista messicana: non c’è neppure nella trascrizione ufficiale dell’intervista su Vatican News. S’individua però nel video il punto del taglio (molto ben fatto) e sembra che l’ultimo passaggio debba venire proprio da lì. Per ora nessuna informazione permette di sapere come il realizzatore russo-americano ne sia venuto in possesso.

Il contesto corrisponde: la giornalista messicana nota che papa Francesco si era opposto al “matrimonio” omosessuale quando era arcivescovo di Buenos Aires in Argentina, e che paradossalmente dal suo arrivo a Roma aveva affermato di sentirsi percepito come “molto più liberale” di quanto non fosse nel suo paese di origine.

La risposta del papa comincia così: «Ho sempre difeso la dottrina. È curioso, per quanto riguarda la legge sul “matrimonio omosessuale”… è incongruo parlare di “matrimonio” omosessuale». Nel video la giornalista gli pone allora una domanda, ma la fine della citazione troncata del documentario Francesco ha ottime probabilità di essere stata presa da lì, tanto il taglio è visibile e la concatenazione sembra coerente: «Quello che dobbiamo fare è una legge sulla convivenza civile: hanno diritto di essere legalmente tutelati. Io ho difeso questo». Da notare che l’espressione “convivenza civile” (“convivencia civil” in spagnolo) è tradotta nella sottotitolazione inglese del documentario con “civil union”.


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Il regista sorpreso dalla polemica

Insomma un quadro molto meno inedito e deflagrante di quanto lasci intendere il montaggio di Francesco. Essa può del resto essere ricollegata a prese di posizione più datate di papa Bergoglio. Dichiarazioni quasi identiche erano già state rilasciate nel libro-intervista Politica e società (2017) con il sociologo Dominique Wolton, in cui il papa dichiarava:

Il “matrimonio” è un concetto storico. Da sempre, nell’umanità, e non soltanto nella Chiesa, si tratta di un uomo e una donna. Non si può cambiare questa cosa così, come se niente fosse […]. È la natura delle cose, è così. Chiamiamole allora “unioni civili”.

Il regista Evgeny Afineevsky, omosessuale ed omosessualista militante che già nel 2009 aveva prodotto un lungometraggio sulla questione dell’inclusione famigliare degli omosessuali in una famiglia giudaica, ha «espresso la propria sorpresa», dopo la première a Roma, stando a quanto riporta The Philadelphia Inquirer stamattina, 22 ottobre. Egli afferma di stupirsi che «le dichiarazioni del papa abbiano creato una tale tempesta». Secondo lui il papa

non cercava di cambiare la dottrina, ma esprimeva semplicemente la sua convinzione che gli omosessuali debbano godere dei medesimi diritti degli eterosessuali.

Si noti che il regista è stato ricevuto dal Santo Padre nella mattina precedente la proiezione. Sul suo account Instagram, Evgeny Afineevsky dichiara di essere stato accolto per quell’udienza con una «torta di compleanno». Un 30-30 minuti del film (cioè meno di un terzo dell’intero prodotto) sono stati proiettati in agosto in Vaticano alla presenza del papa, secondo quanto il regista avrebbe confidato alla vaticanista americana Cindy Wooden.


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Polarizzazione delle reazioni nella Chiesa

Per ora le reazioni sembrano ignorare la confusione che è stata prodotta dal montaggio di Evgeny Afineevsky: su Twitter padre James Martin, gesuita americano che auspica un’“apertura” agli omosessuali cattolici, ha salutato le dichiarazioni del papa come «un grande passo in avanti nel sostegno della chiesa alle persone LGBT».

Il fatto che il papa parli positivamente di unioni civili – ha aggiunto – manda pure un messaggio forte lì dove la Chiesa si è opposta a quelle leggi.

Dall’altra parte, mons. Thomas Tobin di Providence (USA) ha chiesto (in un comunicato) dei chiarimenti:

La dichiarazione del papa contraddice chiaramente l’atavico insegnamento della chiesa sulle unioni omosessuali. La Chiesa non può sostenere che si accettano relazioni oggettivamente immorali.

Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, che ha visto il documentario nella première a Roma, parla da parte sua di un film costruito con piccoli estratti di video. «Non c’è niente di nuovo: quel che mi colpisce è la capacità di ascolto di Francesco», ha affermato in un’intervista rilasciata a L’Avvenire.


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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]