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Provate gli esercizi spirituali di san Francesco Borgia per crescere nell’umiltà

SAINT Francis Borgia
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Philip Kosloski - pubblicato il 21/10/20
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Niente di meglio delle meditazioni quotidiane del Gesuita Umile (grande ossimoro!) per uscire dalla comfort-zone e consolidare qualche misura di vera santità.

L’umiltà è una virtù fondamentale nel cristianesimo (ma anche per ogni persona intelligente). La vita moderna, che ci offre sempre più facilitazioni nella quotidianità, ha la fastidiosa tendenza ad abituarci a ricevere quel che vogliamo senza troppo sforzo. I consigli di san Francesco Borgia, uno dei primi gesuiti, possono permetterci di trovare finalmente l’umiltà, che è tanto necessaria a una vita spirituale sana.


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Già vice-re di Catalogna, Francesco si unì alla neonata Compagnia di Gesù nel 1546 dopo la morte della moglie. Osservò attentamente le meditazioni degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia nonché l’estensore delle Costituzioni che Paolo III Farnese aveva approvato.


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Gli Esercizi Spirituali di padre Borgia

Francesco scrisse anch’egli i propri esercizi di meditazioni, molto suggestivi anch’essi. Tra le sue opere si trova Lo specchio dell’azione cristiana, che presenta alcune meditazioni da praticare durante le faccende quotidiane. La prima va praticata mentre ci si veste per la giornata.

Entrate anzitutto in uno stato di profonda confusione considerando che vi siete vestiti, mentre Gesù Cristo era nudo in croce per amore vostro. Ringraziatelo di essersi incarnato e fatto uomo mentre era infallibilmente cosciente dell’ingratitudine che avremmo avuto nei suoi confronti; di aver scelto di abbandonare finanche i suoi vestiti per rivestirci del suo mantello di grazia, che troppo spesso disprezziamo. Vestendovi, effettuate una delle opere di misericordia corporale, cioè vestire i nudi. Imploratelo di accettare quest’atto in considerazione del drappo d’ignominia di cui fu coperto nel palazzo di Erode.

Questa meditazione permette di immergersi in uno stato d’animo pieno di gratitudine per le cose di tutti i giorni che ci sembrano evidenti. Più prendiamo coscienza della grazia che ci è data più avremo ragioni per essere riconoscenti. Francesco propone anche una meditazione da fare all’ora di cena.

Ringraziate Dio per tutta la bontà con cui vi ha nuovamente accordato un favore per il quale l’avete ringraziato al mattino stesso. Domandategli, per il suo amore infinito che lo spinse a dare la vita per voi e nutrirvi alla sua ultima cena, di preparare i vostri cuori a riceverlo con umiltà, e di vivere così unito a lui nella carità che egli possa sempre essere in voi, e voi in lui.

Ecco un altro modo per santificare le cose piccole e ordinarie senza mai dimenticare ciò per cui dobbiamo essere riconoscenti. Per finire la giornata, Francesco propone anche una meditazione al momento di mettersi in pigiama.

Considerate che vi spogliate per dormire più comodamente, mentre Gesù Cristo è nato su un giaciglio di paglia per amore vostro e non ha avuto dove posare il capo in vita. Ringraziatelo di aver tanto sofferto al fine di ottenervi la grazia di rinnegare il demonio.

Queste semplici riflessioni ci danno una grande dose di umiltà, e ci ricordano quanto siamo fortunati e vezzeggiati nelle nostre vite, soprattutto se le paragoniamo con ciò che Cristo ha patito per noi.


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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]