Papa Francesco in un documentario in uscita oggi alla Festa del Cinema di Roma a firma di Evgeny Afineevsky dice che le persone omosessuali dovrebbero godere di un qualche riconoscimento legale«Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso dalla famiglia, né rendergli la vita infelice per questo. Ciò che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile. Hanno il diritto di essere protetti a livello legale. Ho difeso questo fatto». Papa Francesco in un documentario in uscita oggi alla Festa del Cinema di Roma a firma di Evgeny Afineevsky dice che le persone omosessuali dovrebbero essere protette da una norma di convivenza civile.
Estratto dal film “Francesco” di Evgeny Afineevsky (e prodotto da lui insieme a Afineevsky Tolmor Production;
Diamond Docs; PFX Postproduction & Visual Effects Studio; UCLA School of Theater, Film and Television;) e qui riprodotto per esigenze di cronaca.
L’incontro tra Francesco e Carlos Cruz
In una testimonianza del film, Juan Carlos Cruz, vittima e attivista contro gli abusi sessuali spiega l’incontro con il pontefice: «Quando ho incontrato Papa Francesco mi ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che era successo. Juan, è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama» (La Stampa, 21 ottobre).
Matrimonio e unioni civili non sono la stessa cosa
Come ben disse il vescovo di La Spezia, Luigi Ernesto Palletti nel 2017 «nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, Francesco ha espressamente riportato e sottolineato quanto i vescovi, provenienti da ogni parte del mondo e riuniti per il Sinodo sulla famiglia, hanno autorevolmente espresso, ovvero: “Nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia” (Amoris Laetitia, n. 251)” (Avvenire)
Per il Papa e per la Chiesa le unioni civili sono un patto tra adulti regolato dallo Stato, ma non sono un simulacro del matrimonio, né devono diventarlo sotto banco.
Nel 2010 mentre era Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires, si è opposto agli sforzi per legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Sergio Rubin, il futuro biografo del papa, suggerisce che la posizione dell’allora Arcivescovo di sostenere – privatamente – l’idea delle unioni civili (del 2002) fosse un modo per impedire l’adozione del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Argentina, cercando così una sorta di compromesso (CNA).
Nel 2013 nel libro “Il Cielo e la terra“, in cui l’ormai Papa dialoga con l’amico Abraham Skorka, rettore del seminario rabbinico in Argentina, si interroga su alcune questioni sensibili del nostro tempo, dall’eutanasia alle unioni gay, alla dignità della donna. Sul tema in questione c’è questa riflessione “l’omosessualità è sempre esistita […] Di fronte ad una unione privata non c’è un terzo o una società danneggiati” (Panorama).
È chiaramente la prima volta che un pontefice si esprime apertamente a favore di questa opzione, anche se in un contesto non ufficiale tale da non impegnare il suo Magistero. Nel 2014, durante i lavori del Sinodo della Famiglia, monsignor Bruno Forte – arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale del Sinodo, aveva affermato che la Chiesa rifiutava l’uso di una «terminologia simile» per definire l’unione eterosessuale e omosessuale, ma non escludeva «la ricerca di un’eventuale codificazione dei diritti che possono essere concessi alle persone che vivono in un’unione omosessuale» al fine di proteggerle (iMedia).
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