Quanto dura la malattia COVID-19 nei più piccoli? Ecco le indicazioni da seguire se un bambino risulta positivo al tamponeDopo il ritorno a scuola, può capitare che un bambino risulti positivo al tampone per il nuovo Coronavirus. Se questo dovesse accadere, è molto importante conoscere la durata e le caratteristiche della malattia COVID-19. Questa malattia nei bambini dura, di solito, poco tempo.
Questo può dipendere dal fatto che in molti bambini l’infezione non provoca sintomi (è asintomatica) e, quando provoca la malattia, i sintomi sono di solito lievi o moderati come raffreddore, tosse e un po’ di febbre. Se presenti, i sintomi tendono a scomparire nel giro di una o due settimane: in media, la durata della malattia è di quattro o cinque giorni.
Molto spesso però i sintomi vengono sottostimati e ciò porta a ritardi nella diagnosi. Sicuramente, con l’inizio della scuola, i bambini andranno incontro a episodi di febbre e di tosse: sarà difficile dire subito se si tratta di COVID-19 o di qualche altra infezione legata alla stagione.
L’importante è che i genitori contattino il proprio pediatra, che identificherà i sintomi e, a seconda della loro gravità, potrà far eseguire i test necessari, in particolare il tampone naso-faringeo. Se al bambino verrà diagnosticata la malattia COVID-19, si cercherà di ricostruire la data dell’inizio dei sintomi.
Una volta visitato il bambino ed eseguito il tampone, il medico sarà in grado di capire se è necessario un ricovero oppure se il bambino potrà essere seguito a casa, dove l’osservazione della malattia continuerà tramite la sorveglianza dei casi di COVID-19 effettuata dalla ASL.
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Se il bambino può rimanere a casa, è comunque necessario l’isolamento di 14 giorni e potrà rientrare a scuola quando sarà guarito (totale assenza di sintomi e due tamponi negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro).
Quanto tempo ci vuole perché il tampone diventi negativo?
In genere, nei bambini la guarigione clinica è molto rapida, salvo rari casi. C’è bisogno, però, di più tempo per liberarsi dal virus (la cosiddetta escrezione virale). In alcuni bambini il virus innesca una risposta immunitaria molto rapida che permette di eliminare il virus velocemente. In altri bambini, invece, il sistema immunitario non è in grado di riconoscere in modo così rapido ed efficace il virus che tende quindi a persistere nell’organismo per più tempo.
Possono esserci ricadute?
Anche dopo la completa negativizzazione del tampone, esistono dei sintomi che possono manifestarsi anche a distanza di tempo. Questi sintomi sono stati fino ad ora osservati in bambini più grandi (di età superiore ai 10 anni) che, a distanza di 2-3 settimane dalla completa negativizzazione del tampone, sviluppavano la sindrome iper-infiammatoria.
In questi casi, molto rari, i sintomi sono molto più gravi e consistono in febbre persistente, malessere generale e nell’aggravarsi di sintomi inizialmente lievi, come tosse e dolori addominali.
Quindi, i bambini che abbiano già avuto il COVID-19 e che presentano nuovamente sintomi sospetti (febbre alta, dolori addominali, dolori articolari), devono essere portati rapidamente in ospedale, dove verranno condotte le indagini di laboratorio per ricercare nel sangue i marcatori di una eventuale iper-infiammazione.
Riconoscendo i sintomi e arrivando velocemente in ospedale, sarà possibile intervenire in maniera tempestiva e curare questi bambini che nella maggior parte dei casi guariscono senza problemi con l’impiego di farmaci che spengono rapidamente l’infiammazione. Si utilizzano con successo il cortisone e farmaci che vanno a bloccare in maniera specifica alcune molecole dell’infiammazione come per esempio l’interleuchina-1 (i cosiddetti farmaci biologici).