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Rifiuta l’aborto terapeutico: nasce a 23 settimane Nicol Vittoria e sta bene!

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 15/10/20
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Mamma Jessica rifiuta l’aborto terapeutico: “l’avrei accettata con qualsiasi problema”, e con un parto cesareo d’urgenza nasce prematura la sua bambina di soli 480 grammi. Dopo 4 mesi di incubatrice è tornata finalmente a casa!Un articolo di Avvenire pubblicato ieri, 13 ottobre, racconta la storia emozionante e straordinaria di una mamma e della sua bambina nata prematura a sole 23 settimane di gestazione.

Jessica rifiuta l’aborto terapeutico

Jessica ha 27 anni ed è già madre di due figli, Alessandro e Sofia, di 6 e 4. La terza gravidanza è più complicata rispetto alle precedenti e purtroppo alcuni medici le propongono l’aborto terapeutico che la giovane mamma rifiuta immediatamente:

mi avevano anche prospettato come ipotesi l’aborto terapeutico, ma ho rifiutato subito (…) se le cose non dovevano andare doveva deciderlo questa bimba (…) l’avrei accettata con qualsiasi problema. (Ibidem)

Parto cesareo d’urgenza: 480 grammi

L’8 maggio scorso – nel giorno della Madonna del Rosario di Pompei –  in barba ai consigli “di morte” non richiesti, a causa di un distacco della placenta nasce con cesareo d’urgenza presso il Policlinico Umberto I di Roma la piccola Nicol Vittoria. Pesa soltanto 480 grammi per 27 centimetri di lunghezza. E così fragile dimostra subito un fortissimo attaccamento alla vita, passando dal grembo della sua mamma all’incubatrice nel reparto di terapia intensiva in cui resta per quattro mesi. Un parto d’emergenza in cui mamma e figlia hanno rischiato di morire ma la prima Vittoria è questa: tutto va per il meglio.

“Sapevo che ce l’avrebbe fatta”

Il secondo step è fare i conti con le statistiche davvero poco rassicuranti: sono poche le chance di sopravvivere per la bambina, nemmeno il 30%, e ancor meno di farcela senza subire danni cerebrali. Ma Nicole sta bene e l’ultima risonanza magnetica effettuata ha fortunatamente escluso lesioni encefaliche. Una partenza in salita che ora però ha segnato un traguardo importante: 2,5 chilogrammi di peso che hanno sancito il rientro a casa della piccola che potrà finalmente farsi sballottolare di baci e coccole dai fratellini impazienti di conoscerla. Chissà quanti disegni e lavoretti avranno confezionato insieme a papà Valentino per festeggiare l’arrivo della sorellina!

Sapevo sin dall’inizio che ce l’avrebbe fatta. Perché in questi mesi lei ha sempre fatto il contrario di quello che le statistiche mediche dicevano. Per questo l’ho voluta chiamare Nicol Vittoria (Avvenire)



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Le prove e le vittorie di Nicol

Il percorso di Nicol è stato difficile e pieno di prove fin dall’inizio. Rianimata appena venuta alla luce, poi aiutata a respirare con le cannule nasali e per ultimo, a causa di un peggioramento delle condizioni, intubata e ventilata meccanicamente per 2 mesi.

Non si è fatta mancare nulla Nicol (…) la pervietà del dotto arterioso, una sepsi da stafilococco, un innalzamento della glicemia e una retinopatia della prematurità. Per fortuna si è subito dimostrata una gran guerriera e una mangiona (Ibidem)

“La forza me l’ha data la preghiera”

Possiamo soltanto immaginare la sofferenza di mamma Jessica, la sua apprensione, il senso di impotenza, il dolore di poter restare accanto alla sua bambina soltanto per poche ore. Chissà quante lacrime avrà versato di nascosto, cercando di non far preoccupare ulteriormente i figli, il marito, i parenti, serbando nel cuore i pensieri più bui. Tornare a casa e non poterla portare con sé, guardare la culla pronta, i peluche allineati… sospirando senza perdere la speranza. Jessica come ogni mamma fa il meglio che può in quei mesi infiniti: tiene la mano della figlia per il tempo concesso – e rispettando le misure imposte dall’emergenza sanitaria – cercando di trasmetterle tutto il suo amore, la sua forza, il suo calore e poi prega e l’affida a Dio. 

La forza me l’ha data la preghiera insieme alle parole sempre confortanti di medici e infermieri, in particolare i sorrisi rassicuranti della dottoressa Viviana Cardilli che ha avuto in cura Nicol. (Avvenire)

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Kristina Bessolova | Shutterstock

Dopo un mese può tenerla per la prima volta in braccio

Dopo un mese di incubatrice Jessica può finalmente abbracciare Nicol Vittoria attraverso la marsupioterapia, è un ricordo meraviglioso, indelebile, come se avesse assistito alla nascita della sua bambina una seconda volta:

La prima volta che mi hanno messo in braccio Nicol è stato dopo un mese, pesava 700 grammi (…) lì è come se avessi partorito per una seconda volta, visto che durante il parto ero sotto ossigeno (Ibidem)


Angela Bianco
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La vera Vittoria

Per la bambina ci saranno ancora visite e controlli, probabilmente un’operazione. Ma ora è a casa e sta bene, è circondata dall’amore della sua famiglia che l’ha accolta senza lasciarsi ingannare, che l’ha amata fin dall’inizio senza conoscerla, senza sapere se fosse sana o malata, e questa è la vera Vittoria!