C’è una tendenza a normalizzare troppo la vita del giovanissimo beato, proclamato tale il 10 ottobre ad Assisi. Non è così “normale”, invece, per un teen-ager pregare il Rosario ogni giorno, organizzare mostre sui miracoli eucaristici, pensare con terrore all’Inferno, offrire dei fioretti. di Giuseppe Signorin
Carlo Acutis era un ragazzino normale. Con le scarpe da ginnastica. Continuano a ripeterlo, io spero solo per far capire che la santità è alla portata di tutti, che tutti possono diventare santi, a qualsiasi età, in qualsiasi momento. E questo è verissimo. Il timore è però che il concetto si stia traducendo così: Carlo Acutis era un ragazzino normale, con le scarpe da ginnastica, quindi è sufficiente comportarsi in maniera normale, con le scarpe da ginnastica, e vivere come vivono tutti, per andare in Paradiso.
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Messa, adorazione, rosario
Ma Carlo Acutis non era normale per niente: sì, indossava le scarpe da ginnastica, ma cosa doveva mettersi ai piedi, un paio di sandali greco-romani come forse i martiri dei primi secoli? Carlo Acutis era uno con le scarpe da ginnastica, ma con le scarpe da ginnastica ci andava ogni giorno in chiesa ad adorare Dio e a partecipare alla Santa Messa. A quell’età… E poi pregava e consigliava di pregare il Rosario e aiutava i poveri, gli ultimi, chiunque incontrasse per strada.
Fioretti e confessione
Carlo Acutis era addirittura uno che faceva i “fioretti”: un millennial che fa i fioretti?! Ma quando mai? I fioretti sono sacrifici, rinunce, a favore di qualcun altro, qualcosa di assolutamente soprannaturale: quale ragazzino normale della sua età con le scarpe da ginnastica fa cose del genere? Carlo Acutis era uno che proponeva di confessarsi una volta a settimana, per sbarazzarsi anche dei peccati veniali: nemmeno la Madonna a Medjugorje osa tanto!
Mostra su miracoli eucaristici
Carlo Acutis era uno che organizzava mostre più scioccanti di quelle di Damien Hirst, con squali e mucche in formaldeide dentro teche di vetro: Carlo Acutis andava oltre, esibiva la gloria di Dio esponendo tutta una documentazione sui miracoli eucaristici, cioè Dio che si fa Ostia per nutrirci e in certi casi da Ostia si fa carne e sangue, tessuto cardiaco per la precisione, per nutrire la nostra fede incredula. Un ragazzino normale post Medioevo si occupa di queste cose?
Intelligenza e profezia
Carlo Acutis era uno che aveva predetto la sua morte. Era uno intelligentissimo, a quanto si legge, un genio dell’informatica e pensava cose come: «Un piccolo essere si rivolge all’Essere. Un finito all’Infinito. Un momento all’Eterno. Un ignorante all’Onnisciente».
Altro che santi “carini e coccolosi”
Anche santa Teresina avevano cercato di addomesticarla e farne un santino pucci pucci con le roselline, ma c’aveva visto meglio Giovanni Paolo I quando l’aveva definita una «mazza di ferro», lei che amava così tanto Giovanna D’Arco e aveva chiesto di morire come Gesù, fino a sentirsi abbandonata da Dio, fino a diventare quasi atea.
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Più novissimi che trending topic
Carlo Acutis era uno pieno di allegria ma nelle sue meditazioni non mancava lo spazio per l’inferno e Fatima (ieri, 13 ottobre, era l’anniversario del miracolo del sole): «Se veramente le anime corrono il rischio di dannarsi, come le Scritture affermano, e in modo particolare la Madonna apparendo a Fatima nel 1917 ha confermato, mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell’inferno, perché è una cosa talmente terribile e spaventosa che mi fa paura il solo pensarci».
Il suo cuore intatto è una reliquia
Carlo Acutis era uno che adesso c’ha il cuore intatto esposto in un reliquiario. Carlo Acutis era uno che sapeva quanto il bene, per farlo bene, si deve pagare:
Invocare Dio? Si fa presto a dire. Ci vuole tanta energia, fiducia, amore, assiduità, diligenza, sofferenza, se si vuole invocare con profitto il Signore. È vero, si può farlo spontaneamente, istintivamente, emotivamente, ma si corre il rischio di non riuscire. Si può fare un buco nell’acqua.
E’ un vero dono di Dio. Eccezionale, come Lui sa fare
Carlo Acutis era un ragazzino normale nel senso che non ha vissuto trentasette anni seduto in cima a una colonna come san Simeone Stilita, ma non era un ragazzino normale nel senso che si comportava come tutti gli altri ragazzini: Carlo Acutis è sempre stato speciale, è un dono che il buon Dio c’ha mandato per darci (e soprattutto darmi) una svegliata.
(Le cit. di Carlo Acutis le ho trovate su alcuni articoli di Aleteia in cui si fa riferimento al libro di Luigi Francesco Ruffato: Carlo Acutis. Adolescente innamorato di Dio).
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