Il santo lucano si avvia sul Gargano, in un pellegrinaggio lungo ed estenuante. Insieme ai compagni d’avventura si ritrova senza monete. Rischiano la vita, ma succede un fatto prodigioso che gli salva la vitaLa vita di san Gerardo Maiella è una delle più ricche in prodigi mistici ed in prove della sua complicità con gli Angeli. Nato nel 1726, figlio di un sarto di Muro Lucano, paesino della Basilicata, Gerardo, fin dalla sua infanzia, manifesta una pietà straordinaria. A sette anni, egli supplica il curato della sua parrocchia di ammetterlo alla comunione. Non è affatto l’usanza. Bisogna aspettare di avere dodici anni, ed il sacerdote non manifesta per niente l’intenzione di accordare questo diritto al ragazzino. Gerardo si ritira, col cuore afflitto. La notte seguente, è risvegliato da una luce meravigliosa.
La comunione dell’Arcangelo Michele
Al centro di questa gloria, un angelo magnifico che tiene un calice tra le sue mani. San Michele è disceso a dare al piccolo Gerardo Maiella quella comunione che il suo intransigente curato gli ha rifiutato (Si è visto prima lo stesso fenomeno a Fatima. Suor Lucia afferma che si trattava ben di una vera ostia. Lo si ritrova alla fine della vita della santa polacca Faustina, nel 1938. ). Tra Gerardo ed il Principe della Milizia celeste comincia un’amicizia che non si smentirà. Gli anni sono passati.
Prima di entrare presso i Redentoristi dove i miracoli di questo piccolo fraticello laico di ventitre anni avranno una ripercussione internazionale, il secolo degli Illuministi non trovando spiegazione ai fenomeni di bilocazione e di invisibilità, Gerardo vuole andare in pellegrinaggio al monte Gargano.
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In viaggio verso il Gargano
Il tempo è lontano dalle grandi folle che si accalcavano verso la montagna del santo angelo. Il santuario è dimenticato e non ha più conosciuto nessuna pubblicità da molti lustri. I filosofi illuministi si divertono alle spalle dei semplici che credono ancora agli angeli. Appena qualche pio fedele, originario dell’Italia del Sud, dirige ancora i suoi passi verso il monte Gargano. Gerardo è uno di questi ed egli ha trovato il mezzo di trascinare in questo viaggio molti dei suoi amici. Ma essi sono giovani ed imprevidenti.
Il monte Gargano sembrava loro molto vicino. Il gruppetto è partito con spensieratezza, senza preoccuparsi molto né dei viveri né del denaro. Gli imprudenti ragazzi si accorgono presto che sono stati irreflessivi: la strada è più lunga del previsto, essi non hanno economizzato le loro troppo rare provvigioni e non hanno un soldo in tasca. E’ troppo tardi per tornare indietro. Si ha un po’ di panico… Solo Gerardo non si impressiona negativamente. Egli afferma, sereno, che, arrivati al monte, troverà un mezzo per arrangiare le cose al meglio.
Il giovane e le monete
Al punto in cui sono, gli altri decidono di fargli fiducia. I piedi addolorati, la lingua secca, il gruppo si affatica sulla scale della chiesa. Tutti gettano degli sguardi di invidia sperduta ed impotente verso i pochi negozi e gli alberghi in cui, in mancanza di denaro, essi non possono andare. Gerardo chiede loro un poco di pazienza supplementare ed entra nella basilica. Egli si inginocchia davanti alla statua dell’Arcangelo, implora San Michele di venire in loro aiuto. Quando Gerardo si alza e smette le sue preghiere, un giovane sconosciuto si avvicina a lui e, senza una parola, gli scivola una borsa piena di monete nella mano. La Provvidenza aiuta il pellegrinaggio di Gerardo. L’Arcangelo ha ascoltato la sua implorazione. E’ il segno di un rapporto tra i due, che, nel tempo, sarà sempre più intenso.
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