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I doni soprannaturali del “Padre Pio” di Napoli

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/09/20
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Il 19 novembre cadono i 50 anni dalla morte di don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano di cui è aperta la causa di beatificazione

Il 19 novembre cadono i 50 anni dalla morte di don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano di cui è aperta la causa di beatificazione. Padre Pio lo chiamava «il santo apostolo di Napoli» e ai pellegrini della sua città che gli si presentavano a Pietrelcina era solito dire: «Che ci venite a fare qui da me, voi che tenete don Dolindo a casa vostra?».

Anche don Dolindo, del resto, era dotato di carismi fuori dal comune: dialogava con il Cielo, leggeva nei cuori della gente, per la sua intercessione gli ammalati guarivano, era soggetto a fenomeni di bilocazione… Studioso colto e sapiente scrisse un Commento ispirato dei testi biblici.

Di quest’uomo di Dio straordinario esce ora per le Edizioni Ares di Milano e, in lingua polacca, per le Edizioni Esprit di Cracovia la prima biografia completa. È scritta dalla nipote Grazia Ruotolo insieme con il giornalista Luciano Regolo e si intitola «Gesù, pensaci tu» (pp. 288). Contiene un prezioso inserto fotografico e la testimonianza eccezionale di mons. Vittorio Formenti della Basilica papale di Santa Maria Maggiore, il quale in Prefazione racconta un miracolo appena capitato nella sua famiglia grazie a don Ruotolo.

Il contatto con Padre Pio

Sacerdote, esorcista, ora servo di Dio, don Dolindo fin da giovane ha intessuto dialoghi con il Cielo, in particolare con il Signore Gesù, la Madonna ma anche l’angelo custode e santa Gemma Galgani. La sua figura è legata a quella di Padre Pio, con cui era in contatto spirituale e con il quale condivise la salute sempre provata, fenomeni mistici come le bilocazioni, gli scontri notturni con il demonio e l’obbedienza serena all’autorità della Chiesa nei tempi del più freddo discernimento.

A young Padre Pio

Public Domain via Wikimedia
A young Padre Pio.

La profezia

Nel 1965 predisse, con 13 anni di anticipo, l’elezione di Giovanni Paolo II. Questi doni soprannaturali erano il frutto dell’adorazione, della preghiera contemplativa, delle mortificazioni mediante le quali il mistico si preparava all’incontro con i fedeli che lo assediavano per ascoltare le sue prediche, confessarsi, chiedere intercessioni e consigli.

JAN PAWEŁ II

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Il Commento alla Sacra Scrittura

Teologo e apologeta, scrisse molte opere fra cui spiccano un Commento alla Sacra Scrittura in 33 volumi, ma anche le migliaia di semplici messaggi, aforismi e le devozioni cristiane che gli venivano dettate nelle locuzioni interiori e che trascriveva sulle immaginette che donava a tutti come sostegno nella fede. Il suo primo insegnamento è stato di vivere guardando sempre a Gesù, nella certezza che in ogni circostanza, anche la più difficile e dolorosa, se ci affidiamo a Lui, la nostra vita volgerà al bene.

Le somiglianze con Natuzza

Luciano Moia, nella prefazione al libro «Gesù, pensaci tu» riscontra «costanti, incredibili analogie anche tra Natuzza e don Ruotolo. Non solo nell’amore-immedesimazione con il Cristo che segnò l’esperienza mistica di entrambi, anime vittime disposte a offrire la propria sofferenza per la salvezza del prossimo o per lo slancio che nutrirono tutte e due per la Vergine Maria: mi ha profondamente emozionato che don Dolindo si de- finisse “un verme” come Natuzza, e mentre lei parla- va dei “merletti”» di Gesù, lui descriveva ogni evento della vita come parte del “ricamo” di Dio».

natuzza

Youtube
Natuzza pochi mesi prima di morire

«Per non parlare – prosegue il giornalista – delle straordinarie coincidenze nei loro colloqui mistici col Cristo: a tutti e due Egli riferisce del «sacerdozio d’amore» o della tendenza dell’uomo a sentirsi «medico di se stesso» e quindi a pensare di conoscere da sé la cura necessaria per la propria esistenza, dimenticando che solo il Signore, al quale dovremmo affidarci, conosce il nostro vero bene. Così pure è analogo, in modo sorprendente, il rapporto da loro intessuto con gli angeli, i quali mostrarono a entrambi di cedere il passo davanti ai sacerdoti, in quanto essi sono i ministri di Dio che rinnovano la presenza di Gesù tra noi mediante la Celebrazione eucaristica».



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