Lo spirito celeste faceva da "postino" tra la santa con le stigmate e il suo padre spirituale
Gemma Galgani, la santa stimmatizzata di Lucca, scherzava spesso con il suo angelo rivolgendosi a lui con un secco: “Ma la finisci di spiarmi!”, cui poi faceva seguire un luminoso sorriso. «Gesù non mi ha lasciata sola, egli permette al mio angelo custode di rimanere sempre con me», si legge in un suo testo.
E sulla presenza costante dell’angelo custode nella vita umana una delle testimonianze più autorevoli è proprio quella di padre Germano di San Stanislao, il colto e illuminato passionista che fu padre spirituale di Gemma e che ne scrisse la biografia fondandosi su quanto aveva personalmente visto, oltre che sul diario e sulle lettere della santa.
“Me lo farete sapere, vero?”
Una delle più sorprendenti caratteristiche del ministero dell’angelo custode della ragazza era il fatto che ella, vivendo a Lucca, spesso lo incaricava di recapitare messaggi al padre spirituale a Roma, oppure a persone che risiedevano in altri posti lontani. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, le risposte le giungevano tramite il medesimo angelo, oppure recapitate dall’angelo custode del suo padre spirituale.
Per esempio, il 15 settembre 1900, gli scrive: “Venerdì mattina vi ho mandato una lettera per mezzo del vostro angelo custode. Egli mi ha promesso che ve l’avrebbe recapitata. Spero che la abbiate ricevuta. Egli l’ha presa con le sue mani. Me lo farete sapere, vero?”.