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3 cose da fare per effondere lo Spirito Santo nella propria parrocchia

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 01/09/20
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Si inizia praticando il Ministero dell’intercessione in gruppo, per poi sperimentare quanto appreso e condividerlo con gli altri fedeli

Il ministero dell’intercessione nei gruppi ecclesiali è l’esercizio di quel particolare dono di preghiera concesso come carisma dal Signore – ridestato con una particolare effusione dello Spirito Santo – a quei fedeli che si rivolgono al suo Cuore misericordioso per le necessità spirituali e materiali dei singoli e dei gruppi, della Chiesa e del mondo.

Il Ministero dell’intercessione, scrive Don Marcello Stanzione nel suo libro “Come si fa la preghiera di intercessione” (Edizioni Segno), di per sé è aperto a tutti, supponendo che il Signore a tutti abbia dato nella Chiesa la grazia di una rinnovata preghiera.

Uno dei doni più belli, infatti, che egli ridesta in chiunque abbia ricevuto veramente l’effusione dello Spirito è una nuova potente preghiera. E, dentro la preghiera, c’è l’intercessione.

In alcuni, tuttavia, per un vero carisma donato dallo Spirito Santo, questo dono si manifesta in misura maggiore, a somiglianza di quello elargito al profeta Isaia, scelto “per placare l’ira prima che divampi,per ricondurre il cuore del padre verso il figlio e ristabilire le tribù di Giacobbe” (Sir 48,10).

L’effusione nello Spirito

Se in alcuni è più marcati, nessuno viene escluso da poter donare agli altri la grazia dell’“effusione nello Spirito”. Come il sale si deve sciogliere nell’acqua e come la luce si deve espandere nell’aria, così lo Spirito Santo rinnova sempre tutta la Chiesa.

Un ministero, esercitato dapprima nell’ambito più ristretto del gruppo, dovrà poi essere praticato con zelo e competenza nell’ampia Chiesa locale.

La “comunicazione” dello Spirito Santo

Sarà lo stesso Spirito Santo – che tu molto spesso invochi – a comunicarti luce, forza e coraggio man mano che avanzerai, con l’umiltà propria del Servo di Jahvè, in questo cammino ministeriale. Vedrai che il parroco non mancherà di dare fiducia alla tua preparazione e alla tua validità nel servizio pratico. Trasferisci, quindi, quello che hai imparato, nella tua parrocchia.

1) La preghiera dei fedeli

Potresti iniziare semplicemente contribuendo, in modo vivo e spontaneo, alla preghiera dei fedeli durante l’eucaristia domenicale della comunità.

2) L’ora di adorazione

Forse un secondo passo potrebbe essere il prendere l’iniziativa di sostenere, insieme ad alcuni altri fratelli e sorelle, un’ora di adorazione settimanale, intercedendo per le iniziative spirituali della parrocchia.

Così, con umiltà e a piccoli passi, opererai in maniera viva nella Chiesa. E sarai un po’ simile a Maria SS.ma, la Vergine del Cenacolo, Vergine silenziosa e potente.

3) Cellule viventi

Infine, guardati intorno. E fatti indicare, in preghiera, da Gesù quei fratelli e quelle sorelle che hanno ricevuto il tuo stesso dono. Mettetevi insieme! Intreccia cioè delle mini-alleanze così da far nascere ministeri spontanei.

Questi saranno cellule viventi di una Chiesa sempre più rinnovata. È lo Spirito che li sta suscitando, perché, tramite anche diversi ministeri o servizi laicali, la pienezza della vita divina circoli sempre meglio in tutte le membra del corpo mistico di Cristo.



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