La nomina a sorpresa all’interno del Consiglio per l’economia. Affiancheranno laici e cardinali. Con il pontificato di Francesco sono aumentato di 600 unità le donne che lavorano per la Santa Sede
In Vaticano sono aumentate le donne impiegate, soprattutto ai piani alti. Non era mai capitato nella bimillenaria storia di Santa Romana Chiesa. La mattina di Capodanno papa Francesco, un po’ a sorpresa, aveva scandito: la donna «va pienamente associata ai processi decisionali» (Il Secolo XIX, 7 agosto).
Le nomine nel Consiglio per l’Economia
Il Consiglio per l’economia, composto da otto cardinali e sette laici, è stato istituito dal Papa nel 2014 nel tentativo di riformare le finanze e di appianare una serie di scandali finanziari che il Vaticano ha dovuto affrontare in passato.
Il Consiglio non ha mai visto la nomina di una donna da quando è stato costituito nel 2014. Ora Francesco ne ha nominate ben sei: la mossa più significativa che Papa Francesco abbia compiuto nel suo impegno a dare più ruoli di leadership alle donne nella Chiesa.
Chi sono le sei donne
Le sei donne nominate sono tutte europee e hanno alti livelli di competenza in materia bancaria, finanziaria, gestione patrimoniale e diritto internazionale. Includono l’ex ministro del Lavoro Ruth Kelly e l’ex tesoriere del principe Charles Leslie Ferrar, entrambi dal Regno Unito, Charlotte Kreuter-Kirchhof e Marija Kolak, entrambe dalla Germania, e Maria Concepción Osácar Garaicoechea ed Eva Castillo Sanz, entrambe dalla Spagna (Sputnik news, 8 agosto).
Numeri diversi tra Ratzinger e Bergoglio
La presenza femminile nel personale a servizio del Pontefice e della Santa Sede negli ultimi dieci anni è cresciuta sia in numero assoluto che in percentuale. Ma a imprimere una sterzata è il recente incremento in ruoli di rilievo.
Nel 2010, con Benedetto XVI, erano impiegate in Vaticano 4.053 persone, di cui 697 donne, circa il 17%. Nel 2019 invece, la Santa Sede e la Città del Vaticano assommavano insieme 4.618 dipendenti, di cui il 22% (1.016) donne.
La nomina della Jatta
Un dato sottolineato da Vatican News riguarda «l’aumento del numero di occupate presso la Santa Sede, cioè la Curia romana con tutte le sue entità che aiutano il Papa nell’amministrazione della Chiesa universale».
Nel 2010 erano 385, nel 2019 649, «per cui la loro quota è passata dal 17,6 a più del 24%». Meno avanzata resta la situazione nell’apparato statale vaticano, dove la crescita è più lenta e interessa soprattutto le posizioni meno qualificate. Con un’eccezione d’impatto: dal 2016 Barbara Jatta è direttrice dei Musei Vaticani.
Le sottosegretarie di Francesco
Per quanto riguarda la Curia, il livello più alto raggiunto è di sottosegretario, che generalmente occupa il terzo posto nell’ordine gerarchico, dopo i prefetti o presidenti, e i segretari.
Francesco ha raddoppiato le sottosegretarie, da due a quattro. Su un totale di ventiquattro, cioè una su sei. E a gennaio, pochi giorni dopo il «proclama» di Capodanno, la scelta più importante: Francesca Di Giovanni è diventata sottosegretario nella Sezione per i Rapporti con gli Stati, nel centro nevralgico del Vaticano.
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