Sono le apparizioni che secondo la Commissione Teologica Internazionale “constano di soprannaturalità”. I dialoghi con la Beata Vergine Maria sono ricavati dai verbali dei veggenti
A partire dal 24 giugno 1981 alcuni ragazzi e ragazze del villaggio bosniaco di Medjugorje sono stati posti a confronto con degli eventi straordinari. Raccontano di aver visto la Madonna (Gospa in croato) che sarebbe loro apparsa sul monte Podbrdo.
La Commissione Teologica Internazionale, che ha studiato il caso fino al 2014, ha riconosciuto come soprannaturali le prime sette apparizioni della Madonna.
In “Dossier Medjugorje” (San Paolo), il giornalista e scrittore Saverio Gaeta, racconta quei giorni che hanno segnato per sempre la storia di Medjugorje, e riassume i verbali dei veggenti, nei quali spiegano la Madonna avrebbe detto loro.
I veggenti di Medjugorje sono: Ivanka Ivankovic ́, Mirjana Dragicˇevic ́, Vicka Ivankovic ́, Ivan Ivanko vic ́, Milka Pavlovic ́ e Ivan Dragicˇevic ́ (c’è da dire che i veggenti Marija Pavlovic ́ e Jakov C’olo, tutt’ora parte dei 6 veggenti, si sono aggiunti il 25 giugno 1981; mentre Milka Pavlovic ́ e Ivan Ivankovic ́ sono “usciti” dal gruppo dei veggenti). Vediamo ora, la cronaca delle apparizioni che “constano di soprannaturalità”, comprese tra il 25 giugno e l’ 1 luglio.
24 giugno 1981: la Madonna non parla
Nel pomeriggio del 24 giugno 1981, la sedicenne Mirjana Dragičević si recò con la quindicenne Ivanka Ivanković a fare una passeggiata sul sentiero alla base della collina del Podbrdo. Intorno alle 17 le due ragazze stavano rientrando verso casa, quando Ivanka vide, in alto a circa duecento metri di distanza, una figura luminosa. Subito esclamò: «Guarda, la Gospa».
Mirjana però la tacitò immediatamente: «Ma quale Madonna…?». In seguito, quest’ultima spiegherà: «Non avevo mai sentito prima la possibilità che la Madonna potesse venire sulla terra. Per questo non ho guardato. Ero arrabbiata, poiché mi han- no insegnato che con il nome di Dio e della Madonna non si scherza».
Dinanzi alla reazione di Mirjana, Ivanka si bloccò: «Non riuscivo a credere che stavo davvero vedendo quel che pensavo di vedere. Ero totalmente confusa». Cosicché continuarono a camminare verso l’abitazione della famiglia Pavlović, davanti alla quale si trovava la figlia minore, la tredicenne Milka, che chiese alle due di accompagnarla a recuperare alcune pecore proprio sul Podbrdo. Ivanka, tornata nel luogo dove aveva avuto la precedente visione, avvistò nuovamente una donna, poggiata come su una nuvoletta, che faceva cenno di avvicinarsi e teneva un neonato fra le braccia. Questa volta pure Mirjana vide la medesima figura.
Milka era al loro fianco, anch’ella stupefatta per la visione, e così le trovò l’amica sedicenne Vicka, che era andata a cercarle lungo quel consueto sentiero di passeggiate. Al loro grido: «Vicka, ecco lì la Madonna!», la ragazza si impaurì e scappò, ma poco dopo incontrò il ventunenne Ivan Ivanković e il sedicenne Ivan Dragičević. Con loro, tornò sui propri passi e all’improvviso tutti e tre ebbero quella straordinaria visione. Qualche attimo di indecisione e, in ordine sparso, i sei veggenti presero a fuggire in direzione del paese.
25 giugno 1981: la preghiera in ginocchio
Il giorno seguente, 25 giugno, dopo aver rimuginato e pregato a lungo durante la nottata, Mirjana, Ivanka e Vicka decisero di tornare sul Podbrdo: «Se era proprio la Madonna, forse verrà ancora», si dissero. Verso le 18 si incamminarono, passando prima per casa di Milka, che però era andata a fare una commissione. Dal balcone si affacciò la sorella maggiore, la sedicenne Marija Pavlović, in compagnia del cuginetto Jakov Čolo di dieci anni: «Ho chiesto, nel caso si fosse verificato qualcosa, di venirmi ad avvertire, poiché volevo vedere», ricorderà.
Pochi minuti dopo, lungo la strada sterrata, le tre ragazze rividero la scena del giorno precedente. Vicka corse subito a chiamare Marija e Jakov e, come ha raccontato in seguito, «quando ci siamo riuniti tutti, la Madonna ci ha chiamati col gesto della mano. Corremmo attraverso quei cespugli spinosi come se qualcosa ci portasse. Non c’erano per noi né sassi né cespugli. Come se tutto fosse stato di gomma, di spugna, di qualcosa che non si può descrivere». Giunti di fronte all’apparizione, che questa volta non aveva il bambino in braccio, «siamo caduti in ginocchio e abbiamo iniziato a dire qualche preghiera: il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria».
Sul Podbrdo, attorno ai ragazzi, si erano intanto radunati una quindicina di compaesani. Al termine dell’apparizione, il meccanico trentottenne Marinko Ivanković prese l’iniziativa di recarsi alla parrocchia di San Giacomo, dove però scoprì che il parroco, il francescano Jozo Zovko, era assente per un corso di esercizi spirituali. Ad ascoltarlo fu il confratello Zrinko Čuvalo, che accolse molto freddamente il suo racconto e si limitò a replicare: «Marinko, lasciamo che quelli cui è stato permesso di vedere vedano; e quelli che non ne hanno avuto il permesso non vedano». Questa del 25 giugno è considerata la prima apparizione che “consta di soprannaturalità” dalla Commissione del Vaticano.
26 giugno 1981: “Perché sei venuta qui?”
Il 26 giugno quello che verrà soprannominato il “collegio dei sei veggenti” – composto da Ivanka, Mirjana, Vicka, Ivan, Marija e Jakov – si ritrovò alla base del Podbrdo e Mirjana vide per prima i tre lampi di luce che divennero il consueto annuncio che la Madonna stava per arrivare, con la segnalazione del luogo dell’apparizione, cosicché i ragazzi scattarono verso la sommità della collina. Nella serata precedente, Vicka aveva ragionato con la mamma su cosa si potesse fare per verificare l’identità di quella figura e avevano pensato di utilizzare l’acqua benedetta.
Vicka asperse vigorosamente la “bella fanciulla”, dicendole: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen. Se sei la Gospa, resta con noi; se non lo sei, vattene!». Ne ricevette in cambio un sorriso e a quel punto i veggenti cominciarono a recitare la tradizionale preghiera dei sette Padre nostro, Ave Maria e Gloria al Padre. Alla domanda: «Perché sei venuta qui?», l’Apparsa rispose: «Sono venuta poiché ci sono molti devoti credenti qui. Sono venuta per convertire e per riconciliare il popolo».
27 giugno 1981: “Sono la Beata Vergine Maria”
Il 27 giugno le autorità comuniste avevano condotto i sei ragazzi nel commissariato di Citluk, competente per territorio, dove vennero interrogati fra lusinghe e intimidazioni. Quindi, Ivan tornò a Medjugorje in automobile con lo zio e si avviò a piedi verso il Podbrdo, ma a metà strada non riuscì più a camminare per i crampi alle gambe.
A padre Jozo racconterà che a quel punto la Madonna gli era andata incontro e gli era apparsa da solo. Gli altri cinque si fecero portare da un taxi all’inizio della collina e quindi corsero su per il pendio, fino al pianoro dove attualmente c’è la bianca statua della Regina della Pace. Nell’arco di pochi minuti vennero attorniati da molti concittadini emozionati e sconcertati, che poterono ascoltare le loro parole e quelle della Madonna, da loro ripetute ad alta voce. Alla richiesta di Vicka su quale fosse il suo nome, la donna rispose: «La beata Vergine Maria».
28 giugno 1981: credere anche senza vedere
Il 28 giugno l’apparizione ebbe luogo al consueto orario, alla presenza di molta gente, che aveva affollato il Podbrdo, e il dialogo della Madonna con i veggenti insisté sulla necessità di avere una fede ferma e di credere anche senza vedere.
In serata i ragazzi si recarono nella canonica per essere nuovamente sottoposti alle domande di padre Jozo dinanzi al registratore.
Dalla trascrizione si percepisce tutta la diffidenza con cui il francescano trattò i veggenti. Un esempio per tutti, il “botta e risposta” con Mirjana: «Lei viene, voi la vedete, lei tace, voi tacete. Tutto ciò non dà un’impressione convincente, lo sai? Lo so, anch’io non crederei tanto facilmente. Se non la vedessi, probabilmente pure io non crederei».
29 giugno 1981: la visita psichiatrica
Il 29 giugno i sei ragazzi vennero visitati dapprima nell’ambulatorio di Čitluk e quindi nell’ospedale psichiatrico di Mostar, dove la dottoressa Milija Džudža li visitò tutti insieme per circa un’ora e, al termine, riconobbe la loro normalità.
Rientrati a Medjugorje, verso le 17.30 ebbero nuovamente l’apparizione sul Podbrdo e quindi furono sottoposti a un ulteriore interrogatorio da parte di padre Jozo.
30 giugno 1981: “A che ora?”. “Alla stessa ora”
Nel primo pomeriggio del 30 giugno, le quattro ragazze e Jakov, con la scusa di sottrarli alla pressione dei curiosi, vennero condotti a fare una gita in automobile da due assistenti sociali appartenenti al Partito comunista. Verso le 18 si trovavano nella zona di Cerno quando percepirono una chiamata interiore e pretesero di scendere dalla macchina.
Da quel luogo, testimoniò Vicka, «vedevamo il Podbrdo e la gente che vi si era radunata. Quando abbiamo iniziato a pregare, sopra la gente è apparsa una nube luminosa. Però subito ci si è accorti che si trattava della Madonna; noi l’abbiamo vista subito chiaramente. Si librava nell’aria, i suoi vestiti ondeggiavano. Veniva verso di noi. Era una cosa meravigliosa, non si può descriverla».
Mirjana le domandò se le apparizioni avrebbero potuto aver luogo in chiesa e la Madonna sorrise e fece cenno di sì con la testa: «A che ora? Alla stessa ora». Invece Ivan ebbe ancora una volta l’apparizione da solo, dopo essere salito per un sentierino sulla collina.
1 luglio 1981: “Esci e proteggi i ragazzi”
Nel pomeriggio del 1° luglio, padre Jozo stava pregando in chiesa quando all’improvviso sentì una voce che gli diceva: «Esci e proteggi i ragazzi».
Nell’esatto momento in cui aprì la porta di mezzo della chiesa, i ragazzi gli corsero incontro: «La polizia ci sta inseguendo, nascondici». Il francescano li condusse in una stanza vuota sul lato destro dell’altare, dove ricevettero per la prima volta l’apparizione in chiesa, che ebbe luogo qui anche nei due giorni successivi.
Cosa accadde dopo
Quella dell’ 1 luglio è l’ultima apparizione che “consta di soprannaturalità”, secondo l’indagine della Commissione Teologica.
Il 2 luglio si verificò, sostengono i veggenti, un’altra apparizione, e nella serata del 3 luglio, i veggenti espressero ai fedeli raccolti in chiesa la convinzione che quella sera, la decima apparizione, sarebbe stata l’ultima, al punto che il 4 luglio non fissarono alcun appuntamento per ritrovarsi insieme.
Vicka era andata a raccogliere fiori: «Quando arrivò l’ora dell’apparizione le mie mani si erano intorpidite. Caddi in ginocchio»; Mirjana si era recata a Sarajevo; Ivan si trovava a casa; così anche Marija: «Stavo entrando nella mia stanza e vidi la Madonna. Caddi in ginocchio, in preghiera».
Cosicché, è ancora Marija a raccontare, «dissi agli altri: “La Madonna è venuta da me”. Anche tutti loro l’avevano vista. Perciò domenica ci riunimmo e lei venne. Concludemmo che qui non era come Lourdes (con un numero limitato di manifestazioni, ndr.)».
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