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Scopre di avere un tumore in gravidanza e rimanda le cure per salvare il figlio

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 16/06/20
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A Patrizia viene diagnosticato il cancro al seno quando è al quinto mese di gestazione. Sceglie di posticipare l’intervento per custodire la vita che porta in grembo. Federico è nato e sta bene: è lui che le dà la forza di lottare! Da Napoli ci giunge la storia di una madre che ha anteposto il benessere del figlio che aveva in grembo alla propria salute, messa in grave pericolo dalla scoperta di un tumore.

È al quinto mese quando scopre di avere un cancro al seno

Patrizia, 34 anni, al quinto mese di gravidanza avverte un nodulo al seno per cui viene sottoposta agli accertamenti di rito, biopsia compresa, che conducono al temuto verdetto. Appena messa al corrente della diagnosi, la comunica al fidanzato lasciandolo libero di andar via per la sua strada: lui invece decide ben diversamente e le chiede di sposarlo. A questo punto bisogna decidere come affrontare la malattia nell’ambito della Breast Unit dell’Ospedale Cardarelli a cui si affida, seguita dall’equipe del professor Ferdinando Riccardi, direttore di Oncologia, e dal Professor Claudio Santangelo, direttore del Reparto di Ostetricia e Ginecologia.

Prima il bambino

È essenziale definire attentamente il percorso da effettuare in vista dell’intervento chirurgico, tenendo conto della stato di gravidanza, permettendo alla donna di raggiungere un’età gestazionale compatibile con il parto.

Ho dovuto scegliere – racconta la signora – perché portando avanti la gravidanza avrei ritardato le mie cure. (Avvenire)

Patrizia non ha dubbi e decide di posporre l’intervento dopo la nascita del bambino. I due primari pianificano la terapia, concordandone la progressione con la paziente. Il primo ciclo di chemioterapia viene somministrato il 18 giugno del 2019.

C’era la possibilità di perdere i capelli già tra la prima e seconda chemio fissata per il 9 luglio – ricorda – fortunatamente non è stato così, non sono mai diventata calva, avevo paura di questo. (Ibidem)


Angela Bianco
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“La gioia di sentire piangere mio figlio”

Prima del parto, avvenuto in settembre, Patrizia che nel frattempo si è felicemente sposata effettua 4 cicli di chemioterapia.

Quando l’ho sentito piangere ho chiesto ai dottori come stesse, alla risposta positiva ho detto: “Ora fate quello che dovete” – sottolinea Patrizia – La gioia di sentire piangere mio figlio, di vederlo, è stata indescrivibile. Ho pensato: “Finalmente è qui, finalmente è fuori”. (Il Messaggero)

Federico mi ha dato la forza di combattere

Nato Federico, a gennaio scorso Patrizia è stata sottoposta all’intervento chirurgico che aveva coraggiosamente scelto di rinviare per il suo bambino: ora sta effettuando l’ultimo ciclo di chemioterapia e ha iniziato la radioterapia per completare l’iter terapeutico. A dispetto di ciò, si sente piena di energie e voglia di vivere, come traspare con una punta di orgoglio dalle sue parole:

Sono stata forte, sapevo di dover stare bene per mio figlio, per prendermi cura di lui. Credo che sia stato questo a darmi la grazia di affrontare una situazione che, fino a quando non la vivi in prima persona, non capisci cos’è fino in fondo. Devo molto ai medici, alla loro professionalità, all’umanità con la quale sono stata accolta e all’organizzazione messa in campo dalla direzione generale del Cardarelli. (Avvenire)

L’incredibile coraggio di Patrizia e di tutte le madri che in ogni parte del mondo mettono in pericolo la propria vita, a volte fino a morire, per salvaguardare i figli che portano in grembo è una testimonianza che scandalizza gli uomini e le donne del nostro tempo convinti che il senso della vita sia pensare a se stessi. Mentre la felicità più profonda, come scrive don Fabio Rosini e ci ricordano queste mamme, è prendersi cura di qualcuno. 


MASSIMILIANO OSSINI
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