Talvolta i demoni picchiavano San Giovanni Maria Vianney, lasciando sul suo corpo delle lividure visibili; uno di questi demoni era da lui chiamato scherzosamente “le Grappin”
La casa canonica del Curato d’Ars e i misteriosi casi di infestazione diabolica che si sarebbero verificati al suo interno. Li racconta Don Marcello Stanzione in “La liberazione dei luoghi infestati dagli spiriti maligni” (edizioni Segno).
San Giovanni Maria Vianney, per la gran mole di lavoro apostolico che realizzava per il bene delle anime, non poteva non attirare le ire dell’Inferno. Infatti fu spesso molestato dai diavoli senza dare loro il minimo appiglio; i diavoli infatti facevano rumori spaventosi lanciando forti urla dall’interno della sua canonica.
Talvolta i demoni lo picchiavano lasciando sul suo corpo delle lividure visibili; uno di questi demoni era da lui chiamato scherzosamente “le Grappin”.
Il Grappino
Nella stanza del santo, Gesù, la Madonna e gli angeli venivano ad assisterlo nelle sue lotte contro il “Grappino”. Un maresciallo della gendarmeria, Napoly, venuto a cercare l’abate Vianney di notte, davanti alla porta della canonica udì voci minacciose. Quando il curato apparve con la sua lanterna: “Non è nulla – disse – è il grappino”, poi vedendo che il gendarme tremava dalla paura, lo prese per mano e lo accompagnò fino dinnanzi la chiesa.
La testimonianza della collaboratrice
Caterina Lasagne, una delle collaboratrici più vicine al sacerdote, scrive nei suoi ricordi:
«[…] Lo stesso anno in cui il Signor Curato si disponeva a fondare una scuola per le ragazze, credo sia verso l’anno 1824, noi eravamo a quel tempo presso le religiose di San Giuseppe a Fareins con Benedetta Lardet, per la nostra istruzione. E quando sono ritornata il sabato, come facevamo sempre per passare la domenica ad Ars, mi hanno raccontato che il signor Curato provava molte noie a causa di rumori che sentiva alla canonica durante la notte».
La paura del giovane Verchere
Si pensava che fossero dei ladri, o qualcuno che voleva fare del male a Giovanni Maria Vianney. «Allora molti giovani si sono armati di fucili per custodirlo, gli uni come sentinelle al campanile, altri al presbiterio – ricorda Caterina Lasagne – Un giovane chiamato Verchère (fabbro ad Ars) era nella stanza vicina a quella in cui era il Signor Curato, quando improvvisamente, durante la notte intese un rumore spaventoso. Sembrava che facesse a pezzi un armadio che era nella stessa stanza. Il povero ragazzo spaventato corre in tutta fretta verso la stanza di don Vianney e lo chiama. Ecco come lo raccontava il santo Curato: ‘Il mio caro Verchère non pensava più che aveva un fucile, si credeva perduto’».
La forca
Una notte che era caduta della neve, non si videro le tracce di nessuno. Allora don Vianney comprese che non erano dei ladri, rinviò le sue guardie e rimase solo nel combattimento.
«Egli – sottolinea la collaboratrice – si era armato prima con una forca in ferro che poneva a fianco del suo letto e diceva che talvolta sentiva strappare le tende del suo letto, credendo di trovarle in pezzi l’indomani. Si affrettava a prendere la sua forca, credeva che fossero dei ratti. Ma più egli scuoteva, più si strappava. E l’indomani, le tende non avevano male».
La voce del demonio
Altre volte il demonio bussava alla porta della sua stanza e lo chiamava Vianney. «Egli diceva che era una voce aspra. Altre volte, egli diceva: ‘Grappino ha colpito alla mia porta questa notte. Non gli ho detto di entrare. È entrato lo stesso. È venuto a sbattere la casseruola sul secchio d’acqua che è sul mio camino. L’ha battuta spesso’».
“Come un grande cavallo”
Un’altra volta, il Curato d’Ars diceva: “Sembrava che fosse un grande cavallo che era nell’appartamento, al di sotto della mia stanza, che saltava fino al soffitto e ricadeva poi sulle sue quattro zampe sul pavimento”.
Altre volte diceva che aveva sentito nel suo cortile come un esercito di austriaci o di cosacchi che parlavano confusamente un linguaggio che non comprendeva.
La volta che allontanò il demonio
Un altro episodio, che riporta sempre la sua collaboratrice, si verificò mentre San Giovanni Vianney era impegnato nel leggere il suo breviario a fianco al fuoco. «Sentiva soffiare forte un rumore al suo fianco, come se qualcuno vomitasse del pietrame o dei grani di grano. Allora, pensando che fosse il demonio, egli disse: ‘Vado alla casa della Provvidenza. Dirò quello che Dirò quello che fai per farti disprezzare. E subito ha smesso’. In effetti, egli è venuto all’istante a raccontarci ciò».
Queste visite notturne erano molto frequenti. San Giovanni Vianney notava che ciò accadeva soprattutto quando alcuni peccatori volevano convertirsi e che in effetti essi giungevano ad Ars, presso di lui, per porre ordine nella loro coscienza e menare una vita migliore, cosa che non piaceva al demonio.
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