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620 cristiani ammazzati in Nigeria da inizio 2020: la strage di cui nessuno parla

CHRZEŚCIJANIE W NIGERII
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/05/20
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Dal 2009 al 2020 ammontano a 32mila le vittime di Boko Haram e degli altri gruppi islamici a loro vicini. Una persecuzione pesantissima per i cristiani

Seicentoventi cristiani macellati dagli jihadisti islamici in quattro mesi e mezzo. Non siamo ancora a metà anno e i primi mesi del 2020 sono stati scanditi dalla furiosa caccia al cristiano in Nigeria.

I numeri, agghiaccianti, sono stati pubblicati nel report dell’International Society for Civil Liberties and the Rule of Law (Intersociety), coraggiosa associazione nigeriana che dal 2008 si batte per promuovere le libertà civili, lo stato di diritto, la riforma della giustizia penale e il buon governo del Paese (Tempi.it, 21 maggio).

Morti, case distrutte e chiese date alle fiamme

«I pastori fulani, Boko Haram, Iswap (fazione di Boko Haram appoggiata dall’Is) hanno intensificato le violenze anticristiane nel centro del paese e nelle regioni nord-orientali». Non meno di «620 cristiani indifesi», si legge nel rapporto, sono stati ammazzati, centinaia di case e dozzine di chiese sono state date alle fiamme, le scuole distrutte, «le atrocità aumentano in modo incontrollato», spesso sotto gli occhi di politici che hanno preferito voltarsi dall’altra parte o diventare complici dei terroristi.

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I numeri delle atrocità contro i cristiani

E «non meno di 32.000» sarà il bilancio dei cristiani fatti a pezzi dal 2009 alla fine del 2020, cioè di undici anni di monitoraggio avviato dall’Intersociety per mappare le incursioni e le razzie di gruppi e bande criminali affiliati alle tante fazioni islamiste. A questi vanno aggiunti i cristiani “spariti”, e mai più ritrovati. Se ne stimano almeno 22.000.

Gli episodi più eclatanti

Molti degli episodi passati in rassegna fin dai primissimi giorni dell’anno dall’Intersociety, sequestri, case e fattorie incendiate, agguati sulle strade, omicidi, rapimenti di donne ridotte a schiave e torturate, Tempi li ha raccontati. Ne citiamo due tra i più drammatici.

Solo qualche giorno fa, da una prigione di Abuja, il capo della banda di criminali che l’8 gennaio aveva sequestrato quattro seminaristi del Buon Pastore, nello Stato di Kaduna, ha confessato di avere assassinato il più giovane di loro, Michael Nnadi, e di averli fatto “perché annunciava il Vangelo con coraggio eccezionale”.

Il 20 gennaio Boko Haram diffondeva il video della decapitazione del reverendo Lawan Andimi, guida locale della Christian Association of Nigeria (Can), rapito a Michika, nello stato di Adamawa, il 3 gennaio.



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