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Un tumore in gravidanza, poi 4 recidive: la vera guarigione è un’anima abbracciata a Dio

VALENTINA PANICO
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Annalisa Teggi - pubblicato il 12/05/20
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Valentina Panico voleva raccontare di un protocollo medico che le ha consentito di fare una chemioterapia in modo compatibile con la gravidanza, ma poi l’orizzonte si è allargato al tema della sua vera guarigione: quella di un’anima che, dentro un corpo segnato dal dolore, vive in pienezza grazie a fede, perdono e coraggio. La vita a volte pone qualche ostacolo costruttivo, ce lo ricordiamo e ci sentiamo orgogliosi di poterlo scrivere sul nostro curriculum. Poi ci sono persone che sbattono senza airbag di sorta contro catene montuose alte come l’Himalaya: ad ogni nuova curva, un picco più ripido e quasi inaccessibile. Accadono eventi e circostanze in cui il male incide tagli profondissimi, segnati da un dolore che non dà tregua; accade poi che queste batoste possano essere una via di Damasco in cui Dio si pianta in mezzo alla strada ed esige di essere guardato senza più scuse, ma spetta alla libera volontà di un cuore riconoscerle come tali.


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C’è tutto un filone editoriale che riguarda i racconti in prima persona di chi ha vissuto la prova di una malattia, forse l’esempio che negli ultimi anni è entrato di più nel cuore di tutti noi è la storia di Nadia Toffa. Il lettore legge un po’ per curiosità, un po’ per esorcizzare la paura … ma, in fondo, per rispondere all’annoso ed eterno rovello sul «perché c’è il male?» (questione che così espressa è sempre fuorviante e mal posta). L’astratto ci porta sul sentiero sbagliato. Il fulcro di ogni vera urgenza umana è sempre personale; allora sarebbe più sensato porre domande come: «Che ne è di me dentro il buio della vita?».

Incontrare la voce di Valentina Panico è uno schiaffo a tutti i pensieri addormentati sul bene e sul male che se ne stanno in letargo in testa. La mia amica e collega Marinella Bandini mi aveva avvisato, proponendomi il contenuto del libro L’amore genera la vita (Tau editrice) che ha scritto insieme a Valentina; ero stata informata sul tornado umano da cui sarei stata travolta. Non è un racconto di vita ascrivibile al filone editoriale di cui sopra. Sebbene gli elementi ci siano – abbondantemente – tutti: una donna che ha un lavoro che le piace e ha una bellissima relazione affettiva, finché con la seconda gravidanza arriva la scoperta di un tumore. Da qui in poi i tornanti si fanno stretti; a momenti di schiarite seguono botte terribili: c’è il dono della nascita di quella figlia che l’ombra della malattia aveva reso un traguardo quasi impossibile, poi ci sono quattro recidive gravissime in cinque anni.

A che scopo parlarne pubblicamente? All’inizio doveva essere un libro per far conoscere l’esistenza di alcuni trattamenti che permettono di affrontare la chemioterapia durante la gravidanza, poi il progetto è cambiato per rimanere fedele a una trama di vita continuamente alle prese con una conversione viva. Così Valentina nota:

Credo che raccontare la propria malattia debba essere condividere le proprie debolezze, non mettere in mostra la propria forza: è solo questo che permette di raggiungere l’empatia con l’altro, di essere veramente vicini a chi soffre. Quando parli delle tue debolezze, stai tendendo una mano cui l’altro può aggrapparsi, stai offrendo condivisione; quando parli della tua forza stai creando distanza, perché chi è malato non sa come fare ad arrivare dove sei tu.

VALENTINA PANICO

Valentina Panico

Parla da infermiera esperta ma anche da paziente che ha sofferto assai. La debolezza è una conquista enorme, quella di chi abbandona l’orgoglio di una forza cocciuta e si sente malleabile nelle mani di un Padre. Il soggetto del libro, dunque, è un volto preciso – quello solare, ironico, grintoso, profondo di Valentina – su cui la vita ha scritto e continua a scrivere la storia dell’incontro che Dio desidera e mendica con ciascuno di noi.

Gravidanza o chemioterapia? Non sempre sei costretta a scegliere

Un nodulo al seno, quante donne sanno cosa può accadere da questa scoperta quasi sempre causale. Un nodulo, come un punto sulla pagina bianca, mette fine alle giornate raccontate secondo schemi molto centrati su di sé e orientati alla voglia di realizzazione e felicità in ambito lavorativo e affettivo. Valentina aveva già un figlio di 16 mesi quando, nel 2014, le è stato diagnosticato un tumore al seno nei primi mesi della sua seconda gravidanza.

Oltre alla gravità della malattia c’era tutta la paura dell’alternativa tra il curarsi e il custodire la piccola vita nel suo grembo. Su questo scenario è comparsa una possibilità che oggi Valentina vuole condividere: non è una strada sempre percorribile, ma esiste. Da una visita presso lo IEO di Milano (Istituto Europeo di Oncologia) è risultata idonea per partecipare a un protocollo medico che consente alle donne incinte di fare una chemioterapia compatibile con la gravidanza. Sono ad oggi 200 le donne che hanno aderito a questo protocollo con risultati incoraggianti e nel libro troverete a disposizione tutti i dati e anche i contatti telefonici dei referenti a cui ci si può rivolgere, tenendo bene a mente che ogni tumore è a sé e richiede una valutazione approfondita rispetto a cui nessuna generalizzazione o facile speranza tiene.

Se guarire è stata la prima preoccupazione che Valentina aveva nei confronti della sua nuova trama di vita, col tempo si è messa a fuoco una sfida più radicale. Sua figlia Gloria è nata, ma anche la malattia è tornata e in modo così aggressivo da farla sentire spacciata più volte. Una prima recidiva si presenta sotto forma di metastasi inoperabili ai polmoni, a cui se ne aggiungono altre cerebrali. Ne seguiranno altre, l’ultima scoperta proprio a febbraio di quest’anno. Il fulcro allora non è più un saliscendi di ricadute e – forse – guarigioni, ma l’occasione di una conversione che porta sulla scena Chi anche nelle malattia più aggressiva non lascia che la disperazione uccida un’anima.

Fede, perdono e coraggio

Dopo sono arrivate le metastasi all’encefalo. Ti accorgi che nessuno è invincibile. Sapere che “stai per” è devastante, non hai più niente sotto controllo. Ho sentito il bisogno di affidarmi a qualcuno.

Dal tema di una malattia che prostra fino allo stremo il corpo, il centro del libro diventa pian piano il destino di un’anima che si accorge di una presenza forte e paziente che la reclama. Cosa c’entra Dio con la malattia? No, non è esattamente questo il punto. Semmai si potrebbe dire: quanto è misterioso che la malattia, anziché allontanare da Dio, ne renda più evidente la presenza premurosa. Seguire la voce di Valentina su questo sentiero richiede dei buoni scarponi; certo è che l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche è coinciso con un cammino opposto di fioritura dell’anima.

Aveva un compagno con cui conviveva, che amava e da cui aveva avuto due figli; tra una recidiva e l’altra si è sposata con lui, scegliendo anche di fare l’esperienza dell’astinenza per un periodo prima delle nozze. Non è un film in cui la sceneggiatura sbagliata viene buttata, ma una scultura che prende forma piano piano a cambia fidandosi di Chi ha a cuore il destino compiuto di ciascuno. Questo è uno dei tanti esempi di come le ferite abbiano reso docile una donna a mettersi nelle mani di un Dio scoperto davvero Padre, senza scandalizzarsi dei propri errori e delle mancanze. Mentre il corpo continua la sua battaglia, Valentina ha preso consapevolezza di voler vivere mettendo tre pilastri al centro del proprio qui e ora: la fede, il perdono e il coraggio. Sono tre chiavi che aprono le porte di una guarigione più importante di quella fisica, quella di chi può rispondere con una speranza piena di ragioni a quella domanda: «Che ne è di me dentro il buio della vita?».

Credo che sia questa vicinanza alla sofferenza che mi educa a vivere. Ogni giorno prendo sempre più coscienza di questo. Ogni volta che mi allontano dalla sofferenza perché penso di dover riprendere fiato, in realtà non è così. È la vicinanza a chi soffre che mi ridà fiato, vita e speranza.

Lasciatevi accompagnare pagina per pagina da Valentina a scrutare questa speranza guadagnata col fiato corto e le lacrime, di cui vi offriamo solo un assaggio per immagini.

 

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Tau Editrice