Nella località della Turchia, l’apparizione dell’arcangelo è legata ad un episodio che avrebbe salvato un intero villaggio, attraverso la deviazione prodigiosa di un corso d’acqua
Chonai, la nuova Colossi, nell’odierna Turchia Occidentale. Da questo luogo, davvero primo centro di culto micelio d’Oriente e d’Occidente in quanto sorto nel III secolo, il culto dell’arcangelo si diffuse ovunque nell’oriente cristiano e in special modo in Grecia.
Nel IV secolo, la città di Chonai fu sede vescovile e proprio alle sue porte sorse tra il III e il IV secolo, a seguito di un grande miracolo attribuito all’intercessione potente di San Michele, il celebre santuario della cristianità ricordato nella storia della fede e dedicato, appunto, all’arcangelo.
La deviazione del fiume Aksu
Il grande miracolo di San Michele consistette nella protezione angelica accordata al luogo monastico che vi si era insediato, attraverso la prodigiosa deviazione (avvenuta con l’incuneazione di un grande masso roccioso, messo dallo stesso arcangelo Michele, a difesa del monastero), del corso del fiume Aksu e la creazione di una fonte, ove i pellegrini attingevano l’acqua salutare procurata dall’arcangelo.
In questo luogo vi è una incantevole e suggestiva grotta dell’antico santuario micaelico. Esiste ancora la chiesa con l’altare, gli affreschi barbaramente bruciati dai fanatici della nuova religione islamica insediatasi nel territorio, gli eremitaggi desolati, abitati un tempo dai monaci custodi del santuario, e soprattutto la montagna spaccata che per il prodigioso miracolo dell’arcangelo ancora oggi contiene e mostra la roccia incuneata da San Michele che così ha deviato il corso naturale del fiume che scorre a poca distanza, in un greto sottostante il santuario.
La storia di Archippo
Il giorno 6 settembre vi è la memoria liturgica del miracolo che la tradizione riferisce compiuto da San Michele in una sua apparizione a Chonai. Si racconta che i pagani, adirati per i molti prodigi avvenuti nel santuario di San Michele, volevano deviare un corso d’acqua in modo da distruggere quel luogo di culto arcangelico dei cristiani.
Al pio cristiano Archippo, che abitava nelle vicinanze del santuario, apparve San Michele che lo rincuorò e quindi, toccata con il suo bastone celeste la roccia, vi aprì una voragine dove le acque confluirono lasciando, così, indenne il santuario e Archippo. In questo giorno viene recitato, dai fedeli, l’inno Akatistos a San Michele, che è chiamato con l’appellativo greco di «Archistratega», di chiaro uso militare.
La vicinanza tra l’arcangelo e Dio
La storia del miracolo dell’arcangelo Michele divenne un testo apologetico volto a presentare ai fedeli dei modelli di corretta e positiva devozione. nel racconto, un gruppo di pagani minaccia l’eremita Archippo e il santuario dell’arcangelo con una serie di trame distruttive; alla fine i pagani bloccano con uno sbarramento due fiumi, per inondare la zona e travolgere gli abitanti e il santuario. Mentre le impetuose acque del fiume avanzano, appare l’arcangelo, che si rivolge all’eremita e, colpendo la roccia davanti al santuario, crea la fonte dalla celebre acqua miracolosa.
La storia del miracolo aveva lo scopo fondamentale della glorificazione, edificazione e conversione a una posizione ortodossa dei cristiani. Lodava l’opera del capo della schiera celeste in questo mondo e stabiliva uno schema di approccio per il comune fedele. Il testo si proponeva di convincere il pubblico della possibilità di avvicinamento all’arcangelo Michele e, attraverso di lui, a Dio.
La parresia
Una parola chiave nel testo era «parresia», che può essere tradotta con «familiarità» o «protezione» o addirittura «audacia». il significato classico era «libertà di parola», ma nel periodo bizantino il termine aveva già assunto un significato più ampio, che nel contesto religioso implicava la mediazione fra la divinità e l’umanità, resa possibile dall’adeguata preparazione.
A Chonai il miracolo si era compiuto «attraverso la grazia e la familiarità» di Michele con Dio; più avanti nel racconto del miracolo, la stessa familiarità viene trasferita allo sconvolto eremita, quando Michele comanda ad Archippo: «Sii coraggioso e vieni verso di me, cosicché i fiumi non ti divorino». pertanto, la storia del miracolo indicava il completamento della gerarchia, che saliva dal sant’uomo fino all’Arcangelo e quindi a Dio. in misura minore, questa familiarità o questo avvicinamento vengono offerti al lettore/ascoltatore a seconda del suo merito e della sua capacità di comprendere.
Leggi anche:
Durante una peste mortale, Papa Gregorio ebbe una visione consolatrice di San Michele Arcangelo
Leggi anche:
Perché invocando San Michele ci possiamo proteggere dal coronavirus?
Leggi anche:
La figlia spirituale di Padre Pio che ha diffuso il culto di San Michele arcangelo
Leggi anche:
Ecco il vero significato della “spada di San Michele”