“Fase 2” il 4 maggio con le chiese ancora penalizzate. Insorgono i vescovi: “Il Governo viola la libertà di culto”. Il gelo del Comitato Scientifico: ne riparliamo dopo il 25 maggioFunerali con un massimo di 15 persone (tutti con mascherina e se possibile all’aperto), ma niente da fare per le messe. Il 4 maggio inizia la “Fase 2” dell’emergenza coronavirus, caratterizzata da minori restrizioni. Tra queste però non risultano le celebrazioni religiose in chiesa a porte aperte, che restano vietate.
«Comprendo la sofferenza che questo sta procurando, ma per eventuali altre aperture a cerimonie religiose dobbiamo ascoltare il parere del Comitato Tecnico Scientifico e fare le giuste valutazioni. Confidiamo che nelle prossime settimane ci possa essere un’apertura anche per queste celebrazioni», ha detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di domenica 26 aprile.
Il “disaccordo” dei vescovi
Poco dopo è arrivata la dura replica della Conferenza Episcopale Italiana. «I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale», afferma la CEI in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla “Fase 2”, illustrato da Conte.
La mano tesa del Governo: presto studieremo un protocollo
In tarda serata è arrivato un nuovo comunicato del Governo, che ha provato a spegnere le polemiche: «Già nei prossimi giorni – si legge in una nota – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza».
Il Comitato Scientifico gela tutti: se ne riparla dopo il 25 maggio
«Criticità ineliminabili» rendono impossibile secondo i tecnici del Comitato Tecnico Scientifico la riapertura, già dal 4 maggio, delle funzioni religiose. In particolare, scrive l’Ansa (26 aprile), il comitato ritiene che «la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose comporta, allo stato attuale alcune criticità ineliminabili che includono lo spostamento di un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l’Eucarestia».
A partire dal 4 maggio quindi e «per le successive tre settimane», sostengono gli esperti, «non essendo ancora prevedibile l’impatto che avranno le riaperture parziali e il graduale allentamento delle misure attualmente in vigore sulle dinamiche epidemiche, il Cts reputa prematuro prevedere la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose». Un parere, fanno notare però, che potrà essere rivisto «a partire dal 25 maggio nella direzione di una previsione verso la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose, rispettando rigorosamente le misure di distanziamento sociale sulla base degli andamenti epidemiologici».
La supplica del cardinale Bassetti
«Signore noi abbiamo bisogno di te! Dei tuoi gesti e delle tue parole: speriamo di poter tornare presto a celebrare l’Eucarestia! Te lo chiediamo col cuore». L’invocazione, quasi una supplica, era arrivata dal presidente della CEI, il cardinale Gualtiero Bassetti, durante la Messa presieduta domenica 26 aprile nella cappella di Sant’Onofrio della Cattedrale di Perugia. Una liturgia, ricordava Avvenire (26 aprile), ancora una volta a porte chiuse, come in tutto il resto della Penisola, da quando la Chiesa italiana ha scelto di accogliere le indicazioni del Governo e di sospendere l’Eucaristia con il popolo durante l’emergenza coronavirus.
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