E’ successo in provincia di Cremona: il sacerdote ha provato a giustificare la presenza di 13 persone in chiesa (tutte sanzionate). Ma la diocesi ha preso le distanze
Ha suscitato clamore la notizia dell’interruzione della Messa nella chiesa parrocchiale di Gallignano (Cremona), domenica 19 aprile, ad opera dei carabinieri. Al suo interno, infatti, erano presenti numerosi fedeli (Cremona Oggi, 20 aprile).
Multe salate
La celebrazione si stava svolgendo in diretta Facebook, e tra i presenti c’erano anche parenti di vittime del Covid-19. La voce ha fatto il giro del paese in breve tempo e le forze dell’ordine sono intervenute, mentre il sacerdote, Don Lino Viola, nonostante l’insistenza degli uomini dell’Arma, ha continuato la celebrazione, non invitando i partecipanti ad uscire.
Ora a ciascuno dei fedeli in chiesa domenica, e al parroco in primis, è stata comminata una multa (Avvenire, 20 aprile). Che ammonta a 280 euro ai presenti e a 680 euro al parroco.
La versione del parroco
Il Corriere dei Sera (20 aprile) ha pubblicato le dichiarazioni del parroco: «In tutto eravamo in 13, me compreso», qualcuno in più dei consentiti nell’emergenza sanitaria per evitare assembramenti. «Le sei persone in più che sono entrate – ha provato a giustificarsi il prete – lo hanno fatto mentre mi stavo cambiando in sagrestia. Erano una famiglia che ricordava alcuni defunti in quella messa più una signora che aveva perso un parente per coronavirus due giorni prima. Non era umano farli uscire».
I fedeli, continua il parroco, erano a distanza di 4 metri l’uno dall’altro, 12 persone in 300 mq di superficie della chiesa, che può contenere 150 persone. E tutti con mascherina.
La posizione della diocesi
Con un comunicato infatti la diocesi «non può non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa italiana e cremonese».
E questo pur mostrando comprensione «dell’intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell’Eucaristia».
Il caso di Borgotrebbia e l’intervento nel “dopo messa”
Anche in un comune della provincia di Piacenza, la liturgia è stata segnata da un intervento delle forze dell’ordine, diverso però rispetto a quello di Gallignano.
Il fatto è avvenuto nella chiesa di Borgotrebbia dove don Pietro Cesena stava celebrando la messa di fronte a una ventina di fedeli. Agenti in borghese hanno atteso all’esterno la fine della funzione, poi hanno acquisito le informazioni del caso, parlando anche con il sacerdote, che è stato multato con 400 euro sempre a causa dell’assembramento.
Il vescovo: le misure restrittive vanno rispettate
Sul tema è intervenuto il vescovo di Piacenza e Bobbio Gianni Ambrosio, con una lettera aperta indirizzata a tutti i parroci della Diocesi. «Ai presbiteri e diaconi, ritengo doveroso ricordare ai tutti voi la necessità di osservare le misure di sicurezza che la Conferenza Episcopale Italiana ha comunicato e più volte ribadito, sempre in stretto contatto con il Ministero dell’Interno e con la Segreteria di Stato della Città del Vaticano».
«Sono misure – prosegue – che, con sofferenza di tutti, dobbiamo osservare con rigore, come più volte ho comunicato, anche in comunione con i Vescovi dell’Emilia Romagna. Si possono discutere, certo, ma sono da osservare ovunque, soprattutto poi in quei luoghi, come qui a Piacenza, ove abbiamo una tremenda responsabilità, perché il numero dei contagi e dei defunti è impressionante. Ricordo pure che la non osservanza di queste misure comporta una ‘contestazione’ da parte delle Forze dell’ordine» (www.liberta.it, 20 aprile).
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