Gli argomenti di cui parliamo, le persone che odiamo, gli ideali che perseguiamo, i fatti che ci contrariano, sono indicazioni precise di ciò a cui il nostro cuore è devoto.Di Fulton Sheen
Quando Nostro Signore, entrato nel Tempio di Gerusalemme, lo trovò profanato dalla presenza dei mercanti fece con una corda una frusta e scacciò tutti costoro: «Lo zelo per la tua casa mi consuma». (Gv 2, 17). Dal volatile che difende il nido dei suoi nati al martire che muore per la Fede, vediamo l’amore traboccare di zelo nel suo senso migliore. Ma anche il malvagio può essere zelante per quei mali che ama, sia che si tratti dell’avaro per il suo oro, o dell’adultera per il suo complice, o del comunista per la rivoluzione mondiale. Le cose in cui difesa saremmo disposti a spendere tutta la nostra energia, o a dare la vita pur di conservarle, sono l’esatta misura dei nostro zelo! Movente di tutti i nostri atti è l’amore.
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Gli argomenti di cui parliamo, le persone che odiamo, gli ideali che perseguiamo, i fatti che ci contrariano, sono altrettante indicazioni dei nostri cuori. Pochi si rendono conto della misura in cui rivelano la loro personalità svelando ciò che più amano: «dell’abbondanza del cuore parla la bocca», e se amiamo ciò che non dovremmo, tutta la nostra vita ne risulterà falsata. Quel che lo zelo è per la religione, la fedeltà e la fecondità lo sono per il matrimonio: ossia la devozione verso la persona cara e la proiezione di quell’amore nella famiglia. Una tale fedeltà non sorge dall’abitudine, che è affine alle necessità organiche ed economiche; è invece un’affermazione del significato assoluto che una data persona ha per la nostra vita. Questo genere di zelo non solo sommerge tutti quei desideri biologici a esso estranei, ma è anche basato sulla consapevolezza che l’altra persona è quella che Dio ha scelta per noi «per il meglio e per il peggio, in ricchezza o in povertà, finché non ci divida la morte». Ben disse Euripide: «Non ama chi non ama per sempre».
E così cantò anche Shakespeare:
Non sarà mai ch’io ammetta impedimenti
All’unione delle anime sincere.
Amor non è
Che si tramuti per mutar di eventi
O si pieghi all’estraneo per straniarsi.
Oh no: è un’insegna fissata per sempre
Che guarda le tempeste e non ne è scossa:
E’ la stella che guida la barca peregrina,
E se pur ne misuri l’altezza non ne conosci il valore.
Amore non è schiavo del Tempo, e se pur rosee guance
E rosee labbra giungano a tiro della sua falce,
L’amore non si altera per volgere di giorni,
Ma resiste fino al limite del suo destino.
Se questo è errore, e a me fosse provato,
Né io avrei mai scritto né uomo avrebbe mai amato.
Lo zelo si manifesta spiritualmente nel condurre altre anime a Dio, e fisicamente procreando a Dio altri figli. La fecondità è il naturale effetto dell’amore tra l’albero e la terra, tra il missionario e il pagano, tra il marito e la moglie. L’amore non prospera nella moderazione. Lo zelo è generosità. L’amore che misura i sacrifici da compiere per gli altri tarpa le proprie aspirazioni. Nostro Signore disse che l’amore zelante aveva due caratteristiche: la prima è il perdono, la seconda consiste nel non conoscere limiti. E’ perdono perché sa che il perdono di Dio verso di noi è subordinato al nostro perdono verso gli altri. L’amore non inforca le lenti d’ingrandimento quando osserva gli errori altrui. La vita coniugale ha bisogno di questo zelo sotto la forma della tolleranza, il che non significa che di fronte a ogni contrarietà si debbano stringere i denti o che si debba coltivare l’indifferenza: si tratta piuttosto di un’azione positiva e costruttrice, che introduce l’amore dove non ve ne sia; è un sentirsi sottoposti a un obbligo ben più squisito e più divino del semplice contratto matrimoniale.
Lo zelo non conosce limiti, non dice mai «basta». Nostro Signore disse che i suoi seguaci, dopo aver fatto quanto dovevano, dovevano ancora considerarsi «servi inutili». Abbattendo ogni limitazione dell’amore, Egli affermò: «E io vi dico di non resistere al maligno: ma a chi ti percuote sulla guancia destra, presentagli anche l’altra: e a chi vuol muoverti lite e toglierti la tunica, cedigli anche il mantello. E se uno ti costringerà per un miglio, va’ con lui per altri due». (Mt 5, 39-41) Nel servizio di Dio e nel matrimonio occorre quindi una generosità che superi di gran lunga i limiti della giustizia. Il vicino di casa che offre di venire ad aiutare per un’ora e ci rimarrà per due; il medico che oltre alle visite professionali «si fermerà un momento a vedere come state»; il marito e la moglie che gareggeranno in amore reciproco; tutti avranno compreso quello che è uno degli effetti più belli dell’amore: lo zelo, che tutti rende folli l’uno dell’altro. «Noi siamo folli per amor di Cristo». (1Cor 4, 10)
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