Quando sentiamo la definizione “apertura alla vita”, spesso pensiamo subito al fatto che una coppia sia aperta all’idea di rimanere incinta. L’apertura alla vita, però, significa molto di più.
“L’apertura alla vita è uno stile di vita”, afferma la scrittrice cattolica Emily Stimpson Chapman. “Significa accogliere sempre l’altro, dicendogli ‘Sì’, e invitando altri a casa nostra”.
Autrice di The Catholic Table, la Chapman ha decenni di esperienza a livello di ospitalità, e un nuovo motivo per condividere con tutti noi la saggezza che ha guadagnato. Ha appena pubblicato un libro, Around the Catholic Table: 77 Recipes for Easy Hospitality and Everyday Dinners, un testo di cucina “dedicato a coltivare uno spirito di ospitalità cristiana in ogni cuore”, che include saggi sul cibo e l’ospitalità accanto a splendide fotografie.
Se il libro di cucina aiuta i lettori a coltivare la virtù dell’ospitalità, spesso poco apprezzata, l’obiettivo della Chapman è anche poter aprire la sua casa per poter adottare un altro bambino. A questo scopo, non sta vendendo il suo libro di cucina, ma donando gratuitamente una copia a chiunque voglia offrire qualcosa alla sua raccolta fondi per l’adozione.
L’adozione non è sempre la prima cosa a cui la gente pensa quando si parla di “apertura alla vita”, ma ne è un aspetto reale e importante. “Stiamo chiedendo alla gente di aiutarci ad aprire la nostra casa e la nostra vita”, dice la Chapman. “Siamo aperti alla vita attraverso l’adozione, e anche questo libro di cucina è un modo per essere aperti alla vita”.
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La Chapman e il marito hanno già adottato un bambino. “Sognavamo entrambi una famiglia numerosa”, ha confessato, ma si sono sposati quando erano entrambi sulla quarantina, e hanno avuto difficoltà a concepire.
“Dopo 18 mesi di prove fallite (ed Emily che si è sottoposta a due interventi per affrontare le possibili cause della nostra infertilità), abbiamo iniziato a pregare per l’adozione”, spiega il sito web. Il loro bambino è nato nel luglio 2018.
La raccolta fondi per l’adozione può essere controversa, riconosce la Chapman. “La gente è stanca delle raccolte, e con l’adozione in particolare può essere controverso per via del pericolo di mercificazione del bambino”.
Le spese esorbitanti per l’adozione, però, fanno sì che allargare la famiglia sia molto complicato per una coppia di entrate medie.
“La gente non si rende conto di quanto sia cara l’adozione”, dice la Chapman. “Penso che sia legato al fraintendimento dei costi e dei profitti dell’adozione, e del dovere come comunità cristiana di dare una casa a questi bambini che ne hanno bisogno”.
Quest’ultimo aspetto, ovvero il fatto che la comunità cristiana dovrebbe sostenere le famiglie adottive, è un pezzo mancante fondamentale del puzzle. Negli Stati Uniti l’adozione costa in media 43.000 dollari (circa 38.500 euro). Se ci si sofferma a pensarci, è ingiusto che molte coppie debbano pagare così tanto, e tutto questo ancor prima di dover affrontare i costi della crescita di un bambino. E torniamo all’apertura alla vita: sostenere una coppia che vuole adottare è un ottimo modo per mettere in pratica questa convinzione cattolica.
Ci sono compagnie che offrono assistenza finanziaria alle coppie che sperano di adottare un bambino, ma virtualmente nessuna di queste è cattolica, e questo vuoto nel mondo delle adozioni frustra un’altra madre adottiva, Clare Gephart.
“Ho creato un foglio Excel con più di 100 organizzazioni no-profit che offrono sostegni per l’adozione, opportunità di raccolta fondi o prestiti per famiglie che sperano di adottare. Su quella lista non c’era un’unica organizzazione cattolica”.
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Una ragione per questa mancanza di sostegno cattolico, dice la Gephart, può essere il fatto che i cattolici pensano che Catholic Charities e altre organizzazioni cattoliche offrano costi inferiori per l’adozione. “Per via di una legislazione conflittuale, però, molte agenzie di adozione cattoliche hanno chiuso o non offrono più adozioni, e gli individui e le organizzazioni con una base cattolica non si sono mai fatti avanti per sostituirle… Le famiglie cattoliche che sperano di adottare non vengono sostenute come penso sarebbe il caso, e vedo una grande mancanza nel mercato”.
La Gephart e il marito hanno finito per chiedere 15 tipi di aiuti, ricevendone 8, cosa decisiva per loro e per le loro bambine. “Se non avessimo avuto quel sostegno finanziario non avremmo potuto accedere alla seconda adozione”, ha ricordato.
Quando si parla del ruolo della comunità nel sostegno all’adozione, la Gephart incoraggia i cristiani
a sostenere non solo i genitori adottivi, ma anche quelli naturali e i bambini che vengono dati in adozione:
“La comunità cristiana deve raccogliersi intorno non solo alle famiglie adottive, ma anche agli adottati, alle madri e ai padri in attesa che fanno progetti per l’adozione e alle madri e ai padri che hanno già affidato i loro bambini ad amorevoli famiglie adottive… Se le coppie che sperano di adottare hanno svolto i loro compiti e si concentrano sul perseguire un’adozione etica, è imperativo che la comunità offra preghiere e sostegno a ogni membro della triade adottiva”.
Quando la Gephart condivide la sua storia di adozione della sua bambina di un anno, la giustapposizione tra la gioia di un nuovo figlio e lo stress finanziario fa capire la realtà dell’adozione. “Avevamo grandi progetti per molte campagne di raccolta fondi e qualsiasi cosa servisse per poterci permettere l’adozione”, ma non si aspettavano la rapidità con cui una madre in attesa che faceva progetti per l’adozione li potesse scegliere. La Gephart e il marito hanno accolto subito la loro seconda figlia, e stanno ancora mettendo insieme i fondi per pagare entrambe le adozioni.
È importante che i cristiani si uniscano per sostenere le famiglie adottive. L’apertura alla vita è fondamentale per i cattolici, e visto che si esprime in molte forme diverse possiamo tutti fare la nostra parte per aiutare a promuoverla nella nostra comunità.