Era una bambina profuga siriana di un anno e mezzo, viveva in un villaggio vicino Aleppo con la famiglia. Il Papa ne ha parlato durante l’Angelus del 16 febbraio
Iman, ricordata dal Papa all’Angelus del 16 febbraio, era una bimba di un anno e mezzo, viveva in un alloggio di fortuna vicino al villaggio di Màrata, nel governatorato di Aleppo con la famiglia. È morta tra le braccia del padre mentre lui stesso tentava di portarla all’ospedale più vicino, ad Afrin a 2 ore di cammino.
The displaced #girl Iman Laila, lived in #IDPs center near Ma’rata village in #Aleppo, her father took her on foot to arrive hospital in Afrin city as she had got sick due to severe cold but she arrived dead, at dawn of Feb 13.#Syriahttps://t.co/Lt5sZL3qeI pic.twitter.com/ScQHaC0nGI
— Syrian Network (@snhr) February 13, 2020
La notizia è stata diffusa dal Syrian network of human rights e raccontata dal dottor Housam Adnan che all’alba del 13 febbraio ha lasciato su Twitter la testimonianza della tragedia umana del padre e della bimba partiti «dalla tenda in cui vivono a pochi chilometri da qui perché – la piccola Iman ndr – accusava problemi respiratori».
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“Gli ha messo addosso tutto quello che aveva”
Il padre, racconta il medico, «gli ha messo addosso tutto ciò che possedeva per tenerla al caldo. Ha camminato per due ore nella neve e nel vento. I suoi arti erano congelati, ma il suo cuore continuava ad abbracciarla. Ha camminato per due ore prima di arrivare al nostro ospedale. Quando siamo riusciti a separarlo dalla figlia, abbiamo visto il viso angelico della bambina, sorridente. Ma immobile. Abbiamo provato a sentire i battiti del suo cuore ma era morta» (Famiglia Cristiana, 17 febbraio).
https://www.youtube.com/watch?v=NaN5y__v7DY
Sette gradi sotto zero
Monsignor Jean-Clément Jeanbart, arcivescovo di Aleppo dei greco-melkiti, e visitatore apostolico per i melkiti in Europa, si dice «grato» a Papa Francesco della costante attenzione per le sofferenze della Siria e «di aver parlato anche di questa bambina».
«Fa freddissimo in Siria e ad Aleppo in particolare, in questi mesi di gennaio e febbraio. In città – spiega a Vatican News il presule, in questi giorni a Roma – la temperatura è arrivata di notte a sette gradi sotto lo zero, mentre di giorno è attorno allo zero o forse poco di più. È un clima difficile, due giorni fa ho lasciato Aleppo con la neve».
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Una macchina per 500 famiglie
Le parole di Papa Francesco, si augura, potranno «forse smuovere alcune organizzazioni, affinché continuino ad aiutarci un po’ per riscaldare le case, un po’ per aiutare la gente a sopportare questo freddo: ho venduto la mia macchina – confida – per aiutare 500 famiglie ad avere il necessario per vivere in questo periodo».
Il pensiero del Pontefice, prosegue l’arcivescovo di Aleppo dei greco-melkiti, «fa vedere al mondo che c’è un grande dramma, una grande sofferenza in Siria, che coinvolge i bambini e anche gli anziani, perché pure loro hanno bisogno di riscaldarsi».
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