Terroristi scatenati nel silenzio (o quasi) della politica internazionale. Tutti i seminari della Nigeria hanno mura di protezione, però non sono sufficienti a fermare gli attacchi. In Camerun rapimenti e omicidi sono all’ordine del giorno
«Con immenso dolore dobbiamo informarvi che l’ultimo seminarista nelle mani dei rapitori, Michael, è stato assassinato». Con un tweet Aiuto alla Chiesa che Soffre-Italia ha annunciato l’uccisione in Nigeria del giovane seminarista rapito con altri tre l’8 gennaio nel seminario maggiore Buon Pastore di Kakau, nei pressi di Kaduna, capitale dell’omonimo Stato, nel centro della Nigeria.
📽 Non siamo a #Sanremo70. Non interesserà a nessuno ma queste sono le ultimi immagini di Michael, il seminarista ucciso #Nigeria: è così che ha suonato l'organo (a sx) durante il canto del Gloria in lingua "Hausa" in una Messa con i suoi compagni. Riposa in pace🙏🏼#PrayForNigeria pic.twitter.com/2tX8OUh5MM
— ACS-Italia (@acs_italia) February 4, 2020
Ad effettuare il riconoscimento del corpo, riferisce Acs, è stato il rettore del seminario di Kaduna. Gli altri tre seminaristi – prosegue – erano stati rilasciati nei giorni scorsi e stanno ricevendo assistenza e cure mediche.
“Muri di protezione non sufficienti”
Monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, soltanto venerdì 31 gennaio aveva lanciato proprio ad Acs l’allarme per la forte insicurezza «in tutto il Paese», in una situazione di gravità senza precedenti. Tutti i seminari della Nigeria, aveva spiegato, hanno mura di protezione, «però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram», gli estremisti islamici la cui violenza dal 2009 ha causato, secondo recenti dati Onu, oltre 35 mila vittime (Avvenire, 5 febbraio).
Leggi anche:
Boko Haram, per il vescovo di Madiguri forse l’inizio della fine
Dopo la Nigeria, terrore in Camerun
In Africa sempre più cristiani sono spaventati dalla violenza del gruppo jihadista Boko Haram. La denuncia viene da don Daniele Denguez, cancelliere alla diocesi di Maroua-Mokolo, nel nord de Camerun – dove la cellula terroristica è nata – che, intervistato da Vatican News (5 febbraio), ha descritto la paura e la difficoltà per molti cristiani che, negli ultimi tempi, sono stati colpiti da Boko Haram nelle loro abitazioni.
Rapimenti e esecuzioni di contadini
Nei giorni scorsi anche il monsignor Bruno Ateba, vescovo di Maroua-Mokolo aveva descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’impotenza delle popolazioni locali di fronte all’apparente invincibilità del gruppo terrorista che ormai da qualche anno ha varcato i confini della Nigeria e terrorizza Paesi vicini quali lo stesso Camerun, il Niger e il Ciad.
«Non passa giorno in cui non vi sia notizia di nuovi attacchi e incursioni dei terroristi dalla frontiera tra Camerun e Nigeria – dice monsignor Bruno Ateba nel comunicato diffuso da Acs – I rapimenti e le esecuzioni dei contadini hanno portato ad un vero e proprio regno del terrore».
Leggi anche:
Nigeria: Boko Haram e i fulani radicali hanno ucciso più di mille cristiani in 11 mesi