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Lutto all’interno di una coppia omosessuale: come si comporta la Chiesa?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/01/20
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Esiste, secondo la Chiesa, un diritto al conforto e alla consolazione per le persone omosessuali?

Fece discutere qualche anno fa, quanto avvenne sull’Argentario, in Toscana, dove in una parrocchia di Porto Santo Stefano si celebrò il funerale di un uomo morto tragicamente di infarto. Durante l’omelia, come riportato da La Repubblica (15 agosto), il prete, don Sandro Lusini, disse: “Preghiamo anche per Emanuele, compagno di Francesco”.

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EZEQUIEL BECERRA / AFP
LGBTI activists demonstrate in front of the Supreme Court of Justice in San Jose, on August 04, 2018 to demand the legalisation of same-sex marriage.Protesters demand Costa Rica to enforce its commitment to international treaties, based on the response given by the Inter-American Court of Human Rights (ICHR) on last January 9 saying the country must guarantee marriage between same-sex couples. / AFP PHOTO / EZEQUIEL BECERRA

“Don Sandro – osservò Emanuele – che mi conosce bene perché da Genova in estate andavamo sempre a trascorrere qualche giorno dai parenti di Francesco, ha citato anche me assieme ai famigliari all’inizio della cerimonia”, : “Sentire pronunciare il mio nome è stato ottenere un riconoscimento non personale, ma per entrambi, per la storia mia e di Francesco”. Il parroco, dal canto suo, ha spiegato così il suo gesto: “Credo che, a prescindere da qualsiasi categoria, i legami affettivi vadano riconosciuti. Per questo ho citato Emanuele in chiesa”.



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“Un tono carico di Misericordia”

«Prima di tutto – ha precisato ad Aleteia don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale Cei per la Pastorale della famiglia – il dolore è qualcosa di sacro, sopratutto nei confronti di una persona con cui c’è un legame affettivo. In questo caso non parliamo di un affetto sponsale, ma ciò non toglie che ci siano legami affettivi tra persone omosessuali. Il sacerdote ha rispettato quel legame, pur riconoscendolo non sponsale».

Don Paolo evidenzia che durante un funerale spesso capita che il parroco nomini gli amici del defunto, i familiari, le persone più legate a lui, come per confortarli. «E questo è uno di quei casi poiché Emanuele e Francesco era molto conosciuti. Anche don Sandro li conosceva da tempo».

«La Chiesa – afferma il direttore dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia – nel momento in cui celebra il passaggio al cielo di una persona, deve avere sempre un tono carico di Misericordia nei confronti dei congiunti e delle persone vicine al defunto perché sono addolorate e stanno percependo il distacco terreno dalla persona cara».



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