separateurCreated with Sketch.

Una vita normale ma sotto lo sguardo di Dio. Che cambia ogni cosa lasciandola com’è

MOTHER AND DAUGTHER
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Paola Belletti - pubblicato il 10/01/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
E' il testo di una testimonianza che, con mia sincera sorpresa, sono stata chiamata a portare in una parrocchia qualche anno fa; non ricordo la data precisa, ma so che Ludovico aveva quattro anni e ora ne ha sei. Su consiglio di un'amica azzardo e ve la propongo. Aiutasse soltanto un paio di anime a sentirsi un po' più amate ne sarei felice. Una delle due anime può anche essere la mia. In effetti sembra che, quando racconto, mi renda conto che Dio è davvero nostro Padre e un Padre buono per giunta.

E’ il testo di una testimonianza che, con mia sincera sorpresa, sono stata chiamata a portare in una parrocchia qualche anno fa; non ricordo la data precisa, ma so che Ludovico aveva quattro anni e ora ne ha sei. Su consiglio di un’amica azzardo e ve la propongo. Aiutasse soltanto un paio di anime a sentirsi un po’ più amate ne sarei felice. Una delle due anime può anche essere la mia. In effetti sembra che, quando racconto, mi renda conto che Dio è davvero nostro Padre e un Padre buono per giunta.

Per me Flero (cittadina in provincia di Brescia) era il nome – tremendo -che evocava una delle squadre di volley femminile più temibile. Ma a volte, noi del Sirmione Rovizza under 18, le battevamo! Ora che la mia elevazione sotto rete è vertiginosamente scesa sto puntando tutto sulla elevazione spirituale.

Sono lieta e stupita della fiducia (audacia? Temerarietà!) riposta in me dal vostro parroco.

Per quanto riguarda il tema “Una fede giovane, capace di conversione del cuore e rinnovamento” quello che posso offrire con una certa autorità è solo ed esclusivamente la mia vita. O meglio quello che il Signore fa, nonostante me, spesso, nella mia vita.

Come brano della Parola, per non sbagliarmi, mi sono affidata allo Spirito Santo e alla millenaria esperienza della Chiesa: il Vangelo del giorno! Si tratta di Marco 3,13-19.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui.
Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Prima considerazione: quanta libertà in quel “quelli che egli volle!”. Forse noi contemporanei, tutti uguaglianza e pari opportunità, proviamo un immediato moto di fastidio per questa pretesa. Invece no. Perché Dio sceglie chi vuole e come vuole. Alcuni sì, altri no. Preferisce. Ma di preferenza in preferenza, di mediazione in mediazione, secondo il Suo metodo paradossale, vuole arrivare a tutti.

Quello che Lui vuole è tutto ciò che conta. Perché Dio vuole solo il bene, la felicità, il successo (vero e definitivo, per vie spesso paradossali. La croce?), la gioia.

Volere la Sua volontà allora è la cosa più furba da fare, e prima ci si comincia ad esercitare meglio è.

Sono sempre stata credente. Nella versione infantile e poi, per grazia, nella versione di perenne convertita da più grandicella. Messa in crisi la fede consegnatami dalla famiglia ho iniziato una ricerca personale, ma sono stata prima trovata. Da CL (Comunione e LIberazione, NdR) prima e da tanti altri volti di cristiani incamminati dopo.

Vi racconto una parte della mia storia familiare perché c’entra con la storia della Sua volontà. Omettiamo tutte le tragicommedie legate a fidanzamento, lasciamento, ritrovamento e finalmente matrimonio con Matteo (e non perché non siano importanti ma perché conto di inserirle in una saga a cinque capitoli che vedrà anche la fortunata versione cinematografica e relativo merchandising).

2004 prima figlia, Martina. 2005 Margherita, 2009 Isabella, 2011 e 2012 due bimbi morti presto, prima di nascere. 2013: a luglio nasce Ludovico Giuseppe Maria. Tanti nomi per affidarlo a chi conta davvero e per dire pure “Signore crediamo che 4 possano bastare, ci giochiamo tutte le fantasie sulla scelta del nome da Battesimo sull’ultimo e poi basta. Ma vedi Tu”.

Ludovico è un bimbo meraviglioso, veramente molto bello. Secondo Isabella, che lo sposerà (diceva da piccolina, ma guai a mettere in ridicolo questa sua intenzione), forse forse solo Gesù può pensare di essere stato più carino, da piccolo.

Però è gravemente malato. Severamente menomato e, senza un miracolo di quelli grossi, resterà così, anzi è ragionevole pensare che andrà peggiorando. Ora ha 4 anni.

Ve lo dico perché iniziate con me a considerare l’importanza della variabile tempo: ci vuole un po’ per arrendersi a Dio. Almeno per me!

Prima, ancora prima che nascesse, perché già si sospettavano cose serie, e per i primissimi tempi dalla sua nascita la mia richiesta a Dio era “Voglio che tu voglia guarirlo. Voglio che tu cambi la realtà, non puoi volere questo!”

E non sapete la fatica di dire il Padre nostro, per via di quella richiesta tra le tante che elenca…Sia fatta la Tua volontà.

Ludo è stato scoperto cerebropatico, cieco, con un’epilessia farmacoresistente e tanti problemi legati al mancato sviluppo cognitivo e psicomotorio. Schiena, bacino, piede torto, disfagia. Il cervello fa questa cosa di gestire un po’ tutto e se è danneggiato i problemi si moltiplicano a cascata.

Omettiamo tante cose e arriviamo al dunque: di cosa ha bisogno mio figlio? Ma poi perché solo lui… di cosa ho bisogno io? Quali sono le cose essenziali che non sono tolte né a me né a lui?

Dio ha lasciato il male e le malattie, sebbene abbia già vinto tutto e sconfitto il grande male, la morte e il suo autore, il maligno. Però le malattie che restano, da sfortuna e fardello inutilmente pesante, possono diventare altro.


LODOVICO E MAMMA
Leggi anche:
Sono mamma di 4 figli, uno disabile gravissimo. Quale speranza ci sostiene?

In ogni caso a mio figlio così menomato cosa non è tolto? La sua integrità di persona, la sua anima immortale e la sua relazione con il Signore.

E per giunta nemmeno può peccare. Non può neanche volerlo. Allora, in questo gioco di ribaltare tutto che fa sempre Nostro Signore, vedi che alla fine della fiera non gli sta andando proprio male?

Ciò nondimeno, noi, la sua salute e integrità psicofisica la desideriamo e la chiediamo e sarebbe molto più bello se guarisse. Mica ci piace soffrire. Però sappiamo anche che, nonostante lo spoiler sul finale (Dio vince), il Signore ci rivela le cose piano piano. Alle volte vediamo solo i semi e i frutti arriveranno. Forse serve ancora che Ludo stia così, affiliato a lui nell’”anonima salvezza anime”. Sì, c’è l’enorme mistero del dolore innocente. Ma Cristo è il vero innocente, non Ludo. Che, come tutti, è nato nel peccato.

Comunque la vera svolta, mia e di mio marito credo anche, sebbene lui sia sempre più avanti nella fede (lì, dalla sua postazione privilegiata- il divano), si è vista nella miliardesima ripetizione del Padre Nostro. Ok, ci sto. Sia fatta la Tua volontà.

Questo genera pace, gioia, sicurezza, curiosità per la vita, senso di avventura. Intelligenza. Sì affidarsi al Signore permette di migliorare tutte le nostre prestazioni (è evidente che la mia adesione è incostante perché di sciocchezze e peccati ne accumulo. Di cose poco intelligenti ne penso a bizzeffe. Momenti di agitazione e angoscia ci sono). Ma noi possiamo davvero agire secondo lo Spirito, che abita in noi, e allora non ci frega più nessuno.

Sì, scacciamo anche i demoni. Certo non come fanno i sacerdoti. Ma anche noi, con i sacramenti, la preghiera, la vicinanza a Dio guariamo, cresciamo, invecchiamo fuori ma nasciamo piano piano dentro come uomini nuovi e avvicinandoci alla morte sarà come entrare nel canale del parto. Nasceremo giovani per sempre!

Seconda considerazione sempre a partire dal Vangelo

“Andarono da lui.(…)
Ne costituì Dodici che stessero con lui”

L’essere mandati, apostoli, viene dopo un “e anche”. Prima e viene sottolineato con due espressioni diverse, c’è la vicinanza a Lui. Andarono da lui e lui voleva che stessero con Lui.

Quindi cosa dobbiamo desiderare? Oh, volendo di grazie da chiedere ne abbiamo tutti in grande quantità! Che quel figlio si irrobustisca, che l’altro superi quelle difficoltà, che questa diventi più buona, più agile, più responsabile. Che il lavoro sia più remunerativo, che troviamo una casa tutta su un piano fino a che Ludo non guarisca (Signore, vedi Tu. O le scale fai in modo possa farle da solo o ci aiuti a trovare un’abitazione a misura sua).

Ma cosa davvero davvero davvero davvero risponde a quel magma ribollente di fame, desiderio, inquietudine che è il nostro povero cuore?

Lui. Solo Lui.

Quindi, siamo furbi ed egoisti: chiediamo Lui. Anche perché Lui ci vuole. Ci vuole vicini, ci vuole con Lui.

E basta sospettare fregature dal buon Dio! Noi abbiamo peccato, noi ci siamo estromessi dalla sua presenza, noi ci siamo scoperti nudi. Eppure la prima cosa che Dio fa appena Gli tocca chiuderci fuori dell’Eden è prepararci dei vestiti (ecco, la moda dove ha inizio!). E poi ci avrebbe mandato Suo Figlio. E anche lì, spoliazione, divisione delle vesti, ma la tunica è intera! Quanti spunti meravigliosi! Per me solo spunti. Sono una persona qualunque, senza preparazione specifica ma la Parola di Dio, vivente nella Chiesa, è per tutti, per nutrire tutti.

E tutto per rivestirci della grazia soprannaturale. Anzi diventiamo ancora più belli con la grazia di Cristo ora che non se non avessimo mai perduto la grazia originaria. Vero don Alfredo?

Allora per iniziare a stare bene qua, subito, per essere veri uomini, scaltri, acuti, intelligenti, buoni, forti coraggiosi (versione pop dei sette doni dello Spirito) una cosa solo dobbiamo chiedere: Lui. Una cosa sola, Signore, ….

Dal Salmo 26

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Facciamoci furbi. E chiediamo Tutto, non tante cose, ma Tutto.

Terza e ultima considerazione, dal Vangelo sempre.

“quello che poi lo tradì”

La libertà di Dio che prende chi vuole e la libertà, ammalata purtroppo ma pur sempre libera, dell’uomo. Che può pure tradirlo. Non vedo una nota tragica in questo ma ancora una volta la grandezza di Dio e il dramma della nostra libertà. Abbiamo fino all’ultimo questa possibilità, insieme a quella di dire, balbettare solo : “salvami!”, “perdonami!”.

Alle volte chiedo che mi venga ridotta, questa libertà, questo terribile potere; vorrei che Dio mi sigillasse nei momenti in cui, comunque per Sua grazia, riesco a dirGli sì per davvero. E invece no, dobbiamo giocarcela ogni istante e sarà così fino al nostro ultimo respiro. Per questo pregare, consolidare il rapporto di intimità quotidiano con Lui, digiunare (ancora è nella lista TO DO! accidenti), confessarsi spesso, fare la Comunione alimenta l’uomo nuovo, lo irrobustisce. Sembra che non succeda nulla e invece!



Leggi anche:
La bellezza che salva il mondo è sfigurata

Se penso a me, a quanto sono incostante, fragile, limitata, superba, esposta a mille pericoli senza di Lui… Eppure camminando, piano piano, si diventa più forti, capitassero persino cadute o tradimenti. L’amore e la frequentazione di Dio guariscono lentamente la nostra volontà e la fanno così contenta di perdersi nella Sua che tradirLo resta possibile ma diventa meno probabile. Perché è la nostra piccola volontà che ci lega a Lui. Uno schiavo in catene è meno legato al Padrone di uno che lo ama. Con un amore che la vita stessa, rivoltandomi come una zolla, rende più bello e forte, mi voglio legare a Dio perché so che è Padre e non padrone.

Viva Cristo Re!