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Cosa ha detto Giovanni Paolo II sugli angeli e in particolare su San Michele?

SAINT POPE JOHN PAUL II
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/11/19
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“Le notizie della Rivelazione sulla personalità ed il ruolo di San Michele sono molto eloquenti. Egli è l’Arcangelo che rivendica i diritti inalienabili di Dio”

24 maggio 1978, santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Papa Giovanni Paolo II approda in visita al Gargano. Lo fa per omaggiare il “principe degli angeli”, San Michele e per rilanciare un culto angelico che la Chiesa fatica a promuovere.

Lo studioso di angiologia Don Marcello Stanzione, in Sul sentiero degli angeli” (edizioni L’Isola di Patmos) ripercorre quello storico discorso di Wojtyla «all’ombra di questo Santuario di San Michele Arcangelo, che da 15 secoli è meta di pellegrinaggi e punto di riferimento per quanti cercano Dio e desiderano mettersi alla sequela di Cristo, per mezzo del quale “sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati, Potestà” (Col 1, 16)».

I “pontefici di San Michele”

Giovanni Paolo II sin dall’inizio rilanciava la presenza degli angeli come creazioni divine, e poi evidenzia: «Sono venuto per venerare ed invocare l’Arcangelo Michele perché protegga e difenda la Santa Chiesa, in un momento in cui è difficile rendere un’ autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti».

Fin da quando Papa Gelasio I concesse, nel 493, il suo assenso alla dedicazione della Grotta delle Apparizioni dell’Arcangelo San Michele, prosegue Wojtyla, «una serie di Romani Pontefici si mise sulle sue orme per venerare questo luogo sacro. Tra essi si ricordano Agapito I, Leone IX, Urbano II, Innocenzo II, Celestino III, Urbano IV, Gregorio IX, San Pietro Celestino e Benedetto IX».

SAINT MICHEAL

Dervish Candela

San Michele Arcangelo

I santi devoti all’Arcangelo

Anche numerosi Santi sono venuti qui per attingere forza e conforto, ricorda il Papa, citando San Bernardo, San Guglielmo da Vercelli, Fondatore dell’Abbazia di Montevergine, San Tommaso d’Aquino, Santa Caterina da Siena.

«Tra queste visite – continuava Wojtyla – è rimasta giustamente celebre ed è tuttora viva quella compiuta da San Francesco d’Assisi, che venne qui in preparazione alla Quaresima del 1221. La tradizione dice che egli, ritenendosi indegno di entrare nella Grotta sacra, si sarebbe fermato all’ingresso, incidendo un segno di croce su una pietra».



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La lotta contro il Dragone

Queste presenze dimostrano che «la figura dell’Arcangelo Michele, che è protagonista in tante pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, sia sentita ed invocata dal popolo e quanto la Chiesa abbia bisogno della sua celeste protezione: di lui, che viene presentato nella Bibbia come il grande lottatore contro il Dragone, il capo dei Demoni».

Per quanto frammentarie, diceva Giovanni Paolo II, «le notizie della Rivelazione sulla personalità ed il ruolo di San Michele sono molto eloquenti. Egli è l’Arcangelo (cfr. Gd 1, 9) che rivendica i diritti inalienabili di Dio. È uno dei principi del Cielo (cfr. Dn 12, 1), che vigila sui figli del suo popolo da cui uscirà il Salvatore. ora il nuovo popolo di Dio è la Chiesa. Ecco la ragione per cui Essa lo considera come proprio protettore e sostenitore in tutte le sue lotte per la difesa e la diffusione del regno di Dio sulla terra».

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Saint Michel archange.

La preghiera

Alla figura dell’Arcangelo Michele la Chiesa, sia in oriente che in occidente, non ha mai cessato di tributare un culto speciale. Come è noto il primo Santuario a lui dedicato sorse a Costantinopoli per opera di Costantino: è il celebre Michaelion, a cui fecero seguito in quella nuova Capitale dell’Impero altre numerose Chiese dedicate all’Arcangelo.

In occidente il culto di San Michele, fin dal v secolo, si era diffuso in molte città come Roma, Milano, Piacenza, Genova, Venezia; e, tra tanti luoghi di culto, certamente il più famoso è questo del monte Gargano.

L’Arcangelo è rappresentato sulla porta bronzea, fusa a Costantinopoli nel 1076, nell’atto di abbattere l’infernale Dragone. È questo il simbolo col quale l’arte lo rappresenta e la liturgia ce lo fa invocare. Infine, Giovanni Paolo II ricordava la preghiera che anni fa si recitava al termine della Santa Messa: “Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio”. E non a caso concluse il suo discorso ripetendo questa invocazione.



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Preghiera

San Michele Arcangelo,

difendici nella lotta;

sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.

Gli comandi Iddio,

supplichevoli ti preghiamo:

tu, che sei il Principe della milizia celeste,

con la forza divina rinchiudi nell’inferno Satana

e gli altri spiriti maligni

che girano il mondo

per portare le anime alla dannazione.

Amen.

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