A Como in via Indipendenza, nella strada dello shopping, è stato inaugurato il 17 ottobre il primo negozio italiano del progetto For and From del colosso spagnolo in partnership con Cometa, impegnata nell’educazione, formazione e accoglienza.
Un primato di cui andare fieri
Sei giorni fa la pagina Facebook degli Amici di Cometa raccontava così del nuovo primato che arricchisce la storia dell’Associazione: ha appena aperto proprio a Como e proprio in collaborazione con Cometa onlus il primo store For&From fuori dai confini spagnoli. Fa parte della galassia Zara, il gruppo multinazionale Inditex: quello, per intendersi, che comprende oltre al marchio ammiraglio altri brand di successo: Pull & Bear, Stradivarius, Bershka, Oysho, Zara Home, …
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Certo, ogni grande organizzazione profit ha la sua parte, di solito marginale, dedicata ad attività benefiche. Ma forse in questo caso, vista la prestigiosa partnership, val la pena prestarvi più attenzione. Inditex è un colosso al traino da decenni di un settore che ha quasi inventato (il fast fashion) ma dietro anzi dentro Cometa c’è lui, Erasmo Figini, un uomo che ha preso sul serio un’eredità paterna particolare e costruisce opere di comunione, non di carità (pelosa).
Pablo Isla, presidente di Inditex e da due anni – secondo la Harvard University – miglior CEO del mondo, ha incontrato Erasmo Figini – come ricorda lo stesso fondatore di Cometa – proprio a Cernobbio da Anagramma dove per la prima volta gli ha parlato di For&From. Un viaggio in Spagna, la visita ad alcuni negozi e in poco tempo un segno è diventato realtà. (quicomo)
Conoscendo qualcosa della storia che si è generata intorno a Erasmo Figini, marito, padre, stilista e interior designer – ma soprattutto un ripetitore originale del genio educativo di Don Giussani – non stupisce che il primo negozio di questo brand sia partito con lui e con la sua gente. Il progetto, racconta lo stesso Figini, è rimasto nel cassetto per due anni ma ora “eccoci qua”, ha raccontato.
Si tratta di un’iniziativa sociale del gruppo iberico, che vanta nel suo portafoglio marchi del calibro di Zara e Oysho, il cui principale obiettivo è quello dell’integrazione nel mondo del lavoro di persone con disabilità o che si trovano in situazioni di disoccupazione o di svantaggio personale, sociale ed economico, tutte condizioni che trovano “riparo” proprio grazie a Cometa, già impegnata a Cernobbio con i suoi ragazzi con sindrome di Down nella gestione del bar Anagramma. (Ibidem)
Un grande store organizzato su tre piani, che occupano insieme quasi trecento metri quadrati e offre ai clienti “a prezzi ridotti un’ampia selezione di scarpe e accessori che provengono dalle collezioni precedenti di tutti i marchi Inditex“. Vi metto la posizione? (a me fa gola!)
Inditex e Cometa: due giganti di diversa statura. Chi sono e cosa stanno combinando insieme?
Leggiamo nel comunicato stampa ufficiale dell’Associazione per capire chi sono i protagonisti e gli obiettivi che si sono prefissi.
Inditex in collaborazione con Cometa apre a Como il suo primo negozio for&from al di fuori della Spagna. Il programma for&from è un’iniziativa sociale del Gruppo il cui obiettivo è l’integrazione lavorativa di persone con disabilità. Questo nuovo negozio, situato in una delle vie commerciali nevralgiche di Como -a pochi metri dal Duomo- e gestito dall’organizzazione senza scopo di lucro Cometa, offre una curata selezione di calzature e accessori di stagioni precedenti di tutti i marchi Inditex a prezzi ridotti.
Cometa è un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata nell’accogliere, educare e formare bambini e ragazzi, aiutando in questo modo anche le loro famiglie. La sua missione è promuovere la formazione di bambini e ragazzi stimolando le loro capacità e il loro talento in modo da favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. Cometa è inoltre impegnata nell’offrire possibilità lavorative a ragazzi con disabilità o che si trovano in situazioni di disoccupazione e di svantaggio personale, sociale ed economico.
Ci resta ancora un sospetto? Che si tratti, in fondo, di un modo alternativo di smaltire rimanenze fino a che il management non arriverà a poter ottimizzare perfettamente sell in e sell out? O di una trovata “etica” per destinare parte degli utili ad attività solidali? Probabilmente ha anche questi scopi ma, se un poco ho colto lo spirito che anima Cometa e i suoi promotori, deve anche avere a che fare con l’eccellenza, con i pezzi unici, con la bellezza che riscatta l’umano. (E i pezzi unici, di solito, non sono oggetti ma soggetti: siamo noi! Ciascuno di noi, non solo i ragazzi che in Cometa tornano a splendere. Ce lo ricordiamo?)
All’interno del negozio, che da ieri offre lavoro in città a 12 addetti (10 con disabilità, Ndr), domina l’assenza di barriere. Per ottenere questa fondamentale peculiarità, i progettisti del gruppo hanno adottato numerose soluzioni tecniche per adattare lo spazio – dove in precedenza si trovava un altro storico negozio di abbigliamento – alle varie disabilità dei clienti: etichette in braille, lettura delle etichette attraverso forme e colori, arredamento sviluppato seguente percorsi adeguati alle persone con mobilità ridotta. (Ibidem)
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Chi fa del bene a chi?
Le soluzioni di arredo e le funzionalità adottate per regalare autonomia e praticità a chi parte fisicamente, sensorialmente o psichicamente svantaggiato possono essere lette non come un’attenzione filantropica a chi altrimenti resta indietro, ma come un’avanguardia progettuale, perché al centro è posta la persona come tale, non solo un utente, non un mero consumatore o la tristissima “risorsa” che deve lavorare, acquistare o fruire dei negozi nel modo più rapido possibile. Questi ragazzi che da certa prospettiva mondana possono essere considerati pezzi difettosi, anelli deboli, talenti ridotti sono invece il target perfetto attorno al quale costruire vere strategie.
La persona e la sua sete di bellezza al centro: il vero progresso parte da qui
Perché al centro sta il loro essere persona, il loro bisogno di relazione, la loro acuita necessità di esprimersi lavorando e di ritrovare stima e dignità anche con l’opera delle proprie mani. Ma questi bisogni sono gli stessi di tutti! Credo che dovremmo dire loro grazie perché rimettono a fuoco la cosa fondamentale e sono quindi propulsori di vero progresso.
Non è così anche nella medicina o nella riabilitazione? Spesso e volentieri soluzioni inventate per casi difficili o addirittura disperati si sono rivelate benefiche per tutti. Perché è dall’alto che piove sulla valle; e chi è ferito, nell’economia che conta – quella divina -è posto in alto, praticamente in braccio al Padre.
Personalmente sono curiosa di entrare in un negozio For&From, di scegliere articoli a prezzi più bassi dai brand che conosco e apprezzo, e di farlo grazie alle mani di persone alle quali forse non sarà necessario fare troppa formazione d’aula per insegnare che bisogna sorridere, salutare il cliente, farlo sentire a suo agio e riconosciuto come persona unica e insostituibile.
I negozi For&From sono attualmente 15 e impiegano 209 persone con disabilità, con un volume di affari che lo scorso anno è stato vicino ai 12 milioni di euro con un utile di 1,5 milioni di euro, puntualmente reinvestiti integralmente in progetti sociali sviluppati dagli enti coinvolti, Cometa nel caso di Como. (Ibidem)
Una realtà che val la pena seguire nel suo sviluppo. Sarebbe davvero bello se da opera di aiuto a chi è meno fortunato si trasformasse in fiore all’occhiello per clima aziendale, vendite, qualità del lavoro e felicità dei dipendenti.
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