Sempre più lontana l’ipotesi delle diaconesse, si apre invece una nuova prospettiva di affiancamento a sacerdoti e diaconi permanenti
Cosa cambierà per le donne dopo il Sinodo per la Regione Panamazzonica? Sin dal primo giorno del dibattito si sono lanciate proposte per renderle più partecipi nella “nuova” evangelizzazione dell’Amazzonia, richiesta da Papa Francesco.
Ministeri non ordinati
Tra gli interventi degli uditori si è suggerita l’istituzione dei ministeri non ordinati per le donne laiche, intendendo il ministero stesso come un servizio, così da garantire in tutto il territorio panamazzonico la dignità e l’uguaglianza femminile. Tali ministeri potrebbero essere, ad esempio, quello della celebrazione della Parola, del conferimento dell’Eucaristia e di altri sacramenti, o delle attività socio-caritative.
Il diaconato
C’è chi ha prefigurato persino un ricorso diaconato femminile (il diaconato è invece un ministero ordinato ndr). La donna infatti ha di fatto acquisito sempre più spazio nella vita della comunità non solo come catechista o madre, ma anche come possibile soggetto di nuovi ministeri ordinati, «così da valorizzarne la vocazione ecclesiale», ha riferito un Padre Sinodale.
Altri Padri hanno invitato a riflettere sulla possibilità di pensare a ministeri “in rosa”, cosiddetti “istituiti”, per il lettorato (ministero con compiti di proclamare la Parola di Dio, di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di evangelizzazione) e l’accolitato (servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il diacono).
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“Pastorale di presenza”
Se la proposte delle diaconesse appare ancora non matura dal potersi realizzare, quella di un maggior coinvolgimento in ministeri non ordinati “al femminile”, può rivelarsi una chiave di confronto utile tra i Padri Sinodali.
L’obiettivo del Sinodo è quello di rafforzare la presenza cattolica nelle aree più remote dove mancano i sacerdoti, passando da una “pastorale di visita” ad una “pastorale di presenza”, e guardando anche ai nuovi carismi che si manifestano nei movimenti laicali. Ecco perché le donne sono chiamate a recitare un ruolo di maggiore protagonismo, affiancandosi a sacerdoti, suore e diaconi.
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La richiesta di poter votare
Il tema della donna nella Chiesa Panamazzonica è tornato anche con la richiesta di maggiore responsabilità pastorale e partecipazione femminile effettiva, anche in ambito decisionale.
Al Sinodo siedono 184 padri, 17 rappresentanti di popoli indigeni, 35 donne. Suor Birgit Weiler, della Congregazione delle suore missionarie mediche, collaboratrice nella Pastorale per la cura del creato della Commissione Episcopale di Azione Sociale della Conferenza Episcopale del Perù, in un incontro con la stampa, è stata categorica:
«Bisogna superare il machismo, che va contro ciò che dice Gesù. Nel circolo minore dove io mi trovo il tema del diritto al voto per le donne nel Sinodo è stato affrontato».
La suora si è detta grata al Papa «per tutti i passi fatti» nei confronti delle donne. «Naturalmente – ha puntualizzato suor Birgit – desideriamo che si arrivi al punto per cui anche le superiore generali possano votare come accade per gli uomini. Del resto il Papa ha ricordato che non è necessario essere ordinati al sacerdozio per votare. Il desiderio è stato espresso chiaramente al Sinodo. Quando i fratelli votano, anche per le sorelle deve valere lo stesso discorso» (La Repubblica, 11 ottobre).
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Un organismo episcopale permanente
Intanto, nell’ultima Congregazione Generale del 15 ottobre, è emersa, da diversi interventi, la sollecitazione a creare urgentemente un Organismo episcopale permanente e rappresentativo, coordinato dalla Repam (Rete ecclesiale panamazzonica), per promuovere la sinodalità in Amazzonia: questa uno dei suggerimenti emersi dall’11.ma Congregazione generale del Sinodo speciale per la regione.
Tale organismo, integrato al Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), dovrà aiutare ad implementare la fisionomia della Chiesa in Amazzonia, nell’ottica di una pastorale comune più efficace, concretizzando anche quelle indicazioni che Papa Francesco vorrà eventualmente dare dopo il Sinodo, e lavorando per la difesa dei diritti dei popoli indigeni, la formazione integrale degli agenti pastorali e la creazione di seminari amazzonici. Tale azione pastorale congiunta, elaborata sinodalmente da tutte le circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche, in una relazione organica con il Celam, sarà utile per affrontare problemi comuni, come lo sfruttamento del territorio, la delinquenza, il narcotraffico, la tratta e la prostituzione.
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