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Una voragine grande come Dio nel cuore, il battesimo di Demi Lovato nel Giordano

DEMI LOVATO
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Annalisa Teggi - pubblicato il 07/10/19
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Un anno fa un’overdose di eroina la stava per uccidere, la settimana scorsa in Israele ha fatto memoria delle sue radici cristiane ed ebraiche. Sì, Demi: l’eccesso umano è il volto negativo di un’anima assetata dell’infinito di Dio.Il copione è molto simile nella sua parabola vertiginosamente discendente: star-bambine che si ritrovano a 20 anni a fare i conti con dipendenze e crolli emotivi. Molti anni fa accadde alla giovanissima Drew Barrymore, all’indomani del successo planetario di ET, poi negli anni anni abbiamo guadagnato familiarità con un’altra scena: queste giovani bimbe coltivate nella serra della Disney che diventano provocanti adolescenti e idoli del pop mondiale. Le chiamiamo Britney Spears, Ariana Grande, Selena Gomez, Miley Cyrus e certo ne dimentico tante altre. Oggi sulla scena mediatica torna Demi Lovato che come le sue compagne famose ha conosciuto la celebrità giovanissima e si ritrova a pagare un conto salatissimo ad appena 27 anni.

Ne aveva solo 18 quando finì in una clinica per disintossicarsi (ed è altrettanto sconcertante che ormai in rehab sia un modo di dire per indicare il momento in cui i VIP vanno in ospedale per liberarsi da droghe e depressioni). Nel 2018 fu strappata per un pelo a un’overdose di eroina. In questo periodo Demi Lovato è in Terra Santa, dove ha avuto modo di riavvicinarsi alla spiritualità cristiana ed ebraica che appartiene a lei e alla sua famiglia, ma dimenticata per anni.


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Una voragine grande quanto Dio nel cuore

Sul suo profilo Instagram Demi Lovato ha postato la settimana scorsa una foto che ha fatto subito il giro del mondo, con polemica annessa.

Sono una cantante americana. Sono stata cresciuta nella tradizione cristiana e ho radici ebraiche. Quando mi è stato chiesto di visitare i luoghi di cui avevo letto nella Bibbia, ho detto sì. C’è qualcosa di assolutamente magico riguardo a Israele. Non ho mai sentito una spiritualità e una vicinanza a Dio così forte … era qualcosa di cui sentivo la mancanza da qualche anno.  La spiritualità è molto importante per me … essere battezzata nel fiume Giordano – lo stesso luogo dove fu battezzato Gesù – non ho mai sentito la mia vita più rinnovata di ora. Questo viaggio è stato importantissimo per la mia salute, il mio cuore, la mia anima. Sono grata dei ricordi che ho raccolto e dell’opportunità di riempire quella voragine grande come Dio nel mio cuore. Grazie di avermi ospitato, Israele.

Di fronte alle rivelazioni intime di un personaggio pubblico, che di solito vediamo vestire panni agli antipodi da una qualunque sensibilità spirituale, si dubita, si resta perplessi. Ma a dire il vero la faccenda è per tutti così: c’è questo velo tra l’anima e l’apparenza, nessuno tranne Dio può leggere nei cuori. Possiamo attribuire più o meno autenticità a questa esperienza personale, resta invece azzeccata l’immagine che la Lovato usa: il cuore il cui spazio vuoto è grande quanto Dio. Che sia un’intuizione personale, che sia il richiamo all’inquietudine agostiniana, che sia altro, è bello vedere campeggiare queste parole sui giornali di mezzo mondo. Finalmente qualcosa che ci scuote dal torpore. Finalmente è scritto nero su bianco qualcosa di attuale, autentico, profondamente umano – a prescindere anche da chi lo ha detto.


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La nostra voragine, lo spazio vuoto del nostro intimo, non è XL ma semplicemente X, dipende da un’unica incognita: Dio. Lui è l’unità di misura da cui dipende il fattore infinito del nostro bisogno e del nostro desiderio. Se da incognita diventa esperienza e incontro possibile su questa terra, allora il cammino complicato di ogni giorno è salita al cielo. Sì, Demi, grazie di avercelo ricordato una volta di più. Non meno vero è ciò che deriva da quella prima constatazione: tutto quello che di grande e immenso ci offre il mondo non potrai mai colmare la voragine.

Ma mentre rimanevo colpita da queste parole di Demi Lovato, l’attenzione mediatica – chissà perché – rimaneva esterefatta da un altro dato: Israele. In breve, questa confessione personale è stata interpretata come una dichiarazione politica irrispettosa nei confronti dei Palestinesi. Prontamente Demi Lovato si è dovuta scusare, ribadendo che si trattava solo di un’esperienza spirituale personale. Lascerei cadere questa deriva polemica, che pare assai esagerata rispetto al dato di partenza. Più interessante è abitare ancora un po’ in quella voragine che tutti ci accomuna.

L’infinito e l’overdose

In questi mesi sto riscoprendo la figura di Oscar Wilde, grande autore il cui profilo umano è tuttora ampiamente traviato da una lettura riduttiva (lo si crede una grande fucina di aforismi, oppure un eroe della causa LGTB). Se Oscar Wilde ha ancora tanto da dire all’uomo di oggi non è per la sua verve linguistica né per i suoi amori omosessuali, ma per le ferite (curate in extremis) della sua anima tormentata. Profondamente affascinato e attratto dal cattolicesimo, lo rifiutò per inseguire il successo (fu poi Battezzato sul letto di morte). E la fama e la ricchezza di questo mondo gli diedero tutto ciò che era in loro potere: visibilità, dissolutezza e infine disperazione.


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Essendo un uomo acutissimo d’ingegno, intuiva benissimo il cardine su cui si regge l’intera sfida umana (… altra cosa è volerla accettare; l’occhio discerne ma la libertà può restare immobile). Lontano dalla verità di Cristo scrisse di sé in un verso de La Sfinge:

il mio cuore è come un paese straziato dalla carestia

Era un artista dalla stella in ascesa, un talento che cominciava a raccogliere gli applausi della società. Eppure. Eppure si sentiva in carestia. Non siamo anni luce distanti dall’intuizione di Demi Lovato. E’ il bello di un’anima God-sized (a misura di Dio): rende simili i sommi poeti e le pop star, i capi di stato e i santi. Insomma, quel verso di Wilde è il negativo delle foto delle riviste patinate, la parte autentica della finzione esibita sotto i riflettori. La star del momento sorride, ma dietro può esserci un’anima carente del necessario.

Sappiamo, ma ci penso ora con più acutezza, che spesso si tenta di colmare quel vuoto con delle overdosi. Droga, alcol, sesso in dosi sempre maggiori. La necessità di una over-dose è la conferma estrema della capienza infinita del nostro io. L’infinito di Dio viene sostituito, senza lieto fine, dall’eccesso umano.


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Era il 24 luglio 2018 quando Demi Lovato fu salvata da una overdose di eroina. Era il periodo in cui nella canzone Sober confessava di essere di nuovo caduta nella droga e nell’alcol; cantava «non so perché lo faccio tutte le volte, capita sempre quando sono sola». Entrata nel mondo della TV a soli 10 anni, Demi Lovato confessò di aver provato la cocaina molto presto:

Aveva 17 anni, disse, e ne fu subito intrappolata. “Mi piace” ha dichiarato in un documentario su Youtube intitolato Semplicemente complicata. “Dalla prima volta che l’ho provata sono stata fuori controllo”. (da Western Journal)

DEMI LOVATO

Ralph Arvesen | CC BY 2.0

L’essere fuori controllo l’ha quasi portata a morire, proprio perché l’overdose uccide e lascia intatta la fame divorante di senso che brucia in ogni essere umano.

Congedandoci dal mondo delle star e dei poeti, venendo alla nostre giornate piene di una vita indaffarata di lavoro, studio e famiglia, i termini dell’equazione non cambiano di una virgola: la tentazione di stipare nell’anima mille accessori (più o meno arricchenti, più o meno distruttivi) ci porterà in dote solo una brutta carestia.

L’acqua del Battesimo ripulisce davvero e fa spazio, è la versione originale di quel suggerimento con cui cominciano tutte le diete: prima di iniziare un pasto bisogna bere un bel bicchiere d’acqua. Poi, il passo successivo è scegliere il Pane giusto.

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