Era uno degli ultimi stati della federazione australiana ad avere ancora in piedi un buon argine contro la liberalizzazione totale dell’aborto, anche a ridosso della nascita. Intensa l’opposizione in Parlamento e nella società civile. Ignorati tutti gli emendamenti, circa 100, proposti dagli oppositori. Festeggiano e si commuovono i deputati prochoice.
Cosa ci sarà da festeggiare?
Si abbracciano commossi, è una grande conquista umana a parere loro. Peccato sia arrivata così tardi, commenta con una felicità rabbuiata da queste evitabili resistenze alle magnifiche sorti il deputato Alex Greenwic, già sostenitore della legalizzazione del matrimonio egualitario e sponsor principale del presente disegno di legge.
Siamo in Australia nello stato del Nuovo Galles del Sud dove dopo un rapidissimo tragitto parlamentare il 26 settembre è passata la legge che consente l’interruzione di gravidanza anche oltre la ventiduesima settimana. Era l’ultimo stato a considerare ancora reato l’aborto oltre le 22 settimane per una legge vecchia di 119 anni. Arcaica, la definisce il fronte prochoice.
Certo non mancano le “rigorosissime” condizioni e sistemi di controllo che dovrebbero ridurre al minimo i casi in cui si ricorra a questa estrema ratio ma abbiamo sufficiente vecchiaia e cinica consapevolezza per sapere come si comporta l’uomo da che mondo è mondo; non proviamo nemmeno ad illuderci. Se una donna chiederà di farlo, si farà, punto. Basterà che due medici certifichino che la salute della donna è a rischio (sia quella fisica sia quella psichica) o che il bambino sia ritenuto gravemente disabile.
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Alla stessa notizia un’esponente prolife australiana ha invece pianto. Stessa intensità emotiva, di segno opposto. Lei è Margaret Tighe, presidente di Right to Life Australia. Riporta il sito Lifenews:
“Non dovrebbe esserci motivo di giubilo nel Nuovo Galles del Sud oggi, quando la campana della morte è stata suonata nel parlamento del Nuovo Galles del Sud per i bambini non ancora nati nel grembo materno – l’aborto ora è permesso fino alla nascita”, ha detto.
L’Abortion Law Reform Act 2019 è per gli uni sacrosanto salvacondotto per la libertà della donna, ultimo argine alla crudeltà verso il più indifeso per gli altri, i “prolife dalla linea dura”, così li etichetta l’Indipendent.
Il Crimes Act è lo statuto che stabilisce reati per lo stato del New South Welles, il diritto penale dello stato federale. In esso era contenuto anche il reato di aborto; l’avvenuta depenalizzazione, oltre a sollevare la donna e chi concorre alla pratica di aborto da pene detentive, temono a ragione i prolife, aprirà le porte a innumerevoli abusi: nel disegno di legge non ci sono restrizioni e tutele per evitare la compravendita di parti del feto, né per alleviare la sofferenza di feti sottoposti ad aborto tardivo e in grado di percepire il dolore.
Intensa ma vana l’opposizione politica e civile
L’opposizione di larghe fasce della società civile e di strenui difensori del diritto alla vita presenti in entrambe le camere è stata intensa e instancabile fino alla fine, ma non è bastata. Il Parlamento ha del tutto ignorato l’opinione pubblica e in ogni caso nella votazione decisiva i voti contrari sono stati 14 contro i 26 favorevoli, alla Camera Alta.
Le lacrime di Margaret Tighe sono per i bambini che saranno ancora più oggetto di scempio. Continua Lifenews:
Tighe ha affermato che la legge non dà nemmeno protezione completa ai bambini nati vivi dopo gli aborti malriusciti. Ha espresso preoccupazione per inadeguate protezioni dei diritti della coscienza anche per i medici pro vita.
Tutti gli emendamenti proposti dagli oppositori al disegno di legge sono stati respinti:
Siamo orgogliosi dei numerosi membri del parlamento del Nuovo Galles del Sud che erano fermi nella loro posizione di vita e hanno presentato emendamenti dopo emendamenti per contenere questo orribile disegno di legge”, ha affermato. (Ibidem)
Ora sarà consentito sotto la protezione della legge anche l’aborto selettivo in base al sesso, una pratica purtroppo molto diffusa nelle minoranze asiatiche presenti nel paese, soprattutto quelle cinese e indiana.
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La popolazione è scesa in piazza e tra gli slogan campeggiava quello più seriamente inclusivo e liberale che la parte prochoice non potrà mai esprime: Amali entrambi.
La difesa del nascituro non è mai contro la madre; lo è semmai lasciarla sola nel dolore o nella falsa sicurezza di potersi liberare di un fardello inutile, scegliendo la morte del figlio che porta.
Amali entrambi, non è un aut aut. La cosa più tragica infatti di questa marcia globale per l’aborto sempre più selvaggio è avere messo nero su bianco la discordia più lacerante che sia possibile concepire; quella tra la madre e il suo bambino; tra due cuori che battono vicini e che si condizioneranno per sempre. Madre Teresa, Santa Teresa di Calcutta, lo sapeva; lei, esperta di miseria estrema: eccolo il più povero tra i poveri, il bambino non ancora nato.
E nelle caldaie sempre a pieno regime dell’industria dell’aborto non può che bruciare un radicale odio per la donna, per quel che è e fa.
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Le dichiarazioni dell’Arcivescovo di Sidney
Dalle pagine del Catholic Herald risuonano le parole dell’Arcivescovo Anthony Fisher all’indomani dell’approvazione alla Camera Alta.
“Oggi è un giorno molto buio per il Nuovo Galles del Sud”, ha dichiarato l’arcivescovo Anthony Fisher di Sydney in una dichiarazione del 26 settembre. Ha definito la nuova legge “una sconfitta per l’umanità”.
“L’Abortion Law Reform Act 2019 potrebbe essere la peggiore legge approvata nel Nuovo Galles del Sud nei tempi moderni, perché rappresenta un abdicazione così drammatica della responsabilità di proteggere i membri più vulnerabili della nostra comunità”, ha detto.
“Dall’abolizione della pena capitale nel Nuovo Galles del Sud nel 1955, questa è l’unica uccisione deliberata mai legalizzata nel nostro stato.”
Si è messo al passo coi tempi, non c’è dubbio. Il Galles del Sud non è solo nuovo è nuovissimo, ora. Di una modernità fiammante: da adesso si potrà abortire ancora meglio e di più. E’ solo una questione di linguaggio alla fine: non leggete anche voi i cartelli dei manifestanti che ci spiegano con calma che non si tratta di un crimine ma di questione sanitaria?
Ora, gli aborti sono legali in tutto il paese. VOA News riferisce che tra i 65.000 e gli 80.000 bambini non ancora nati vengono abortiti ogni anno in Australia. Quel numero potrebbe aumentare ancora di più a seguito del voto del Nuovo Galles del Sud. (Lifenews)
L’alto prelato ha concluso invitando a lottare ancora e ancora, con la certezza in fondo che non siamo noi a decretare i destini dell’umanità ma possiamo sempre operare nel piccolo campo che ci è dato di vedere, percorrere, dissodare, irrigare.
Nella sua dichiarazione, Fisher ha ringraziato i membri del Parlamento che si sono opposti al disegno di legge, e quelli “che hanno lavorato instancabilmente sugli emendamenti per rendere un po ‘meglio questa cattiva legge”. Ha anche ringraziato i membri del pubblico che hanno pregato e si sono espressi contro la legge.
Ha incoraggiato i cattolici a pregare e lavorare per i leader della vita professionale e a rinnovare il loro impegno nell’aiutare le donne in gravidanza bisognose.
“Possiamo ancora porre fine al flagello dell’aborto in questo stato rendendolo non necessario, non importa quello che dice la legge“, ha detto l’arcivescovo. (Ibidem)