Bambine ed adolescenti esattamente come le nostre figlie o nipoti, ma destinate, se non veniamo in loro aiuto, alla più che miserevole vita da schiave.Ogni notte, tra i 40 e i 45 mila esseri umani, nell’indifferenza generale, vendono i loro corpi sulle strade del nostro Paese: sono quasi tutte donne provenienti dalla Nigeria, Romania, Albania e Bulgaria. Altrettanti uomini sono lì per comprarle: fra di loro ci sono più di 2000 bambine e adolescenti, ci informa un articolo de Il Messaggero. Il 60% di quelle donne, che dispregiativamente vengono dette fare “il mestiere più antico del mondo”, è vittima di tratta: non hanno scelto di essere merce per gli appetiti sessuali del primo che le compra, ma sono state in vario modo costrette a farlo.
Povertà e sogni
Sul marciapiede le ha portate la povertà in cui vivevano nei loro paesi di origine o il sogno di avere un futuro comunque migliore rispetto a quello loro destinato dall’ambiente socio-culturale di provenienza. E sul marciapiede, dove non raramente vengono uccise o da cui improvvisamente “scompaiono”, restano per non morire, o per non far morire i loro familiari rimasti a casa che sostengono economicamente con quello che le lasciano i loro protettori.
Il 23% delle vittime di tratta sono bambine e adolescenti
Le ultime statistiche diffuse da un recente rapporto del Governo Americano – che include anche i dati raccolti da Greta, acronimo per indicare il gruppo di esperti europei che studiano la tratta degli esseri umani per sfruttamento sessuale o lavoro nero – indicano come nel mondo il 23% delle vittime di tratta sia rappresentato da bambine e adolescenti. Nella nostra ricca e ormai secolarizzata Europa il commercio di esseri umani, in continuo aumento, è prevalentemente alimentato dalla richiesta di sfruttamento sessuale: il 95% di questi schiavi moderni sono donne e ragazze (Ibidem).
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Lo ha denunciato l’Unicef il 30 luglio scorso, data in cui annualmente viene a cadere la Giornata Internazionale contro la tratta di esseri umani. Nel rapporto di Women’s Refugee Commission (WRC) diffuso insieme all’Unicef, si sottolinea il fatto allarmante che:
Lungo la rotta del Mediterraneo centrale resta alto il rischio di violenza sessuale per i migranti e i rifugiati che si muovono verso l’Italia (Il Messaggero).
Le donne e le ragazze reclutate a scopo di sfruttamento sessuale, subiscono
violenze e abusi che includono anche la deprivazione della libertà personale, violenze economiche, fisiche e sessuali che portano a conseguenze gravi e talvolta pericolose per la vita stessa (Ibidem).
Il rapporto di Save the Children, Piccoli schiavi invisibili 2019, afferma che in Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero in costante aumento di minori coinvolti. In Europa una su 4 vittime di tratta è minorenne, e
l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale. Sono infatti 20.500 le vittime, registrate fra il 2015-2016, di questo sistema violento e senza scrupoli; il 56% dei casi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, mentre il 26% è destinato a quello lavorativo (Il Messaggero).
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Il lavoro di repressione è ancora insufficiente
Benché nel 2018 si siano registrati nel nostro Paese l’arresto di 99 sospetti trafficanti, l’incriminazione di 139 imputati sulla base della legge contro la tratta, la condanna di 46 trafficanti, la sottoposizione ad indagine di 340 persone sulla base dell’articolo 600 contro la riduzione in schiavitù, il rinvio a giudizio di 119 soggetti e 81 condanne per quest’ultimo reato (Il Messaggero), il lavoro di repressione rimane ancora molto insufficiente.
Il caso del Tribunale di Palermo
Ha fatto clamore una sentenza del dicembre scorso emessa dal Tribunale di Palermo che ha condannato un imputato nigeriano all’ergastolo per il reato di tratta di esseri umani dalla Libia a scopo di sfruttamento sessuale, e altri crimini efferati commessi in quel paese in un accampamento di immigrati clandestini. E’ stato il primo caso di condanna extraterritoriale in Italia per tratta di esseri umani e altri gravi reati commessi da uno straniero in territorio libico.
Ormai non è più possibile far finta di non vedere il mercato di corpi e anime, diventato forse il più grande business a livello mondiale, che traghetta tanti esseri umani, ma soprattutto donne, nei nostri paesi ricchi di denaro ma dove prospera anche tanta povertà morale, che non si fa scrupolo nemmeno di bambine ed adolescenti. Bambine ed adolescenti esattamente come le nostre figlie o nipoti, ma destinate, se non veniamo in loro aiuto, alla più che miserevole vita di schiave.
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