Il più “innamorato” Wojtyla. Benedetto ha utilizzato i viaggi per due comunicazioni importantissime. Francesco, nel 2015, è andato alla ricerca della pace tra i popoli
“Speranza, Pace, Riconciliazione”. È il motto della visita che Papa Francesco si appresta a compiere dal 4 al 10 settembre in tra Paesi dell’Africa Australe: Mozambico, Madagascar e Mauritius.
Nel caso del Mozambico le tre parole del motto rivestono un significato particolarmente importante. C’è bisogno di speranza specie nelle zone del nord colpite dai cicloni tropicali Idai e Kenneth. Circa 600 persone sono morte a causa di Idai e altre 45 a cause del ciclone di Kenneth. I danni materiali a infrastrutture e coltivazioni ammontano ad almeno 900 milioni di dollari. Il sud, risparmiato dalle piogge, soffre invece le pesanti conseguenze della siccità.
L’accordo storico
C’è bisogno di pace e di riconciliazione per i forti contrasti politici tra i principali partiti politici, che sono sfociati in alcuni confronti militari. Proprio in vista della visita papale il 6 agosto il Presidente Filipe Nyusi, esponente del Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo), e il leader della Renamo Ossufo Momade hanno firmato uno storico accordo di pace (fides.org, 26 agosto)
Il record di Giovanni Paolo II
Prima di questo viaggio, sono stati 17 i viaggi dei Papi in Africa. Quello più “affezionato” è stato Wojtyla.
Sono stati ben 14 i viaggi apostolici di Giovanni Paolo II nel continente africano: tra il 1980 e il 2000 ha visitato 38 nazioni.
Il primo viaggio durò ben dieci giorni, dal 2 al 12 maggio 1980 toccando Zaire, Repubblica del Congo, Kenya, Ghana, Burkina Faso e Costa d’Avorio (Acistampa, 27 agosto).
L’ultimo nel 2000, 24-26 febbraio, in Egitto, con il pellegrinaggio giubilare al Monte Sinai, la visita al Cairo e al Monastero di Santa Caterina (Egitto).
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Le due tappe di Benedetto
Benedetto XVI c’è stato due volte. Nel 2009, 17-23 marzo, in Camerun e Angola. In quel occasione Ratzinger rende pubblico l’Instrumentum laboris del 2° Sinodo africano (Roma, 4-25 ottobre 2009).
Ai leader africani e del mondo rivolge un forte appello alla «solidarietà tra generazioni, tra le nazioni e i continenti che generi una sempre più equa distribuzione delle risorse della terra tra tutti gli uomini… Non private i vostri popoli della speranza! Non amputate il loro futuro mutilando il loro presente! Abbiate un approccio etico con il coraggio delle vostre responsabilità».
Il secondo viaggio nel 2011, 18-20 novembre, in Benin. Allora ha consegnato alla chiesa africana l’esortazione post-sinodale, Africae munus (L’impegno dell’Africa): «La pace degli uomini che si ottiene senza la giustizia è illusoria ed effimera. La giustizia degli uomini che non trova la propria sorgente nella riconciliazione attraverso la verità nella carità rimane incompiuta e non è autentica giustizia».
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La “prima” di Francesco
Francesco, invece, ci è approdato, sinora, una sola volta, nel 2015, 25-30 novembre. Tappe in Kenya, Uganda, Repubblica Centrafricana. Nella sua agenda incontro interreligioso ed ecumenico (Nairobi), visita all’Ufficio Onu di Nairobi (con un discorso rivolto alla vicina Conferenza di Parigi sul clima), apertura dell’Anno santo della misericordia a Bangui (pigrizia.it, 2016).
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