Ratzinger ha risposto alle osservazioni di Birgit Aschmann sul suo testo in cui riflette su quando e perché ci sono stati casi di abusi. “Nel suo e in altri contributi non si parla di Dio, punto centrale della questione”
«Nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione»: è la risposta di Benedetto XVI alle critiche mosse alla sua riflessione sull’emergenza abusi sessuali del clero e sulla crisi della fede, pubblicato in esclusiva nel sito del Corriere della Sera, e proposto in tedesco dal mensile Klersublatt.
Poche, chiarissime righe, pubblicate da Herder Korrespondenz, la stessa rivista che ha ospitato sul numero di luglio un lungo articolo della docente di storia europea del XIX secolo all’Università Humboldt di Berlino Birgit Aschmann (Tempi.it, 27 agosto).
Ratzinger nell’aprile scorso aveva tracciato un’analisi approfondita e impietosa su come è nato e si è diffuso questo crimine anche nel mondo ecclesiastico. Un crimine figlio di un «collasso morale» così difficile da combattere (Corriere della Sera, 11 aprile).
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Aschmann trascura “il passaggio centrale”
«Il contributo della Signora Aschmann (“La vera sofferenza cattolica al 1968, HK, luglio 2019, 44-47), nonostante la sua unilateralità – si legge nel numero di settembre della rivista – può ispirare ulteriori riflessioni, ma come risposta alla mia pubblicazione sul Clergy Paper on the Abuse Crisis (No. 4/2019, 75-81) tuttavia è insufficiente e tipico del deficit generale nella ricezione del mio testo.
Mi sembra che nelle quattro pagine dell’articolo della Signora Aschmann non appaia la parola Dio, che ho posto al centro della questione. Ho scritto, “Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato” (78). “La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell’umanità si perde sempre più “(79).
Per quanto posso vedere, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione. Il fatto che il contributo di Aschmann trascuri il passaggio centrale della mia argomentazione proprio come la maggior parte delle reazioni di cui sono venuto a conoscenza mi mostra la gravità di una situazione in cui la parola Dio sembra spesso emarginata nella teologia» (Aci Stampa, 27 agosto).
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