Glory Obibo è morta domenica scorsa a soli 29 anni, dopo tre mesi dalla nascita delle sua Greta. Alla scoperta del tumore aveva detto: «Ho fede, io sto male ma la bambina è sana, non voglio abortire per sostenere cure più impegnative». Glory Obibo è morta domenica scorsa a soli 29 anni, tre mesi dopo aver dato alla luce la figlia Greta. La sua storia parla di amore, coraggio, sacrificio perché lei è una mamma che ha custodito la vita della sua bambina accettando di morire pur di metterla al mondo. Si legge su La Tribuna di Treviso che ha spirato l’ultimo respiro dopo aver abbracciato il marito Samuel Nascimben e la loro piccola tanto desiderata. Originaria della Nigeria, la donna era arrivata in Italia nove anni fa e a Treviso aveva conosciuto l’amore: il suo Samuel, con cui aveva deciso di costruire insieme una famiglia.
Un primo aborto spontaneo, la notizia della gravidanza e la scoperta del tumore al seno
La coppia aveva perso il primo figlio e alla notizia della nuova attesa il dolore per il precedente aborto spontaneo aveva lasciato spazio solo alla gioia infinita di aspettare una nuova vita. Ma purtroppo poco dopo aver scoperto di essere incinta, Glory avverte dei dolori al seno e così si sottopone ad alcuni controlli che in breve tempo la costringono ad un intervento chirurgico: un tumore alla mammella molto aggressivo. Glory non ha alcun dubbio: rifiuta l’aborto e sceglie di seguire un trattamento poco invasivo per non mettere a rischio la vita di sua figlia. Samuel, nonostante tutte le preoccupazioni, è con lei.
Ho fede, io sto male ma la bambina è sana, non voglio abortire per sostenere cure più impegnative (Corriere.it).
Rifiuta l’aborto e le cure invasive per proteggere la vita di sua figlia
Di fronte alla scelta di abortire per curarsi e forse salvarsi, Glory decide di proteggere la sua bimba e lasciarla crescere al riparo del suo grembo accogliente ma al contempo attaccato da un male terribile. Si è sacrificata per amore, ha accettato di morire per un bene più grande e prezioso.
I ricordi di Samuel:
Ne avevamo parlato, le dicevo sei matta. Per lei l’unica cosa importante era proteggere Greta. Ora qui a casa c’è un grande vuoto ma la nostra bambina è un miracolo. Quando sarà più grande le parlerò della sua mamma straordinaria che ha dato tutto per lei (Ibidem).
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Nel petto il tumore nel cuore la sua Greta
Nel petto il tumore, nel cuore tutta la tenerezza per la sua Greta che nasce sana a maggio, mese della Madonna. Dopo il parto Glory comincia le terapie più aggressive ma le sue condizioni di salute precipitano e così, con il sorriso negli occhi che non hanno perso mai la speranza, muore.
L’ultima struggente ninna nanna di Glory alla sua bambina
Il canale YouTube la Tribuna di Treviso ha pubblicato un video concesso dal marito di Glory che mostra la mamma che culla la figlia e le canta una ninna nanna. Ad un certo punto piange senza smettere mai di guardare la piccola trasmettendole tutto il bene che prova: i suoi sentimenti di paura, orgoglio, speranza, dolcezza. Le parla, l’accarezza, riprende il canto. Sono immagini struggenti di una mamma che canta alla figlia parole d’amore e di addio.
Una mamma splendida
Era una mamma splendida, solare, parlava del futuro, era piena di entusiasmo. Cantava sempre alla nostra bambina. A tutti diceva che stava bene, per non preoccupare i familiari lontani, la malattia era una cosa di cui voleva occuparsi solo lei (Corriere).
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Che senso ha vivere se non si è disposti a morire per chi si ama?
Pochi giorni fa ho letto una citazione del filosofo canadese Jean Vanier:
L’amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza.
Quanti gesti piccoli ma straordinari ha compiuto questa mamma! Quella che a noi appare una scelta coraggiosa per lei è stata forse la più scontata, l’unica. Glory ha trovato la felicità amando sua figlia donandosi completamente, senza risparmiare nulla, fino all’ultimo respiro.
Ed ora siamo certi che sia salva in Cielo, nella gloria del Signore.