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Scendi in pista e mangia con gli amici! Elogio delle sagre di paese

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Pane e Focolare - pubblicato il 20/08/19
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Sono un po’ come “le radici profonde che non gelano” di Tolkien, occasioni in cui la compagnia umana si rinsalda attorno a un tavolo, ballando e sciogliendo i nodi del vivere con chiacchiere fatte guardandosi negli occhi.Queste brevi riflessioni mi sono state ispirate da una sagra paesana alla quale ho partecipato. È stata una serata in bella compagnia che mi ha rivelato ancora una volta l’importanza di queste iniziative, sempre connotate da tante sfumature che concorrono al loro successo. Tre giorni di festa, con padiglione gastronomico, una corsa amatoriale su strada, una mostra fotografica, un momento dedicato agli anziani, cerimonie istituzionali e ogni sera orchestra, musica e balli.



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Sono occasioni che rivelano la forza di una comunità: ci sono persone di tutte le età impegnate nei vari ambiti organizzativi che rendono possibile realizzare tutto questo. In particolare, ho apprezzato lo sforzo organizzativo che ha reso possibile allestire un’ottima cena: i più esperti, quelli con i capelli bianchi, dirigono la cucina e i ragazzi corrono su e giù per servire i commensali. Tutti hanno un ruolo, un’incombenza e danno il loro contributo, con allegria e il sorriso sulle labbra, nonostante la fatica. C’è chi porta la propria esperienza di decenni di feste di questo tipo e chi si mette al servizio con umiltà. Per i ragazzi è una palestra di vita: si impara a lavorare in team, a seguire le direttive ma anche a gestire le emergenze. Quanta fatica tra caldo e zanzare! Ma vuoi mettere la soddisfazione? I ragazzi più motivati trascinano quelli magari un po’ riottosi o più timidi, che accettano l’incarico magari solo per amicizia; ma anche questo ha un suo valore.

I prodotti tipici del territorio sono i protagonisti: la festa è un modo per mettere in vetrina i piatti della tradizione e ci sono aziende locali che la compagni forniscono la materia prima, sponsorizzando l’evento e facendosi così un po’ di bella e meritata pubblicità. L’evento diventa quindi un’occasione per reagire alla cultura del cibo industriale, rilanciando una cucina a chilometro zero, con la valorizzazione di quello che il mondo dell’agricoltura e dell’allevamento sa mettere in tavola, garantendo genuinità e qualità.

bal folk

Scout d’Europe

E soprattutto il valore della “qualità” non è declinato solo con riferimento al cibo, ma anche alla compagnia, allo “stare insieme” in amicizia: abbinata vincente che è garanzia di benessere e felicità. Gli amici si danno appuntamento sotto il grande padiglione, si accomodano ai tavoli e quando passa qualcuno ci si saluta chiamandosi per nome, perché qua si conoscono tutti, ed allora ecco gli scambi di battute, le presentazioni a chi, come me, è forestiera. Ma bastano poche parole e si fa amicizia, si racconta qualcosa di noi ed è facile scoprire di avere tanto in comune.


DIRTY HANDS
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In sottofondo c’è la musica dal vivo dell’orchestra: valzer, polka, mazurca. C’è chi è un esperto ballerino e in pista si fa ammirare; chi da dilettante si cimenta senza paura, mentre i bambini saltellano allegri tra le coppie danzanti.

In una società “coriandolare”, individualista, la bellezza di queste sagre, che mobilitano nell’organizzazione tutto il paese genera consolazione e speranza. Tengo i piedi per terra, so bene che non siamo nell’Eden, ma il desiderio di tenere vive queste tradizioni è segno che “le radici profonde non gelano”, come scriveva Tolkien. In fondo al cuore umano c’è ancora la voglia di buona compagnia, di momenti di coesione. Anche se nella quotidianità i problemi non mancano e magari le relazioni umane sono difficili, è un segnale positivo che ci sia ancora la voglia di fare festa tutti insieme, facendo leva su quello che ci accomuna.

In queste feste non c’è solo una tavola imbandita, ci sono tante iniziative culturali, civili, sportive, istituzionali e religiose. Ma concludere la giornata di festa con una tavolata gustosa e allegra è un segnale forte e chiaro di coesione della comunità.