Il pontefice ama le sorprese telefoniche: dai vip agli ammalati, sino ai confratelli gesuiti. Vediamo quali sono stati i suoi messaggi più significativi
Le 7 telefonate più commoventi ed esilaranti di Papa Francesco. Come è ben noto, il pontefice ama fare delle sorprese telefoniche. Sono decine le persone che, incredule, si sono ritrovate Francesco dall’altro capo del telefono.
Ai Gesuiti
Pochi giorni dopo l’elezione al soglio pontificio, ha fatto il giro del mondo, la sua chiamata al centralino della Curia generalizia dei Gesuiti, provocando un piacevole shock al centralinista che mai aveva sentito la voce di un Pontefice nella cornetta.
Era il 2013, Bergoglio era Papa da poco e il suo carattere gioviale non era ancora così noto. Drin, drin, il telefono suona e il portiere dei Gesuiti risponde: «Pronto chi parla?». «Sono papa Francesco» dice Bergoglio. E l’altro ribatte: «Sì e io sono Napoleone». «No guarda, sono davvero papa Francesco. Tu come ti chiami?». L’altro intimorito dice: «Andrea». E Francesco: «Bene Andrea come stai? Non preoccuparti, voglio solo che mi passi il Superiore Generale…».
All’ammalato di cancro
i giornali spagnoli hanno raccontato di una toccante telefonata di Francesco a un giovane malato di tumore al cervello. Alle 16,45 del Lunedì dell’Angelo il Papa ha telefonato in un paese vicino a Cordoba, in Andalusia (Spagna. Il Santo Padre aveva conosciuto la sua situazione tramite una lettera con cui l’uomo, 47enne, chiedeva di conoscere il Santo Padre.
Il Papa ha chiamato e alla telefonata ha risposto l’anziana madre. Francesco ha chiesto informazioni a lei poiché il malato non può parlare, ma capisce ogni parola. Anzi, si è commosso mentre sentiva la telefonata in vivavoce (con l’altoparlante esterno del telefono, ndr). Il Papa assicurava di pregare per lui e il figlio annuiva con la testa e con gli occhi. Chissà che emozione per tutti: per l’uomo che riceveva le attenzioni del Papa, per la madre del malato che ascoltava le parole del Pontefice e per Francesco stesso, naturalmente (Il Mio Papa, maggio 2019).
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Al seminarista
Il 18 marzo, alle 4 del pomeriggio, ha squillato il suo telefonino. Antonio Esposito, seminarista che ha scoperto di soffrire del morbo di Crohn, ha risposto dalla sua casa a Polignano a Mare: era papa Francesco. Naturalmente inatteso. Questa telefonata, a sorpresa, del Santo Padre ha una storia particolare. È arrivata non dopo una lettera spedita dal giovane Antonio al Pontefice, ma da una segnalazione passata attraverso la Farmacia vaticana.
Qualche giorno prima della telefonata, infatti, monsignor Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, era andato alla farmacia con una ricetta di medicinali necessari a una cura sperimentale per Antonio. Lì il vescovo ha incontrato monsignor Giuseppe Laterza, officiale della Segreteria di Stato. Monsignor Laterza che, essendo nato a Polignano, conosce la situazione di Antonio, così ha chiamato il ragazzo per chiedergli se poteva parlare di lui al Papa. Dopo qualche giorno, la sorpresa telefonica di Francesco.
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Alla donna che non voleva abortire
Poi c’è la storia di Anna, la ragazza incinta lasciata dal compagno con la richiesta di abortire. Bergoglio la chiama, dopo aver letto la sua mail «disperata» e la rassicura promettendole anche di battezzare suo figlio appena nascerà. «Quella telefonata di pochi minuti ha cambiato la mia vita», ha detto Anna che ha scelto di tenere il bambino e di chiamarlo Francesco.
Alla famiglia del benzinaio ucciso
Il Santo Padre telefona anche quando viene a conoscenza di qualche fatto di cronaca drammatico, come quello che ha coinvolto Andrea Ferri, il benzinaio di Pesaro brutalmente ucciso durante una rapina il 4 giugno del 2013. La prima telefonata alla famiglia di Andrea arriva un paio di mesi dopo il delitto, ma poi le chiamate continuano per le festività più importanti: un segno di vicinanza, un sostegno che si rinnova nel tempo e che descrive la capacità di Francesco di intessere e consolidare rapporti, come farebbe un qualunque parroco di provincia.
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A Rita Pavone
Nel 2013, Rita Pavone manda a Francesco il suo nuovo disco. Lui risponde cordialmente con una lettera: «Io mi ricordo di lei, la ringrazio per il disco. Avrei piacere di averla in udienza con la sua famiglia».
In calce un numero di telefono a cui la cantante chiamò dicendo di essere entusiasta di essere presente ad un’udienza. Ma le sorprese non finiscono, a la vigilia di Natale, Rita Pavone riceve la telefonata del Pontefice: «Avrei tanto piacere di incontrarla», e lei: «Posso portare con me la mia famiglia?». «Assolutamente sì». L’incontro ci fu nel febbraio del 2014 in udienza in Vaticano (Corriere della Sera – edizione di Roma, 12 agosto).
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