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“Adamo ed Eva hanno creato gli angeli”. La tesi degli gnostici

WRESTLING WITH ANGELS
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don Marcello Stanzione - pubblicato il 17/07/19
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In vari testi gnostici antichi c’è una forte presenza di angeli, spiriti celesti e spiriti tenebrosi: una dottrina che si presenta “fuori dal mondo” in tutti i sensi

Lo gnosticismo antico – che fiorisce particolarmente nel secondo e nel terzo secolo d.C. – è un insieme di sistemi caratterizzato da un dualismo che oppone lo spirito e la materia, e svaluta radicalmente il mondo visibile, ridotto a regno del male e delle tenebre. Tutti gli gnostici sono d’accordo su una svalutazione dualistica del mondo e della materia

1. un’unità originaria indistinta (pleroma), dove da un dio originario e inconoscibile sono emanate coppie di esseri celesti («eoni», parola che in alcuni sistemi indica anche un’epoca nella storia del mondo);

2. la «caduta» fuori da questa unità di uno o più esseri celesti, con la successiva nascita di un dio malvagio (demiurgo, spesso chiamato Abraxas o Abrasax) che, direttamente o tramite i suoi collaboratori (arconti), crea il mondo materiale;

3. la presenza nell’uomo di una scintilla divina − spiegata in differente maniera dalle varie scuole − che può essere ravvivata, permettendo ad alcuni di risalire dal mondo della materia e della finitudine fino al mondo divino delle origini.

Apocalisse di Adamo

Dal punto di vista prettamente angelologico, in vari testi gnostici antichi c’è una forte presenza di angeli, spiriti celesti e spiriti tenebrosi. Tali temi ritornano di tanto in tanto nella cultura contemporanea e, in maniera particolare, nella cosiddetta galassia del believing without belonging, in vari ambiti del paradigma esoterico e certamente, seppur in maniera non organica, nell’ambito specifico del ritorno dello gnosticismo.

Nel libro dell’Apocalisse di Adamo, un apocrifo dell’Antico Testamento scritto in copto e databile intorno al primo o secondo secolo d.C. − essendo il testo di origine giudeo-gnostica o cristiano-gnostica − il termine eoni sembra talora riferirsi alle potenze del mondo inferiore soggette al demiurgo Sakla-Ialdabaoth, per cui pare che si possa adattare anche agli arconti, in sostanza demoni cattivi che fanne parte della corte del demiurgo, che il papiro copto definisce come il «signore degli eoni», così come contraddistingue una categoria specifica di esseri spirituali emananti dal dio supremo.

La contrapposizione corrente tra eoni come ipostasi della realtà superiore e angeli come creature del dio inferiore, in alcuni testi gnostici, si attenua fino a scomparire completamente.

Apocrifo di Giovanni

Lo storico delle religioni Giovanni Casadio nota a tal riguardo che se, per esempio, in Apocrifo di Giovanni – vangelo gnostico composto in lingua greca nel secondo secolo, si ritiene entro il 185 d.C., e attribuito all’apostolo Giovanni, una cui versione lunga e una più breve in lingua copta furono ritrovate a Nag Hammadi, in Egitto, nel dicembre 1945 − gli angeli appartengono alla creazione del demiurgo Sakla-Ialdabaothh, in altri scritti gnostici il termine «angeli» serve a denominare degli esseri appartenenti al mondo superiore, così come in ulteriori testi gli angeli sono rappresentati come esseri inferiori, ancorché non negativi ed emananti dai grandi eoni.



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Libro di Baruch

Di angeli si parla pure nel Libro di Baruch, testo sacro degli gnostici ofiti – da non confondersi quindi con l’omonimo libro appartenente al canone biblico cristiano e ortodosso, anche se ritenuto apocrifo dalla tradizione protestante −, così denominati perché adoravano il serpente (in greco òphys) corruttore di Adamo ed Eva, ritenuto elargitore agli uomini della conoscenza del bene e del male preclusa dal Dio del Vecchio Testamento, creatore del mondo, ma ritenuto inferiore al Dio supremo.

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In tale libro, attribuito allo gnostico Giustino – anche in questo caso da non confondere con l’omonimo rubricato fra i Padri della Chiesa − si afferma che vi sono tre principi ingeneranti l’universo: due maschili, il Buono ed Elohim, e un principio femminile, Eden, che è dotata di una duplicità di corpo e di spirito di donna nella parte superiore e di serpente nella parte inferiore. Elohim si unì ad Eden e dalla loro unione nacquero dodici angeli maschili affezionati al padre e dodici angeli femminili legati invece alla madre.

La creazione di Adamo ed Eva

Tutti questi angeli crearono Adamo ed Eva, cui Elohim infuse il pneuma, mentre Eden infuse l’anima. Elohim, però, si innalzò in cielo con i suoi dodici angeli e decise di rimanere accanto al Buono. Eden, addolorata ed offesa per essere stata abbandonata, si vendicò inviando i suoi dodici angeli femminili a compiere eternamente il giro del mondo per diffondere nell’umanità lo sconvolgimento. In modo particolare il primo di questi angeli, Babel, è la causa delle tragedie passionali e delle separazioni tra gli sposi. In questo modo, secondo gli gnostici ofiti, Eden si vendica di Elohim provocando sofferenze nello spirito che egli ha infuso negli esseri umani. A1 contrario, Elohim − che desiderava salvare questo spirito − fa intervenire il suo terzo angelo di nome Baruch che contrasta l’angelo divisore



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L’arcangelo Michele

Ancora, procedendo esclusivamente in via esemplificativa e senza alcuna pretesa di completezza, in alcuni testi gnostici addirittura l’arcangelo Michele assume il ruolo di demiurgo, che crea settantadue eoni. Peraltro, il senso del numero settantadue è forse da ricercarsi nell’esoterismo della dottrina giudaica di origine cabalistica sul «nome segreto» di Dio: settantadue sarebbero infatti i nomi ineffabili di Dio e settantadue le virtualità di esistenza dischiuse sull’eternità .

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Luminosi essere angelici

Comunque sia, al di là dei numerosissimi esempi che si potrebbero fare, per quanto riguarda angelologia gnostica in generale, vi è da osservare che in genere essa ha il suo fondamento in una cosmogonia e teogonia che si basano sulla dottrina dell’emanazione piuttosto che sul concetto cristiano di creazione.

L’universo materiale e gli esseri che lo popolano, visibili ed invisibili, secondo alcune dottrine gnostiche, non sono pertanto creati da un dio singolare e personale, ma emanati, cioè derivano da un’unità spirituale originale che frammenta se stessa in una pluralità di esseri. Del grande numero di entità che nascono dalla fonte originale, alcune restano in stretto contatto con il loro punto di origine trascendentale: si tratta di luminosi esseri angelici che sono benignamente disposti nei confronti degli uomini e che aspirano all’unione cosciente con la fonte suprema di tutto.



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Gli angeli “buoni”

Secondo la visione gnostica, tali angeli «buoni» cercano di procurare la salvezza degli uomini spirituali prima della venuta di Cristo, ma senza successo e dopo di essa collaborano con lo stesso Cristo. Per alcuni filoni dello gnosticismo l’entità angelica «buona» rappresenta la controparte celeste dell’uomo, corrispondente alla sua dimensione maschile e, dato che nel pleroma divino non entrano se non gli esseri androgini − cioè dotati sia delle caratteristiche maschili che femminili − alla fine del mondo ogni uomo spirituale si unirà con il proprio angelo, costituendo la parte femminile della coppia, mentre l’angelo rappresenta appunto l’elemento maschile.

In tal modo diviene possibile anche per gli angeli l’ingresso nel pleroma che, nonostante la perfezione della loro natura, è ad essi escluso finché gli uomini «pneumatici» − cioè spirituali − destinati ad unirsi con essi, non completano la loro purificazione nel mondo.


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