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Avete già sentito parlare dei “sommi sacerdoti degli angeli”?

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 02/07/19

Li ha teorizzati il filosofo Clemente Alessandrino, uno dei padri della Chiesa

Nel III secolo i rappresentanti della gnosi cristiana, prima Clemente e poi il suo discepolo Origene (185-254 ca.), inseriscono le convinzioni angelologiche ormai tradizionali in un sistema teologico entro il quale si cerca di determinare con precisione la posizione degli Angeli in rapporto al Logos di Dio.

Il loro pensiero attinge principalmente alla filosofia alessandrino-giudaica, la cui espressione massima è Filone, ma anche alla tradizione platonica del medio e del neoplatonismo. Il loro sforzo inoltre è quello di dialogare con lo gnosticismo, pur salvaguardando la verità cristiana.

La conversione

Per questo in alcune questioni importanti la teologia alessandrina si distacca da quella di Ireneo.Titus Flavius Clementes, filosofo greco, santo, nato ad Atene nel 150, morto in Asia Minore, tra il 211 e il 215. Appartenente ad una ricca famiglia pagana di origine alessandrina, Tito Flavio Clemente (detto, appunto l’Alessandrino) ebbe un’educazione tipicamente greca, di tipo filosofico.

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Clemente Alessandrino

Compiuti molti viaggi, si stabilì finalmente ad Alessandria, dove, in seguito all’incontro con il Panteno, che dirigeva la locale scuola catechetica del Didaskaleion, si convertì al cristianesimo. Alla morte di Panteno, fu chiamato a succedergli alla guida della scuola. Dopo vari anni di insegnamento, la persecuzione anticristiana di Settimio Severo lo costrinse ad abbandonare Alessandria. Trovò allora rifugio in Asia Minore, probabilmente in Cappadocia, presso il vescovo Alessandro suo antico discepolo, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.


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La gnosi

Vasta è la sua produzione letteraria che solo in parte è giunta sino a noi. L’intento principale del pensiero di Clemente è quello di approfondire la natura della vera gnosi, come dimostrano gli “Stromati”, terzo libro della trilogia di Clemente Alessandrino che tratta della vita cristiana. La vera gnosi o filosofia cristiana è data dalla “ricerca di quelle verità e della natura reale delle cose quando parlo di quella verità alla quale Gesù si riferisce quando diceva: “Io sono la Verità”. E svolgendo una funzione preparatoria in vista del riposo in Cristo, esercita lo spirito, risveglia l’intelligenza, suscita la brama della vera filosofia. Gli iniziati hanno scoperto questa filosofia o piuttosto l’hanno ricevuta dalla verità stessa, e la posseggono”.

Tale gnosi, “che è la coscienza e apprensione delle cose presenti, passate e future, conoscenza sicura e fidata, perché impartita e rivelata dal Figlio di Dio, è sapienza. Ora fine della sapienza è la contemplazione”. Tutto il cammino cristiano consiste precisamente nel giungere alla contemplazione del volto di Dio, cioè del Logos. Tale cammino è fatto dall’uomo sotto la guida illuminante e con l’aiuto concreto del Pedagogo, che per Clemente è sempre il Logos. Nell’opera, intitolata appunto “Il Pedagogo”, Clemente analizza la funzione propria di Cristo, educatore dello spirito umano sia sul piano morale e pratico, sia su quello sociale o ecclesiale e vitale. La gnosi abbraccia tutti gli aspetti della vita umana, non solo l’aspetto intellettuale.


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Gli angeli e il logos

Il Logos esercita verso i cristiani quella medesima azione che svolgono gli educatori umani: “Il Signore agisce a nostro riguardo come noi nei confronti dei nostri figli”. Il Logos suggerisce all’uomo lo spirito della semplicità infantile, dell’umiltà, della sincerità, della povertà del cuore, per rendere il cristiano sempre creatura nuova, giovane, in continuo rinnovamento interiore fino all’assimilazione del Verbo incarnato, Figlio di Dio, immagine perfetta del padre. Questa giovinezza dello spirito deve animare anche la Chiesa.

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Gli angeli sono visti dalla gnosi cristiana quali strumenti o intermediari del Logos, partecipi della sua luce, ma distinti e subordinati a lui, poiché l’autore principale è il fine di tutta la gnosi è il Logos. Infatti i sei Angeli “primogeniti” possiedono tutti il medesimo essere e la medesima perfezione. Insieme essi contemplano il volto del Padre, cioè il Logos. Anche per gli Angeli la contemplazione del Verbo costituisce l’apice della loro gnosi e quindi della loro perfezione.


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“Fuoco pensante”

La loro natura viene descritta come “fuoco pensante”. Esiste, tuttavia, una gerarchia angelica, che Clemente considera nella prospettiva sacerdotale, che non ha valore solo a livello liturgico, ma anche nella dimensione spirituale e gnostica. Il Logos è il sommo sacerdotale dei sei angeli “primogeniti”. Questi sono i sommi sacerdoti degli angeli. La funzione sacerdotale consiste nella partecipazione alla conoscenza di Dio, la quale si attua per gradi subordinati. Gli angeli primogeniti sono inseriti direttamente nella verità del logos e sono da lui illuminati. Gli altri sono illuminati dagli angeli superiori, come dichiarerà anche Origene.

Le due gerarchie

Clemente approfondisce poi il rapporto tra la gerarchia angelica e quella ecclesiastica, indicando come questa deve imitare quella, nella disponibilità ad accogliere la sapienza del logos e a trasmetterla agli uomini. Gli angeli stessi si fanno intermediari per comunicare alla Chiesa la luce divina, in modo che l’uomo, illuminato dalla conoscenza o gnosi, percepisca la presenza degli angeli. Tuttavia quando il cristiano raggiunge la perfezione, entrando nella vera gnosi, allora più necessari gli angeli, ma il loro posto viene preso da Cristo, l’angelo del buon consiglio. Allora lo gnostico sarà uguale agli angeli, compresi anche “i primogeniti”, poiché viene illuminato direttamente dal Logos.




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