Ecco come la Chiesa fa l’elemosina. Da anni. Perché Don Corrado viene attaccato?
Tre milioni e mezzo di euro. A tanto, secondo quanto apprende La Repubblica (15 maggio), ammonta la spesa che l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, ormai per tutti “Don Corrado”, ha sostenuto nel 2018 per pagare le bollette della luce, del gas, della spazzatura, e diverse rate per spese varie sempre inerenti la gestione di case, che singole persone e famiglie, molte italiane, non sono riuscite a sostenere in tutto il Paese.
Il dato, che filtra dal Vaticano in un momento in cui la stessa comunità ecclesiale si divide sul gesto di Don Corrado di riattaccare la luce allo Spin Time Labs, uno stabile occupato di Roma, è sostanzialmente il medesimo degli anni passati.
Da dove arrivano i soldi
Krajewski ha attinto le somme: 1) dalle offerte che diversi benefattori inviano per questo scopo al Papa e alla stessa elemosineria; 2) dalla rendita, significativa, che il dicastero vaticano ha con l’invio a chi ne fa richiesta di benedizioni apostoliche attraverso delle pergamene; 3) altri soldi vengono inviati in tutta Italia su richiesta delle diocesi che non riescono da sole a far fronte alle esigenze di diversi indigenti.
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“E’ l’arma della misericordia del Papa”
A confermare l’impegno dell’Elemosineria Apostolica vaticana è anche il cardinale Peter Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale: cardinale Peter Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale:
«L’ufficio dell’Elemosineria è l’“arma” della misericordia di Papa Francesco in Vaticano. In questi ultimi anni ha pagato circa tre milioni di euro per salvare non la gente che vive in Vaticano, bensì gli italiani in situazioni di difficoltà e miseria nelle loro case. Ci sono tantissime famiglie che non riescono a pagare facilmente l’elettricità e via dicendo, e a chi si rivolgono? All’Elemosineria che non si è mai tirata indietro a fornire aiuto alle famiglie italiane. Perché l’iniziativa di aiutare il prossimo, di essere “buoni Samaritani” per i più bisognosi, è insita della missione della Chiesa» (La Stampa, 15 maggio).
“Arrestateci tutti”
Anche i francescani di Assisi hanno fatto quadrato attorno all’elemosiniere. Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha affermato: «Se è illegale aiutare bambini e persone che soffrono, ditemi che cosa è legale?». E ha ribadito: «Se è illegale quello che ha fatto Krajewski compiendo un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora arrestateci tutti» (L’Huffington Post, 15 maggio).
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“Si incoraggia l’illegalità”
Non la pensa così lo storico Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto e tra i firmatari della Correctio Filialis a Papa Francesco. Secondo De Mattei, sentito dall’Adnkronos (14 maggio) quello di Krajewski rappresenta «un gesto simbolico molto più grave di quanto non si immagini».
«Così si incoraggia l’illegalità e il passo per arrivare a giustificare gli espropri proletari di triste memoria è davvero molto breve» afferma l’esponente del fronte cattolico tradizionalista (Il Giornale, 14 maggio).
Alla guida del Dicastero della Carità?
Secondo indiscrezioni condivise da molte testate, Don Corrado potrebbe andare alla guida nuovo Dicastero della Carità che accorperà l’Elemosineria apostolica e l’Obolo di San Pietro. E questo sarebbe considerato un “premio” per l’attività del presule polacco, Elemosiniere dal 3 agosto 2013 (L’Huffington Post, 15 maggio).
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La smentita delle 115mila case della Chiesa
Intanto Avvenire (15 maggio) ha smentito, numeri alla mano, i luoghi comuni anti ecclesiastici del dossier di Libero (14 maggio) dal titolo: «La Chiesa in Italia possiede 115mila case e non le dà ai rom».
In questo patrimonio, spiega Avvenire, rientrano infatti le 70mila chiese di proprietà ecclesiastica e altri tipi di immobili (conventi, sedi di istituzioni culturali come i musei, locali adibiti già a servizi di carità e assistenza ai poveri), che ‘case’, nel senso di appartamenti di civile abitazione, non sono.
I dati veri dicono che l’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, oggi possiede 1800 appartamenti a Roma e a Castel Gandolfo e 600 tra negozi e uffici. Circa il 60 per cento di questi appartamenti è affittato ai dipendenti vaticani a canone fortemente agevolato.
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