Provate a seguire questi consigli per evitare brutte sorprese e restare sereni con voi stessi
Le tentazioni e il diavolo sono ogni giorno dietro l’angolo. Ecco che i suggerimenti offerti ne “I diavoli. Guida essenziale. Compendio cattolico di demonologia” (edizioni Fede e Cultura) di Carlo Di Pietro e Marcello Stanzione, diventano un bussola per respingerli.
È possibile delineare una specie di «strategia» morale e spirituale nella nostra lotta contro il Grande Tentatore: una strategia che si snoda, tra l’altro, attraverso i seguenti impegni. Di Pietro e Stanzione li formulano nei termini di «dieci comandamenti».
1) Attenti alla prima menzogna
Non dimenticare che il diavolo esiste. «E’ menzognero e padre della menzogna» (Giovanni 8,44). E la prima menzogna, di cui vuole renderci vittime, è farci credere che non esiste!
2) Nessuno è esente da tentazioni
Non dimenticare che il diavolo è tentatore. Ha tentato Adamo, Israele, lo stesso Gesù. Tenta, ossia mette alla prova e sollecita al male, ogni uomo. La tentazione è, dunque, per tutti e per ciascuno di noi. Non ritenerti né esente né invulnerabile.
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3) Il diavolo è astuto
Non dimenticare che il diavolo è molto intelligente e astuto. Continua a insidiare affascinando, come ha fatto col primo uomo, cui ha mostrato gli aspetti seducenti del frutto proibito «buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza» (Genesi 3,6).
4) Restare vigili non solo con gli occhi
Sii vigilante: negli occhi e nel cuore. E sii forte: nello spirito e nella virtù. Il primo Papa, san Pietro, continua a esortarci: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare» (1 Pietro 5,8).
E l’apostolo Paolo: «Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove» (Efesini 6, 10-13).
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5) Credere fermamente in Cristo
Credi fermamente nella vittoria di Cristo sul tentatore. Questa fede ti rende sicuro e imperturbabile anche di fronte all’assalto più violento che può essere sferrato contro di te. Cristo è il più forte: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio» (Matteo 12,28).
6) Cristo ti rende partecipe della sua vittoria
Ricordati che Cristo ti rende partecipe della sua vittoria. E’ questa la grazia del santo Battesimo, come insegnava san Cirillo di Gerusalemme ai catecumeni del suo tempo: «Il sangue dell’Agnello immolato, Cristo Gesù, è la forza che espelle i demoni. Il tiranno faraone inseguì il popolo ebreo fino al mare; il demonio, tiranno sfacciato e spudorato principe del male, inseguì la tua anima fino al sacro fonte. Il faraone fu sommerso nel mare: il demonio scompare al tocco dell’onda salutare…» (Catechesi Mistagogica,1).
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7) Resta in ascolta della Parola di Dio
Sta’ in ascolto della Parola di Dio. È ancora Pietro che, di fronte al diavolo quale «leone ruggente», ci ammonisce: «Resistetegli saldi nella fede» (1 Pietro 5,9). E la fede è generata e alimentata dall’ascolto della Parola di Dio, che è «lampada per i miei passi, luce sul mio cammino» (Salmo 119,105). Gesù replica alle tre sfide di Satana, che si mostra esperto di Scrittura sacra, con un’unica arma: quella della Parola di Dio. Ora «anche il cristiano, che cammina nella foresta dantesca della vita, popolata dalle provocazioni sottili o plateali del benessere, del successo e del potere, deve avere come guida la Parola di Dio, che è “come fuoco che brucia e come martello che spacca la roccia” del male (Geremia 23, 29)» (G. Ravasi).
8) Il tentatore è superbo, tu umile
Sii umile e ama la mortificazione. Di fronte alla sconfinata superbia del tentatore, che pretende di mettere Gesù prostrato in adorazione ai suoi piedi, occorre rispondere con l’umiltà, con la consapevolezza cioè della propria fragilità e miseria e, quindi, con la fiducia piena nel Signore. Al riguardo san Cipriano conclude così il suo commento al Padre Nostro: «Al demonio è concesso potere su di noi a un duplice scopo: darci la pena se pecchiamo, la gloria se superiamo la prova… Quando chiediamo che non ci induca in tentazione, ci viene quindi ricordata la nostra debolezza e fragilità, perché non abbiamo a insuperbirci e ad assumere atteggiamenti orgogliosi e arroganti, gloriandoci della nostra pietà o del nostro spirito di mortificazione.
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9) Prega senza stancarti
Prega sempre, senza stancarti (cfr. Luca 18,1). Il combattimento e la vittoria sulle tentazioni sono possibili solo nella preghiera. E’ per mezzo della sua preghiera che Gesù vince il Grande Tentatore, fin dall’inizio e nell’ultimo combattimento della sua agonia. Per questo egli ci insegna a pregare: «… e non ci indurre in tentazione (non abbandonarci alla tentazione), ma liberaci dal Male» (Matteo 6, 13). Di più è al suo stesso combattimento e alla sua agonia che Gesù ci unisce in questa domanda al Padre Nostro. Egli stesso ha pregato così: «Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno» (Giovanni 17,15).
10) Rendi culto al Signore Dio tuo
Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto. E’ una legge di natura, questa: è l’amore crescente al bene che indebolisce e cancella la seduzione del male, è il fascino totale e totalizzante del bene a far impallidire e scomparire il fascino del male. È soprattutto la linea di vita indicata da Gesù: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore… Nessuno può servire a due padroni» (Matteo 6,21.24). Per questo, se grazie alla vita dello Spirito intensifichiamo l’adorazione al Dio vivo e vero, egli stesso ci darà di vincere la tentazione che ci attrae al male, agli idoli vuoti e vani.
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