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Il campione della Juve Bonucci: mi sono affidato a Dio nella malattia di mio figlio

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 04/05/19
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E racconta il legame con il suo parroco Don Alfredo e i primi passi da calciatore in oratorio

Leonardo Bonucci ha aperto le porte della sua casa di Torino a Raffaella Carrà per l’intervista che è stata al centro della puntata di ‘A raccontare comincia tu’, andata in onda giovedì 2 maggio su Rai Tre.

Il difensore della Juventus e della nazionale ha ricordato tanti aneddoti della sua vita: dagli esordi come calciatore all’amore per la moglie Martina, dalle importanti tappe professionali alla nascita dei tre figli (l’ultima arrivata Matilda, nata meno di due mesi fa). Bonucci ha confessato anche le difficoltà vissute nel periodo in cui ha visto suo figlio Matteo affrontare un delicatissimo problema di salute (Today, 3 maggio).

“Se hai deciso così, fallo soffrire il meno possibile”

Il piccolo ha subito un delicato intervento. «In chirurgia – racconta Bonucci – ho fatto il verso del leone, ecco perché ho fatto un tatuaggio in cui il leone ruggisce..». E per esorcizzare la paura sui rischi che correva il piccolo, il campione della Juve si è rivolto anche a Dio.

Gli chiede la Carrà: «Addirittura hai fatto una chiacchierata con Dio, dimmi se dico una cosa non vera… gli hai detto sono pronto anche a lasciare il calcio se…”». E Bonucci – che si è sempre dichiarato credente (tra l’altro, molto devoto a Santa Rosa da Viterbo) – conferma: «Si… a quel punto non sei più padrone della situazione, sei nelle mani del destino e nelle mani della persona che si occuperà di Matteo. Sono convinto che tutti abbiamo una storia già scritta. Ho preso il suo pupazzetto accanto a lui, e mi sono seduto su una sedia e mi sono detto: “Se hai deciso così, fai quello che devi fare, l’importante è che la cosa sia meno dolorosa possibile”».

Anche la moglie Martina, in una intervista a Tuttosport (marzo 2017), aveva detto, sulla malattia di Matteo: «Io sono credente, e in quei momenti ho chiacchierato parecchio con il Signore».



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Il prete tifoso e l’oratorio

Il difensore della Juve, poi, ha rammentato il suo rapporto con la fede, evocando Don Alfredo, «il parroco che mi ha cresciuto. E’ stato presente nella mia vita calcistica o non. Con i miei amici ci ritrovavamo all’oratorio, poi le mamme ci venivano a chiamare. Chirichetto? Ci hanno provato ma non ero provato. Non riuscivo a stare fermo. Con un pallone, magari sì…».

E il prete, interpellato dalla Carrà, ha detto di Leo: «Lo vedete così in campo? E’ sempre stato uguale. Vederlo giocare mi rende difficile. Vederlo vincere è una grande soddisfazione. Tant’è vero che dico sempre di aver vinto 7 scudetti…».

L’amore come valore centrale della sua vita

Bonucci si è soffermato anche su uno dei valori più importanti della sua vita: l’amore: «Mi sono innamorato dopo una vacanza. Per due mesi ci siamo più sentiti che visti, poi non ci siamo piaciuti. Poi però abbiamo continuato a sentirci… una vacanza coi miei amici e continuavo a pensare a lei. E mi sono detto: ‘Proviamoci!’». Da lì è nata la bellissima storia con Martina, che lo ha seguito in tutte le vicissitudini calcistiche e familiari (Il Bianconero, 3 maggio).

La sua vita ora è piena. Ma Leo ammette di aver avuto un pezzo di strada spianata sin da quando era piccolo: «Sono stato fortunato, ho sempre avuto tutto a un chilometro di distanza. Dalla scuola all’oratorio. Ho scritto che giocherò in Nazionale. Ora sono sulla buona strada, ci sto riuscendo. Tra i migliori al mondo? Il difficile è confermarsi», sottolinea con modestia il campione della Juve, che, a 32 anni, ha tutta l’intenzione di proseguire la sua carriera da calciatore nelle file della squadra Campione d’Italia.


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