Decisivo un viaggio a Medjugorie che le ha fatto incontrare le Missionarie della Divina Rivelazione: custodire e servire sono al centro di questa vocazione.La vocazione ci riguarda tutti. Non è una parola estranea al quotidiano, anzi è la più quotidiana possibile. Ieri ne parlavamo in famiglia, mettendo a tema l’insoddisfazione che ci coglie a fine giornata e l’ipotesi triste di sentirsi automi che vanno avanti per inerzia. Siamo chiamati, invece. Qualunque sia il contesto, qualunque sia il ruolo, qualunque la provenienza, siamo chiamati a essere una presenza di costruzione nel mondo. Raccontare storie di vocazioni che hanno un timbro più acceso nei colori, che sono come brusche svolte nella linea della vita, ha il senso di rallegrarsi per i tanti modi in cui Dio si mostra un eccellente ed inesausto pescatore di uomini, ma anche di ricordare che la voce chiara delle chiamata arriva a tutti e ciascuno personalmente, lì dove si trova e senza la necessità che ci sia in ballo uno stravolgimento epico. L’epica vera è rendere ciò che abitiamo una lode di Dio.
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Una nuova divisa
Penso che a 26 anni si tratti di una scelta forte. Ilenia è una ragazza che aveva raggiunto tutto quello che poteva desiderare: un posto sicuro, lo stipendio fisso, indossare la divisa che ama. Ma il Signore ha voluto chiamarla e io spero che lei possa realizzare pienamente quello che è il progetto di Dio. In fondo continuerà a servire il prossimo, come ho fatto finora, sia pure con un’altra “divisa” (da Il Fatto quotidiano)
Con questa dichiarazione padre Enzo Genova sintetizza ciò che è accaduto alla giovane Ilenia Siciliani, la sua scelta di lasciare l’Arma dei Carabinieri per diventare suora ed entrare nell’ordine delle Missionarie della Divina rivelazione. Tolta la divisa d’ordinanza, indosserà la tunica verde di questo ordine il cui carisma ruota attorno a tre verbi: custodire con amore appassionato la Parola di Dio, diffondere la Divina Rivelazione in comunione con il Magistero della Chiesa e con costante riferimento ai Tre Bianchi Amori: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Santo Padre, servire i fratelli attraverso l’apostolato catechistico in ogni ambiente, nelle parrocchie, nelle missioni popolari, nelle famiglie.
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Servire è un verbo che sembra sempre umiliante, in particolare se riferito alla donna. Ma Ilenia, diventando Carabiniere, aveva già maturato un’ipotesi di servizio operoso e gratificante: mettere la propria persona a disposizione della giustizia, essere strumento di bene. Un viaggio a Medjugorie durante l’estate scorsa è stato l’innesco non tanto di un cambiamento, ma di un discernimento più chiaro. La chiamata della giustizia, del bene, della verità si è fatta più puntuale, mandata da un volto preciso a cui Ilenia ha deciso di rispondere affermativamente. Ha detto sì a Dio, incontrando e rimanendo affascinata dalle Missionarie della Divina Rivelazione.
Dopo alcuni mesi, ha comunicato alla famiglia e ai suo colleghi dell’Arma la sua scelta di consacrazione. Negli ultimi giorni si è congedata da loro, a Caltanisetta, e l’attende un percorso di due o tre anni a Roma prima di prendere i voti definitivi. La sua storia ha catturato l’interesse dei media siciliani, e poi nazionali. Un cambio di divisa, lo ha definito padre Enzo. E in effetti ci sono certe somiglianze tra la vita militare e quella di chi prende il velo, ma non solo – come vorrebbe lo stereotipo – in termini di annullamento della propria volontà e rigore. La divisa manifesta innanzitutto una chiarezza di appartenenza, e tutti noi la indossiamo.
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Con la differenza che i nostri abiti dimostrano la nostra misera appartenenza a quel venticello che è la moda; il nostro modo di vestire è davvero piatto (la folla che vediamo in giro non è poi proprio una massa di gente vestita uguale uguale, in modo leggermente diverso?) rispetto al nitore dei colori di una divisa. Ecco il senso dei colori che Ilenia indosserà come suora: il verde, che indica Dio Padre Creatore, il bianco, che rappresenta Dio Figlio Redentore e il rosa che simboleggia lo Spirito Santo Santificatore.
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Curioso constatare che la gente, vedendo passare delle suore vestite di verde, pensi a tutt’altro:
Al nostro passaggio per la città sentiamo spesso sussurrare: “Hai mai visto suore verdi?”, “Chi sono?” Alcuni meravigliati: “Saranno le “suore della speranza”, “suore ecologiche”, “bio-suore…”. Altri invece: “….saranno le suore della “Grotta delle Tre Fontane”.
Sì, siamo proprio noi. Il colore verde del nostro abito ricorda il manto della Vergine della Rivelazione apparsa a Roma alla Grotta delle Tre Fontane il 12 aprile 1947. (da Missionarie della Divina Rivelazione)
No, Ilenia non diventerà la versione consacrata di Greta. Certo, si occuperà del pianeta. La sua missione sarà quella di mettersi sotto il mantello verde di Maria e, appartenendo a lei, dedicarsi alla salvezza delle anime.
Un silenzio eloquente
La storia di Ilenia ha in comune il silenzio con un’altra vocazione clamorosa che avevo raccontato, quella di Simona Ibba.
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Le protagoniste non rilasciano dichiarazioni. I loro padri spirituali parlano per loro. È un altro segno forte, a suo modo gridato, per il nostro mondo. Siamo abituati a esternazioni urlate per inezie di ogni tipo. E siamo abituati a ritrattazioni, a commenti a non finire. Il silenzio di Ilenia e Simona non è il “no comment” dietro a cui si barricano certi volti famosi, è l’indizio decisivo di un dialogo diverso. La loro voce, nel momento del discernimento vocazionale, è in rapporto con l’unico interlocutore necessario, Dio. Il silenzio ci suggerisce anche la portata della loro scelta, che non mette più al centro la biografia di alti e bassi della persona; a fuoco c’è da mettere uno sguardo nuovo da imparare, nutrire, seguire. Forse Ilenia, meglio di noi, non vede più la distinzione tra carabiniere e suora ma ringrazia di un disegno unitario sulla propria persona. Padre Enzo ricorda di un giro in moto di Ilenia per tutta la Sicilia:
Ilenia è una ragazza ‘tosta’. Basti pensare che da sola, in sella alla sua moto, ha fatto un giro della Sicilia per visitare le chiese più belle. (da Il fatto quotidiano)
Non era un viaggio turistico di svago, ma la ricerca della via di casa. L’ha trovata. E le chiediamo di pregare per noi che ci affrettiamo su strade secondarie – diceva Eliot, cioé che siamo premurosissimi a correre dappertutto spesso senza vedere una meta, che c’è e ci attende.