Papa Francesco tende la mano agli ebrei e invita i cristiani a studiare la Torah: dialogare nel segno dell’amicizia, valore sacro che ci trasmette la Bibbia
Un commento alla Bibbia scritto a più mani da ebrei e da cristiani rappresenta, nel panorama italiano, e non solo, una novità.
E’ nato così “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani” (edizioni San Paolo), volume a cura di Marco Cassuto Morselli e Giulio Michelini.
«Sono ben consapevole – spiega Papa Francesco nella prefazione del testo – che abbiamo alle spalle diciannove secoli di antigiudaismo cristiano e che pochi decenni di dialogo sono ben poca cosa al confronto. Tuttavia in questi ultimi tempi molte cose sono mutate e altre ancora stanno cambiando».

Occorre lavorare, prosegue il Papa, «con maggiore intensità per chiedere perdono e per riparare i danni causati dall’incomprensione. I valori, le tradizioni, le grandi idee che identificano l’Ebraismo e il Cristianesimo devono essere messe al servizio dell’umanità senza mai dimenticare la sacralità e l’autenticità dell’amicizia. La Bibbia ci fa comprendere l’inviolabilità di questi valori, necessaria premessa per un dialogo costruttivo».
L’amicizia
Secondo Francesco, ricetta migliore per il dialogo è «fare progetti realizzandoli insieme a tutti coloro che hanno buona volontà e reciproco rispetto nell’amicizia. Esiste una ricca complementarietà che ci permette di leggere insieme i testi della Bibbia ebraica aiutandoci vicendevolmente a sviscerare le ricchezze della Parola di Dio».
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“Uniti dallo stesso Dio”
Obiettivo comune, evidenzia il pontefice, «sarà quello di essere testimoni dell’amore del Padre in tutto il mondo. Per l’ebreo come per il cristiano non v’è dubbio che l’amore verso Dio e verso il prossimo riassume tutti i comandamenti. Ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli e sorelle, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune, sul quale fondarsi e continuare a costruire il futuro».
La Torah
Infine Bergoglio apre alla conoscenza della Torah. Secondo il Papa dovrebbe essere un impegno per i cristiani. «Per questo – chiosa – voglio affidare il vostro cammino di ricerca alle parole dell’invocazione che ogni fedele ebreo recita quotidianamente al termine della preghiera dell’amidah: “che ci siano aperte le porte della Torah, della sapienza, dell’intelligenza e della conoscenza, le porte del nutrimento e del sostentamento, le porte della vita, della grazia, dell’amore e della misericordia e del gradimento davanti a Te”».
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