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Elena Sofia Ricci: sono stata abusata a 12 anni, ma finora non l’avevo mai detto

ELENA SOFIA RICCI
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 15/01/19
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L’attrice, di nuovo in tv nei panni della mitica suor Angela nella quinta stagione di “Che Dio ci aiuti”, ha confessato la violenza subita da bambinaGiovedì scorso è iniziata la quinta stagione della fortunata serie televisiva targata Lux Vide “Che Dio ci aiuti”, nella quale Elena Sofia Ricci veste i panni di un personaggio molto amato dal pubblico: la mitica suor Angela. Una religiosa simpatica, sempre pronta a prendersi cura di tutti, ad aggiungere un posto a tavola – anche se la cucina non è il suo forte -, ad ascoltare ehm… origliare a fin di bene per aiutare le sue ragazze insieme alla insostituibile madre superiora suor Costanza, interpretata dalla strepitosa Valeria Fabrizi. Eppure l’aspetto che più colpisce di suor Angela è la semplicità e la confidenza che ha con Gesù quando, a fine puntata, si ritira in cappella a pregare. Si siede nel banco e con lo sguardo fisso al crocifisso apre il suo cuore al Signore, affidandogli tutto e chiedendogli di riempirla di senso e quindi di Lui.

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Ora posso parlare con libertà

Recentemente Elena Sofia Ricci ha confidato al quotidiano Libero di aver subito una violenza da un amico di famiglia quando era poco più di una bambina di dodici anni. Una vicenda dolorosissima che ha voluto raccontare soltanto dopo la morte di sua mamma per non farla sentire in qualche modo responsabile.

Ora che mia mamma è venuta a mancare, posso parlare con libertà: a 12 anni sono stata abusata. Non l’ho mai dichiarato prima perché purtroppo è stata mia madre a consegnarmi inconsapevolmente nelle mani del mio carnefice, mandandomi in vacanza con un amico di famiglia. (Huffpost)

È stato arrestato: altri l’hanno denunciato, perché non ero l’unica vittima. Purtroppo i casi come il mio sono molti e non tutti riescono a uscirne. (Ibidem)

Nel mio caso si tratta di pedofilia

Un trauma difficile da superare che le ha scavato l’anima, in un silenzio lungo più di quarant’anni. Paura, vergogna, tristezza profonda, sono i sentimenti che hanno abitato il suo cuore appesantendolo giorno dopo giorno. Il cuore di una bambina che stava sbocciando e si stava affacciando alla vita.

Nel mio caso si tratta di pedofilia, ma un abuso resta un abuso e nessun uomo ha il diritto di esercitare il proprio potere per violentare una donna, adulta o minorenne. Nessun uomo ha il diritto di usare il proprio potere per abusare di una donna, fragile o furba che sia. Quando una bambina che diventa ragazza è fragile può arrivare a pensare di non meritarsi nulla e che deve vendersi. Non è sempre facile dire di no. (Ibidem)

L’attrice è tornata sulla vicenda anche domenica scorsa, ospite a Domenica in



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Parlo da mamma e da donna per tutte le bambine ferite

Raccontare una verità tanto intima costa: da un lato libera, dall’altro ti espone pubblicamente eppure Elena Sofia Ricci ha deciso di farlo, con coraggio, non solo per se stessa, ma per tutte le bambine, le ragazze e le donne che subiscono violenza e si sentono sole, vuote, ingiustamente colpevoli e sporche, terrorizzate.

«Finalmente ho detto la mia verità. D’ora in avanti parlerò da mamma e da donna per quelle bambine che crescono e che se sono state ferite a 8, 9, 10, 15 anni e che portano dentro quella ferita fino a 18, 20, 30 anni. E non è così facile dire di no come si potrebbe pensare (…) Non si può generalizzare: le sfumature tra il bianco, ovvero l’amore vero tra due ragazzi, e il nero dello stupro o il femminicidio, sono molteplici. C’è una gamma di grigi che vanno considerati, non si può puntare il dito contro qualcuno tranne contro chi abusa del proprio potere. Nessun uomo ha il diritto di abusare del proprio potere per manipolare una bambina, una donna, un bambino o un ragazzo. Mai. Quanto più forte è il potere che l’uomo ha, tanto più grave è il reato che commette» (Vanity Fair)

Mi vergognavo e avevo paura

Poi ribadisce che è importante parlarne, confidarsi con la famiglia, dirlo a qualcuno.

«Non sono riuscita a confessare l’abuso a mia madre, mi vergognano e avevo paura. Invece no! Bisogna parlarne, avrei dovuto farlo a 12 anni (…) questo silenzio mi è costato tantissimo e ho pagato pesantemente lo scotto. Invece dobbiamo insegnare ai nostri figli a non avere paura, a denunciare subito, e gli uomini dovrebbero scendere in piazza contro la violenza sulle donne, lo devono fare altrimenti si rischia di far venir fuori un rigurgito di femminismo che stride. Gli uomini dovrebbero manifestare per dire: “I veri uomini si comportano in un certo modo”, così forse gli altri si sentiranno delle merde». (Ibidem)



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Un anno intenso per Elena Sofia che ha ottenuto grandi successi e riconoscimenti – come il Premio Flaiano per il teatro e il David di Donatello per la sua interpretazione nel film Loro – ma ha anche pianto la morte di sua mamma e quella di un grande amico e collega come Ennio Fantastichini. L’attrice – come suor Angela in questa nuova stagione – ha vissuto un momento di buio, di smarrimento nei confronti della fede e di Dio che ha riscoperto Padre misericordioso anni fa, grazie proprio al personaggio che felicemente interpreta:

«Sì, quest’anno ho avuto due o tre occasioni in cui mi sono domandata dove fosse. La morte di mia madre, un grande dolore anche se in qualche modo mi stavo preparando, e quelle di Fabrizio Frizzi ed Ennio Fantastichini, davvero troppo premature». (Il Messaggero)

Ma come suor Angela ci auguriamo che anche Elena Sofia possa affidare tutto, gioie, pesi, successi, miserie, all’Unico in grado di fare nuove tutte le cose e di donarle la pace vera.

«In realtà trovo che Suor Angela sia un personaggio particolarmente progressista e controcorrente, in quanto fervente cristiana. La figura di Cristo e il suo messaggio sono infatti rivoluzionari, oggi come allora: trovo che parlare di perdono o di compassione, in un’ era come la nostra, sia molto forte». (Il Messaggero)


CLAUDIA CARDINALE
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