Il beato francese, intellettuale che da militare diventò monaco, a 15 anni ebbe una “scossa”. Che riporta nei suoi scritti inediti
Aveva solo 15 anni il beato Charles De Foucauld, quando nella sua Nancy, in Francia, iniziò a dubitare della serietà del messaggio evangelico. Lui che nell’infanzia era stato abituato ad una educazione cattolica gesuita, negli anni del liceo vide come rovesciare le sue certezze.
Pierre Sourisseau in “Charles de Foucauld” (Effatà editrice) racconta i tormenti del ragazzo attraverso i suoi scritti.
Per definire gli anni difficili di Charles adolescente, a partire dal 1873 e dai suoi quindici anni, bisogna parlare di una crisi adolescenziale, nel senso corrente del termine? Diciamo subito che non c’è in lui un rifiuto dell’autorità parentale, come spesso accade a quell’età: resta al contrario molto attaccato a ciò che conosce dalla sua infanzia e conserva un grande affetto per i nonni e tutta la sua famiglia.
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I primi turbamenti
Non è nemmeno una rivolta contro i rappresentanti della religione: non c’è in lui l’anticlericalismo. Questo periodo di turbamenti, che conosciamo nella sua realtà solo attraverso gli scritti del convertito, sembra essere stato vissuto come una prova profonda e intima, di natura esistenziale, se non addirittura metafisica, se l’utilizzo di questo termine non rischiasse di far slittare verso un discorso troppo filosofico. Analizza il suo turbamento soprattutto come una crisi «religiosa» che ha segnato il distacco dall’atteggiamento credente della sua infanzia.
Il matrimonio della cugina
Quando rilegge la storia della sua vita cristiana e della sua fede cattolica, nota sempre che perse la fede alla fine della sua infanzia, all’età di quindici anni, nel 1873, aggiungendo che questo periodo di mancanza di fede durò tredici anni. È forse il matrimonio di sua cugina (di cui si era preso una cotta) Marie con Olivier de Bondy, un anno più tardi, l’11 aprile 1874, a segnare affettivamente Charles, al punto da influenzare il suo disinteresse verso la religione dei suoi primi anni? Alcuni l’hanno pensato. Ma non può essere l’unica risposta.
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Fede ridicolizzata
Charles dirà spesso che l’origine principale della «perdita della fede» e dei disordini che ne derivano è la frequentazione di una letteratura in cui la religione, nei suoi dogmi e nei suoi ministri, è spesso ridicolizzata e messa in discussione. Non vi ritrova più niente di quello che ha ricevuto un tempo nella sua famiglia e nella pratica delle parrocchie e delle scuole cristiane.
Gli autori scettici
Immerso in questa letteratura dell’Antichità e del secolo dei Lumi, con un grande potere di seduzione, Charles s’impregna di idee nuove sulla religione e ne conclude che, sotto apparenze diverse, le religioni si equivalgono tra loro e che le pretese «verità» cristiane trasmesse dal catechismo sono, tutto sommato, relative e meritano soltanto di essere messe in ridicolo, come hanno fatto tanti autori scettici, epicurei e libertini come Voltaire, Hamilton e Boufflers.
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Personalità non credenti
Queste esperienze di lettura si situano, non dimentichiamolo, nella seconda parte del XIX secolo, in cui regna un clima culturale fatto di scientismo e laicismo. Il corpo insegnanti del liceo di Nancy, benché tollerante, è su questa linea: il signor Duvaux, il professore di terza di Charles, diventerà ministro dell’Istruzione pubblica negli anni in cui monterà l’anticlericalismo. Le personalità che frequentano i gruppi eruditi e che vengono a trovare a casa il collega de Morlet condividono più o meno davanti a Charles, ascoltatore appassionato, le idee positiviste di Auguste Comte.
I peccati
A causa di questo vuoto insieme intellettuale e morale, era già aperta la porta agli eccessi e alle devianze di ogni tipo. È ciò che Charles descrive nella sua meditazione dell’8 novembre 1897, in cui rilegge, forse esagerandola, la sua «vita passata», con i suoi «peccati».
“Durante gli ultimi 4 anni di questo periodo [parla del 1874-1878], ogni bene, ogni buon sentimento, ogni buona apparenza, sembrano essere radicalmente spariti dalla mia anima: restano solo l’egoismo, la sensualità, l’orgoglio e i vizi che fanno loro corteo. Mio Dio, perdono! Perdono! Perdono!”.
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Il narghilè
In contemporanea al distacco dalla fede della sua infanzia, si manifestano così nel comportamento dell’adolescente dei cambiamenti negativi. Già portato agli eccessi, in particolare per pigrizia e per ingordigia, che compensavano forse delle ferite affettive nascoste, Charles cade nella raffinatezza. Dirà, per esempio, a Gabriel Tourdes delle vacanze di Pasqua 1875: «Ti ricordi le vacanze di Pasqua… passavo tutta la mattina a letto a fumare il mio narghilé…».
L’esercito
Durante le vacanze del 1876, il 15 settembre, Charles festeggia i suoi diciotto anni, l’età richiesta per entrare alla Scuola speciale militare di Saint-Cyr. E’ l’ “apoteosi” del periodo buio della fede. All’inizio del mese di ottobre 1876, arriva l’avviso del Ministero della Guerra che gli annuncia la sua nomina, avvertendolo che l’ingresso a Saint-Cyr è fissato per lunedì 30 ottobre. Al futuro militare rimane da compiere una pratica importante, firmare il suo atto di impegno volontario.
Lo fa il 25 ottobre 1876 al municipio di Nancy con promessa «di servire con fedeltà e onore per cinque anni a partire da questo giorno».
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