Meglio di Shakespeare e Wikipedia. Un team di esperti negli Usa la fa analizzare da due algoritmi. Servirà per realizzare testi comprensibili da ogni tipologia di lettori
L’Intelligenza Artificiale studia la Bibbia per realizzare testi comprensibili a tutti. I ricercatori del Dartmouth College, nel New Hampshire (Stati Uniti), hanno utilizzato il libro sacro per ‘addestrare’ due algoritmi a creare versioni diverse di ogni libro esistente (Sky TG24, 24 ottobre).
Parole e sintassi più o meno complesse
I risultati dell’esperimento, pubblicati sulla rivista Royal Society Open Science (24 ottobre), aprono la strada a una nuova generazione di algoritmi che, invece di tradurre i testi da una lingua all’altra, li riscrivono con parole e sintassi più o meno complesse per generare versioni colte, popolari, adatte ai bambini o a lettori di culture differenti.
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Fonte ideale
L’esperimento era già stato fatto in passato usando opere di Shakespeare o voci di Wikipedia: questi modelli, però, avevano prodotto pochi dati da far ‘macinare’ agli algoritmi di intelligenza artificiale.
La Bibbia, invece, si è dimostrata la fonte ideale: ogni versione del testo sacro contiene infatti oltre 31.000 versetti, perfettamente indicizzati e quindi impossibili da confondere, che sono stati usati per produrre più di un milione e mezzo di appaiamenti destinati al processo di apprendimento automatico.
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34 versioni
In particolare, i ricercatori hanno scelto di mettere a confronto 34 versioni della Bibbia, scritte con stili diversi che vanno dalla Bibbia di re Giacomo alla Bibbia in inglese per principianti. I testi sono stati dati in pasto a due algoritmi: un sistema che usa un approccio statistico alla traduzione, chiamato ‘Moses‘, e una rete neurale normalmente usata per la traduzione, chiamata ‘Seq2Seq‘ (Ansa, 24 ottobre).
Il team di ricerca spera di poter utilizzare i risultati ottenuti durante l’esperimento per sviluppare dei sistemi in grado di tradurre ogni testo esistente nello stile più adatto al pubblico che si desidera raggiungere.
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