Il sequel de Gli Incredibili mette al centro della scena una super mamma che lavora e un papà a casa coi figli, non proprio contento. Chi merita davvero i nostri gesti straordinari?
Di Stefano Bataloni
Ho visto pochi giorni fa, con i miei figli, l’attesissimo sequel de Gli Incredibili, cartone animato che racconta la storia di una famiglia di supereroi: papà, mamma e figli tutti dotati di straordinari poteri. Il primo film ebbe molto successo e devo dire che lo considero uno dei film per bambini migliore degli ultimi anni.
Gli Incredibili 2, invece, mi ha deluso un po’ (come peraltro capita con molti sequel).
A colpirmi, soprattutto, è stato il volto del papà supereroe, Mr. Incredible. Lo ricordavo bonario, sereno, forte, coraggioso. Nel primo film, infatti, i supereroi furono banditi dalla comunità, perché nonostante salvassero i cittadini dai cattivi, gli effetti “collaterali” della loro lotta contro la criminalità non erano più socialmente accettati; gli fu impedito di proseguire con le loro straordinarie gesta e furono costretti quindi a condurre una vita “normale”, noiosa per persone come loro abituate a saltare da un grattacielo all’altro e a fermare treni in corsa. E’ così che, al culmine della loro insoddisfazione, persero definitivamente l’unico impiego che il governo gli aveva trovato e caddero in disgrazia.
Fu quindi compito del papà risollevare le sorti della famiglia: incaricato da un personaggio “segreto”, con fatica e impegno si rimise in sesto e accettò un nuovo lavoro, stavolta potendo mettere a frutto tutti i suoi superpoteri.
Nel secondo film della saga, in questi giorni al cinema, la storia si ripete ma il volto di Mr. Incredible stavolta è arrabbiato, triste, insoddisfatto. Stavolta, infatti, viene incaricata la mamma, Elastigirl, per un nuovo lavoro segreto da supereroe, mentre papà resta a casa a badare ai bambini, soprattutto al piccolo Jack Jack, ancora in fasce ma con straordinari superpoteri.
Alla fine, comunque, il Bene, incarnato da una famiglia “tradizionale” fatta di mamma, papà e figli, sconfigge il Male, e tutti continuano a vivere felici e contenti.
La famiglia raccontata neGli Incredibili 2mi è parsa una fedele ricostruzione di molte famiglie di questi tempi moderni, in cui sono le mamme che concedono al loro lavoro un enorme spazio, talvolta trascurando i loro figli, e in cui viene lasciato in secondo piano il papa, che quindi si trova a svolgere compiti che non sono proprio nelle “sue corde”; il film ha comunque il merito di raccontare la vicenda in maniera più realistica di quanto non fanno i tanti film e telefilm che oggi passano sui nostri schermi in cui il papà è straordinariamente felice di barcamenarsi tra pappe, pannolini, appuntamenti dei figli o incontri con le altre mamme.
Fiumi di parole sono stati prodotti sull’argomento e non credo di poter aggiungere altro di particolarmente significativo.
Vedere quel film però mi ha spinto a una riflessione: credo che molte donne oggi siano vittime di un inganno secondo il quale i loro “superpoteri” – e ne hanno parecchi, tant’è che anche nel film Elastigirlcombatte contro i criminali ma non smette di fare la mamma, seppur a distanza, e me lo dimostra pure mia moglie ogni giorno – possano trovare pieno compimento nello svolgere il loro lavoro.
Che si tratti di un inganno è in qualche modo rappresentato anche nel film – come mi ha fatto notare mio figlio Francesco: Elastigirl, infatti, è istigata dal personaggio cattivo della storia che a un certo punto, riferendosi alla battaglia all’inizio del film, e che poi ha condotto alla ribellione delle persone e all’allontanamento dei supereroi dalla società, le dice: “Sicuramente, se avessi affrontato il minatore da sola, sarebbe andata diversamente”. Un personaggio maligno che racconta una menzogna a una donna per metterla contro il suo uomo… mi pare sia una storia già sentita.
A me sembra, invece, che le straordinarie capacità che sono state donate alle donne siano destinate a un progetto molto più grande e ambizioso, rispetto a quelli per i quali, mi si passi l’espressione forse un po’ forte, “basterebbe un uomo”.
E’ evidente che la sensibilità, la creatività, la pazienza e se vogliamo anche la bellezza delle donne abbiano dato un contributo importante, unico, e forse necessario, al mondo del lavoro, un tempo dominato solo dagli uomini. Ma tutte queste qualità, secondo me, raggiungono la loro piena realizzazione, il loro senso più vero solo nel progetto di accoglienza e sostegno della nuova vita. E la biologia mi conforta in questo.
Diversamente le capacità da supereroe dell’uomo – sì, qualcuna ne abbiamo pure noi, dai – sono invece funzionali proprio al suo lavoro e trovano il loro pieno compimento solo quando sono al servizio del progetto della donna.
Per cui, io credo, che noi uomini dovremmo essere grati alle donne per quanto di unico ogni giorno ci donano nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo mi piacerebbe che voi donne (magari solo alcune, non dico tutte) apriste gli occhi su quanto preziose siano le vostre capacità per essere impiegate per cose piccole, se messe a confronto con la vita dei nostri figli.
Svegliatevi, quindi, amiche donne e concentrate i vostri poteri da Elastigirl per salvare il mondo dalle radici! Costringeteci a lavorare di più e meglio, costringeteci a tirare fuori il Mr. Incredible che è in noi per proteggervi e sostenervi!